sexta-feira, 27 de março de 2009

13. La fiducia nei profeti

21/03/2009

13. La fiducia nei profeti

21 - 27 marzo

sabato 21 marzo
Preghiamo per: Gruppo ucraino di Milano Meditazione del mattino: 2 Pietro 3:10-12

Letture: Salmo 41:9; Isaia 53:4-6; Matteo 23:28-31; Giovanni 5:39; Atti 10:9-16, 44-48; 17:11

«Giosafat, stando in piedi, disse: “Ascoltatemi, o Giuda, e voi abitanti di Gerusalemme! Credete nel Signore, vostro Dio, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!”» 2 Cronache 20:20

C’erano alcuni individui interessati a entrare nella chiesa avventista. Avevano accolto gli insegnamenti della chiesa attraverso lo studio della Bibbia, ma avevano dei dubbi che riguardavano il ministero di Ellen G. White. In fondo, visto il proliferare di falsi maestri e falsi profeti, volevano essere prudenti. Conoscendo quelle preoccupazioni e comprendendole, il pastore disse loro: «È una cosa alla quale dovete arrivare da soli, mediante un’opera di convincimento personale dello Spirito Santo. Trovate il tempo di
leggere i suoi libri; certe cose vi risulteranno chiare da subito, su altre potreste avere dei dubbi. Ma leggeteli per conto vostro e traetene le vostre personali conclusioni. Alla fine, i suoi scritti sono effettivamente la testimonianza definitiva e migliore della loro origine».

Uno sguardo alla settimana
Perché la Bibbia deve essere la nostra autorità dottrinale definitiva? Quanto è importante oggi lo studio della Bibbia? Cosa succede quando la gente ignora la parola
profetica? Quale ruolo dovrebbero avere i miracoli nella formazione della nostra fede? Perché le persone si ribellano al dono profetico?

domenica 22 marzo AUTORITÀ BIBLICA

Preghiamo per: Chiesa di Mirabella I. Meditazione del mattino: Apocalisse 18:9,10

Quali analogie vedi tra l’esperienza dei discepoli dopo la crocifissione e quella dei primi credenti nell’avvento dopo la grande delusione del 1844? Luca 24:13-27; Atti 19:9-16, 44-48

I discepoli vissero la loro grande delusione nel giorno della crocifissione. Avevano sperato che Gesù potesse redimere Israele e mentre lo osservavano a dorso di un asino per le vie di Gerusalemme in adempimento della profezia di Zaccaria, erano certi che egli si sarebbe proclamato re, avrebbe scacciato i romani e stabilito il regno di Dio sulla terra. Soltanto dopo la sua morte, quando «aprì loro la mente per capire le Scritture» (Lc 24:45), capirono per la prima volta che egli era venuto per uno scopo diverso.

In pratica, nonostante tutti quegli anni trascorsi in mezzo a loro e la sua nitida testimonianza, commisero degli sbagli e non avevano ancora compreso l’insegnamento della Scrittura. Gesù li rimandò alla Bibbia, perché su essa dovevano basare le loro convinzioni.

Atti 1:6. Cosa ci dice il fatto che, anche dopo la presenza in mezzo a loro di Gesù risorto, continuavano ad avere idee sbagliate sul significato della sua venuta?

Anche i primi credenti dell’avvento vissero una grande delusione in seguito alla errata comprensione di William Miller, secondo cui il santuario di Daniele 8:14 si trovava sulla terra. E così come lo studio della Parola e gli interventi soprannaturali del Signore avevano aiutato i discepoli a liberarsi dei loro concetti sbagliati, anche i primi credenti dell’avvento giunsero a una nuova comprensione della dottrina del santuario grazie allo studio della Scrittura e alla guida divina tramite il ministero profetico di Ellen G. White.

In definitiva, i nostri pionieri furono determinati a basare le dottrine sulla Bibbia senza usare il dono profetico come autorità dottrinale.

