Guida allo studio settimanale della Bibbia
L'apostolo Pietro: dalla follia alla fede
«Simon Pietro gli rispose: "Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna"» Giovanni 6:68
Pensiero chiave
L'apostolo Pietro è considerato una delle colonne della chiesa primitiva. Gesù lo trasformò da discepolo passionale e inaffidabile quale era in una roccaforte dell'evangelizzazione.
Pietro era un discepolo con il cuore al posto giusto, ma che commise molti errori. Il suo carattere impulsivo ed emotivo lo rese una personalità interessante da studiare.
La sua esperienza ci aiuta a capire il ruolo delle emozioni nella vita cristiana. Quando ti perdi in un bosco, i tuoi sensi possono solo portarti ancora più lontano dalla via d'uscita. Puoi vedere, udire e annusare, eppure sei sempre più smarrito. C'è bisogno di una bussola o di una cartina, un supporto che vada oltre le doti possedute per natura. La stessa cosa accade nella nostra esperienza spirituale. Ciò che proviamo non è la cartina di tornasole della verità, abbiamo bisogno di qualcosa di più, esterno a noi: una bussola o una mappa spirituale.
Le emozioni sono un elemento vitale dell'esistenza cristiana, ma non quello principale. Senza un'adeguata attenzione possono rivelarsi addirittura pericolose. A Pietro le emozioni causarono non pochi e frequenti problemi, ma una volta sottomesse a Gesù, il suo zelo e le sue passioni diventarono potenti strumenti al servizio dell'opera del Signore.
Pietro proveniva da Betsaida, un villaggio di pescatori situato sulla costa nord occidentale del mare di Galilea. Betsaida, che significa «Casa della pesca», era una località nella quale Gesù compì diversi miracoli. Per quasi duemila anni parve scomparsa dalla storia, fino al 1987, quando fu scoperto il sito archeologico del villaggio. Sebbene sposato (Mt 8:14), non sappiamo praticamente nulla della moglie e degli eventuali figli del pescatore. Le informazioni in nostro possesso ci dicono che viveva a Capernaum con la moglie e la suocera, quando Gesù lo chiamò per diventare discepolo.
Matteo 4:18-20. Come reagisce Pietro all'appello di Gesù? Quale significato è attribuibile alla frase, «lasciarono subito le reti» (v. 20)?
La semplicità della descrizione ci lascia la facoltà di immaginare cosa deve essere passato nella mente di Pietro. È chiaro che doveva esserci qualcosa di talmente irresistibile in Gesù da convincerlo a lasciare la sua casa e il lavoro che gli dava da mangiare per seguire quel Maestro itinerante.
L'insegnamento per ognuno di noi è palese: dovremmo essere disposti a fare la stessa cosa, e cioè a seguire Gesù qualunque sia il prezzo da pagare (cfr. Lc 14:26,27).
Atti 22:3; Romani 11:1; Filippesi 3:5; Atti 5:34. Pietro apparteneva all'umile classe proletaria, una condizione di provenienza diversa rispetto a quella di Paolo. Cosa possiamo imparare da queste circostanze contrastanti?
Indipendentemente dalle loro origini culturali e sociali, la chiamata di Gesù impose sia a Paolo sia a Pietro un impegno totale.
Quando Gesù ti ha rivolto un appello, quale prezzo ti è costato? A cosa hai dovuto rinunciare? Alla domanda «ne è valsa la pena», cosa risponderesti?
Come gli altri discepoli, Pietro ebbe l'opportunità unica di imparare direttamente da Gesù. Percorse al suo fianco molti chilometri, mangiò e lavorò insieme a lui; lo ascoltò mentre parlava, osservò il suo modo di porsi al prossimo, lo vide guarire i malati. Fu testimone di momenti sensazionali, come sul monte della Trasfigurazione, quando Gesù parlò con Mosè ed Elia; oppure quando ridette la vita ai defunti; vide Gesù arrestato e risorgere dalla tomba.
Pietro ebbe anche diverse opportunità di apprendimento pratico; spesso si trovò direttamente coinvolto in esperienze che equivalevano a dimostrazioni pratiche sulle trasformazioni di una vita. Tutti questi insegnamenti servivano a prepararlo in vista del ruolo che avrebbe dovuto rivestire: uno tra i più grandi missionari della chiesa primitiva. Nel corso della sua esperienza con Gesù, Pietro commise molti errori.
Leggiamo i passi indicati di seguito per individuarli e capire gli insegnamenti che Pietro ha tratto da essi:
Matteo 14:22-32
Matteo 26:36-46
Marco 14:29-31; 66-72
Giovanni 18:10,11
Esuberante, arrogante, incline alla violenza, a cedere se messo sotto pressione, scoperto a dormire sul lavoro, Pietro appare a prima vista in possesso di tutte le caratteristiche che un cristiano umile, mansueto e fedele non dovrebbe manifestare. Eppure, divenne una delle figure chiave della chiesa cristiana delle origini, un efficace evangelista e missionario per Gesù. Una straordinaria testimonianza di come possa intervenire Dio quando una vita gli si sottomette.
Cosa ci insegna l'esperienza di Pietro a proposito dell'opportunità di giudicare gli altri, o addirittura se stessi?
Matteo 16:13-26. Qual è la natura di questo scambio tra Pietro e Gesù? Perché Pietro rispose in quel modo? Quale insegnamento basilare cercava di trasmettere Gesù ai discepoli?
Nonostante avesse affermato che Gesù era il Messia, il Cristo, Pietro aveva una falsa comprensione di cosa significasse. Pietro e gli altri discepoli avevano una visione del Messia che rifletteva l'opinione comune del tempo e cioè che sarebbe dovuto discendere da Davide e sconfiggere i romani per portare pace e giustizia. Eppure Gesù disse chiaramente ai discepoli e alle folle che il regno di Dio era un regno spirituale, che non avrebbero mai potuto stabilire con la forza, la spada e le armi, ma solo mediante l'amore, il perdono e la giustizia.
In una fase di cardinale importanza del suo ministero, Gesù decise di parlare ai discepoli della propria morte; disse loro che si sarebbe recato a Gerusalemme, dove l'avrebbero arrestato e ucciso, per risorgere dopo tre giorni. Pietro si sentiva offeso all'idea che Gesù stesse per morire, anche se questa morte doveva rappresentare il fulcro dell'intero piano della salvezza.
Secondo la visione del mondo di Pietro, non poteva esserci spazio per una soluzione del genere; egli aveva lasciato il villaggio natale e il lavoro per seguire Gesù; aveva dato la propria esistenza per sostenere lui e il suo ministero. La morte del suo Maestro, quindi, non poteva trovare posto nello scenario che Pietro aveva disegnato nella sua mente, secondo il quale Gesù avrebbe stabilito il suo regno sulla terra e Pietro avrebbe avuto un ruolo chiave in quell'atmosfera giusta e pacifica. Non era possibile che un così straordinario movimento di giustizia e guarigione terminasse con la morte del suo condottiero. Sembra quasi che Pietro non oda o non comprenda la promessa della risurrezione dopo tre giorni.
Notare il livello di egoismo mostrato da Pietro in questa circostanza. Questo forse spiega le parole pronunciate da Gesù e riportate in Matteo 16:23-26. Leggi di nuovo quei testi. Quali aspetti della tua vita potrebbero riguardare quelle stesse parole?
Non c'è dubbio che buona parte dei vangeli ritraggono Pietro sotto una luce poco positiva. Più volte viene descritto agitato, incline alla caduta, protagonista di grossi errori e paiono dare chiara indicazione di una futura inattendibilità del discepolo.
Giovanni 21:14-19. Cosa dice Gesù a Pietro? Perché si tratta di parole sorprendenti, considerando il passato del discepolo?
«Pasci i miei agnelli»? Eppure è esattamente ciò che Pietro avrebbe fatto; una volta di più, siamo davanti alla potente dimostrazione di cosa può fare Dio nella vita di una persona che gli si dedica completamente. Il veemente, focoso Pietro, assume adesso un ruolo chiave nella formazione della prima chiesa.
Scorri tra i seguenti versetti. Cosa rivelano circa il ruolo e l'opera svolta da Pietro?
Atti 2:14-40
Atti 3
Atti 5:1-11
La trasformazione fu straordinaria, con ovvie implicazioni che riguardano la nostra esperienza. Dopo essersi sottomesso a Cristo, Pietro diventò un formidabile testimone del Signore che, nonostante tutti gli errori e i difetti, fu in grado di plasmarlo da renderlo un efficace strumento nelle sue mani.
Quanto ti senti diverso oggi rispetto ai primi passi compiuti accanto a Gesù? Quali progressi hai notato? Quali aree necessitano un miglioramento? Perché, anche quando la progressione sembra lenta, non devi mai arrenderti?
Quando Gesù disse a Pietro «pasci i miei agnelli», lo scoraggiato pescatore non aveva certamente idea di cosa lo attendesse e nemmeno del ruolo che avrebbe rivestito nella chiesa primitiva. Nel libro degli Atti vediamo che egli adempie quell'ordine, ma lo percepiamo anche sapendo che quello stesso Pietro fu autore di due epistole, l'espressione del suo modo di «pascere gli agnelli» non solo quelli del suo tempo, ma dell'intera storia della chiesa.