Anche oggi, la forza e la convinzione del nostro credo di avventisti deve essere fondato esclusivamente sulla Parola di Dio. Quando saremo certi che le nostre dottrine sono bibliche e opereremo a partire da quella base solida, potremo avere davvero fiducia nel dono profetico.

lunedì 23 marzo NELLA PAROLA

Preghiamo per: Anziani chiesa di Treviso Meditazione del mattino: 1 Corinzi 15:26

Perché i credenti di Berea studiavano le Scritture ogni giorno per vedere se Paolo diceva il vero? Perché non confidavano nelle sue parole? Atti 17:11

Poiché Paolo predicava Cristo dalla Scrittura, dimostrando che egli era il Messia promesso, quelli che lo ascoltarono con la mente aperta furono stimolati a studiarla per conto loro per capire se le cose stavano davvero in quel modo. Le parole di Paolo non erano sufficientemente esaurienti, dovevano trovare conferma nella Bibbia.

Cosa ci dicono i seguenti versetti sull’importanza dello studio della Scrittura? Proverbi 2:1-6; Isaia 34:16; Matteo 4:4; Apocalisse 1:3

Ellen G. White coerentemente innalzò la Parola di Dio e incoraggiò i membri di chiesa a studiarla. «Caro lettore, ti raccomando la Parola di Dio affinché sia la regola della tua fede e della tua vita» -EW, p. 78 [87].

Nell’introduzione al Gran conflitto scrisse: «Nella sua Parola, Dio ha garantito agli uomini la conoscenza necessaria alla salvezza. Le Sacre Scritture devono essere accettate come autorevole e infallibile rivelazione della sua volontà. Sono parametro di riferimento del carattere, rivelatrici di dottrine e prova dell’esperienza» - p. 9.

Perché i profeti hanno sempre ammonito il popolo di Dio a leggere e studiare la sua Parola? Il motivo è semplice: il Signore «ha affidato la sua Parola agli uomini come rivelazione di se stesso e ogni verità riscoperta è una nuova espressione del carattere del suo Autore. Lo studio della Scrittura è il mezzo previsto da Dio per mettere gli uomini in relazione con il loro Creatore e per offrire loro una conoscenza più chiara della sua volontà: essa è il mezzo di comunicazione tra Dio e l’uomo» -GC, p. 69 [61].

I libri di Ellen G. White non dovranno mai essere utilizzati al posto della Bibbia perché proprio lei ha dedicato la vita a cercare di convincere i membri di chiesa a leggere la Bibbia e a farne la regola di fede della loro esistenza.

In che modo puoi ottimizzare al meglio lo studio della Bibbia e il tempo a esso dedicato?

martedì 24 marzo INDICARE GESÙ

Preghiamo per: Laterza Vincenza (CE) Meditazione del mattino: Apocalisse 21:4

Gesù disse: «Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me» (Gv 5:39). Cosa dicono a proposito di Gesù questi passi dell’Antico Testamento? Salmo 16:9,10; 41:9;
Isaia 53:4-6; Michea 5:2

Gesù disse: «Abraamo, vostro padre, ha gioito nell’attesa di vedere il mio giorno» (Gv 8:56), «Mosè … ha scritto di me» (Gv 5:46) e ancora «Davide lo chiama Signore» (Mt 22:45). Egli inaugurò il suo ministero presso la sinagoga di Nazaret con le parole di Isaia «Lo spirito del Signore, di Dio, è su di me, perché il Signore mi ha unto per recare una buona notizia agli umili» (Is 61:1). Poi disse: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite» (Lc 4:21). Sapeva che l’Antico Testamento era pieno di riferimenti alla sua persona; egli era l’elemento centrale nella speranza di Israele.

Gli autori biblici, da Mosè a Giovanni apostolo, hanno diretto i loro lettori a colui il quale sarebbe venuto una prima volta per salvare il popolo dai peccati (Mt 1:21) e tornato una seconda per liberarlo da quella presenza (Ap 21:4). Seguendo le orme dei profeti biblici, Ellen G. White rimandò coerentemente le persone al loro Salvatore, Gesù Cristo. «Per quanto siano state difficili le nostre esperienze del passato, per quanto scoraggianti quelle presenti, se ci rivolgiamo a Gesù così come siamo, deboli, indifesi e disperati, il nostro Salvatore ci accoglierà. Ci aprirà le braccia affettuosamente e ci accorderà la sua giustizia» -MB, p. 9 [18].

Ed esortò i pastori a mettere Cristo al centro di ogni cosa: «Inserite Cristo in ogni sermone. Fate riflettere sulla sua preziosità, la sua misericordia e la sua gloria fino a quando Cristo non avrà preso forma, la speranza della gloria» EV, p. 186

Ella sottolineò ripetutamente che considerava Gesù estremamente reale: «So che il mio Salvatore mi ama, e io amo il mio Gesù. Confido nel suo amore nonostante le mie imperfezioni» -4MR, p. 245.