In un certo senso, ogni volta che leggiamo una sua lettera, abbiamo la prova che le parole rivolte da Cristo al suo discepolo si sono avverate.
Scegli un capitolo qualsiasi di una delle epistole di Pietro, leggilo e chiedi al Signore di provare a immaginare il carattere della persona che lo ha scritto. Cosa puoi apprendere a proposito del nuovo Pietro da tale lettura?
È abbastanza difficile pensare che quelle parole profonde ed eloquenti provengano dallo stesso uomo conosciuto nei vangeli, da quel pescatore ruvido e arrogante la cui bocca correva più velocemente rispetto alla sua mente o alla sua fede. Eppure si tratta proprio di quel Pietro, trasformato dalla grazia di Dio in ciò che Paolo definì «una nuova creatura» (2 Cor 5:17).
Particolarmente eloquenti sono le parole che leggiamo in 1 Pietro 1:18-21 e in 1 Pietro 2:24, dove l'apostolo pone l'enfasi sulla morte di Gesù per la redenzione delle nostre anime. Quel Pietro un tempo determinato a impedire che Gesù fosse messo in croce, è lo stesso che adesso annuncia la croce quale strumento di redenzione, quale luogo nel quale Gesù, nostro sostituto, si è fatto carico dei nostri peccati. Da notare anche i versetti di 1 Pietro 2:18-23, dove l'autore auspica una sorta di pacifismo, un porgere l'altra guancia che non avremmo mai riscontrato nel Pietro dei vangeli. Il cambiamento è davvero notevole e dovrebbe essere motivo di speranza per ognuno di noi, indipendentemente dallo stato attuale dei progressi del nostro carattere.
Torna al capitolo delle epistole di Pietro che hai scelto di leggere. Quale argomento principale tratta? In che modo puoi accogliere e fare tuo il cibo che questo pastore ti ha offerto?
Leggere da Ellen G. White, La speranza dell'uomo, «Una notte sul lago», pp. 377-382 [278-282].
«Nei suoi primi anni di discepolato, Pietro si riteneva forte, come il fariseo credeva di non essere "come gli altri uomini". Quando Cristo, la sera prima di essere tradito, ammonì i discepoli dicendo: "Voi tutti sarete scandalizzati", Pietro replicò fiduciosamente: "Quand'anche tutti fossero scandalizzati, io però non lo sarò!" (Mc 14:27,29). Non si rendeva conto del pericolo che correva e la fiducia in se stesso lo portò fuori strada. Era convinto di saper resistere alla tentazione, ma quando qualche ora dopo arrivò la prova, rinnegò il suo Signore con giuramenti e imprecazioni. Allorché il canto del gallo gli fece ricordare le parole di Cristo, sorpreso e sconvolto da quello che aveva appena fatto, si voltò, scorgendo il suo Maestro. Anche Gesù lo stava guardando e, in quello sguardo in cui si leggeva la compassione e l'amore per lui, Pietro riconobbe finalmente se stesso. Uscì piangendo sconsolatamente: quello sguardo di Cristo gli aveva trafitto il cuore. In quel momento si trovava a una svolta della sua vita e si pentì amaramente del suo peccato. Contrito e penitente come il pubblicano, anche lui ottenne misericordia. Lo sguardo di Cristo gli aveva assicurato il perdono» - COL, pp. 152-154. [99,100].
Domande per la discussione
1. Rileggi le epistole di Pietro e cerca quegli elementi che lo ritraggono visibilmente diverso dal Pietro dei vangeli. Quale tipo di incoraggiamento genera la tua ricerca?
2. È facile criticare la mancanza di fede di Pietro mentre annaspava nell'acqua. Ma egli fu l'unico discepolo ad avere il coraggio di uscire dalla barca. In cosa si traduce oggi, nella tua esperienza cristiana, «uscire dalla barca»? E per la tua chiesa?
3. Ellen G. White scrive: «Ogni vero discepolo nasce nel regno di Dio come missionario» - DA, P. 195 [136]. Molti fedeli di Cristo persero l'iniziale entusiasmo di condividere con altri le cose che avevano appreso. In che modo i membri di chiesa possono recuperare la passione di comunicare la buona notizia? Come ci possiamo aiutare reciprocamente a riconquistare questo desiderio di testimoniare?
In sintesi
L'esperienza di Pietro è un tributo a quello che il Signore può realizzare anche con il discepolo più debole. Gesù imbrigliò la passione e le buone intenzioni di Pietro e lo fortificò nella fede per farlo diventare una delle colonne della chiesa cristiana primitiva.
FONTE: http://www.avventisti.it/sds/sds.asp?idx=324
Conheça já o Windows Live Spaces, o site de relacionamentos do Messenger! Crie já o seu!