Gesù fu al centro del suo ministero. «L’obiettivo di tutto il ministero deve essere quello di tenerci in disparte per fare apparire Cristo. L’esaltazione di Cristo è la grande verità che chiunque operi per la predicazione e l’insegnamento deve rivelare» -1SM, p. 155.

Dimenticandoti per un attimo la dottrina e la teologia, cerca di rispondere a questa domanda: fino a che punto conosco bene Cristo?

mercoledì 25 marzo IL SANGUE DEI PROFETI

Preghiamo per: Anziani chiesa di Trieste Meditazione del mattino: Isaia 25:6-8

«Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché costruite i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti e dite: “Se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti!” In tal modo voi testimoniate contro voi stessi, di essere figli di coloro che uccisero i profeti» Matteo 23:28-31

Perché le parole di Gesù rivelano l’atteggiamento tenuto da molti nei confronti dei profeti? Quale insegnamento posso personalmente trarre da queste frasi?

Nonostante numerose prove attestino l’integrità e la validità del ministero di Ellen G. White, persino in mezzo a noi c’è chi, in senso figurato, «sparge il sangue dei profeti». Queste persone sono tra di noi, come ai tempi dell’antico Israele e operano in vari modi per minare la fiducia nel ministero profetico di Ellen G. White, a volte lo fanno sottilmente, altre volte meno.

È stato sempre così fin dal principio e possiamo essere certi che lo sarà fino alla fine. Quasi ogni accusa mossa contro di lei o contro le sue opere somigliano a quelle sollevate contro i vecchi profeti e contro la Parola di Dio stessa. Le motivazioni di questo comportamento variano (vedi la parte di venerdì prossimo); alcuni hanno elevato i suoi libri a un rango non consono, scatenando così la reazione di altri, che a volte è andata sopra le righe. Certe altre persone hanno invece una comprensione sbagliata dei meccanismi del-l’ispirazione e poiché gli scritti di Ellen G. White non combaciano con la loro interpretazione, vi si sono scagliati contro. C’è poi chi parla, forse, per ignoranza e chi invece lo fa mosso da un meschino spirito ostile. Per fortuna, non tocca a noi giudicare le motivazioni dei nostri cuori; noi dobbiamo semplicemente riuscire, come scrive Paolo, a «render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni… con mansuetudine e rispetto» (1 Pt 3:15,16). Alla fine, ciascuno dovrà fare una scelta autonoma sulle voci che ascolta e decidere a quali credere.

Qual è il tuo atteggiamento riguardo ai libri di Ellen G. White? Saresti disposto a cambiarlo, se ce ne fosse bisogno?

giovedì 26 marzo IL DONO E I MIRACOLI

Preghiamo per: Manoni Elio (E) Meditazione del mattino: 1 Corinzi 15:51-55

«La sua fama si sparse per tutta la Siria; gli recarono tutti i malati colpiti da varie infermità e da vari dolori, indemoniati, epilettici, paralitici; ed egli li guarì» Matteo 4:24

Pensa al ministero di Gesù quando era su questa terra. Egli compì più volte dei miracoli, trasformando l’acqua in vino (Gv 2:1-11), sfamando cinquemila persone (Mt 14:14-21), guarendo i malati (Mt 4.24) o risuscitando i morti (Gv 11:1-45); Gesù ha punteggiato la propria presenza in questo mondo con dei miracoli, a testimonianza del suo potere divino.

Leggi Luca 24:13-27; è il racconto di Gesù e dei due discepoli sulla strada di Emmaus. Cosa disse loro per convincerli che Gesù di Nazaret era davvero il Messia? Perché la risposta ha per noi un particolare significato, soprattutto nel contesto del dono profetico?

Nonostante tutte le cose miracolose fatte mentre si trovava sulla terra, Cristo indicò ai due discepoli la Parola di Dio e utilizzò esclusivamente la Bibbia per insegnare loro la verità riguardante la sua morte, la sua risurrezione e quello che significavano. Non bisogna trascurare questo punto; nel corso degli anni ci sono stati numerosi resoconti che testimoniano come il Signore abbia miracolosamente operato attraverso il ministero di Ellen G. White; alcune di queste testimonianze sono più facilmente verificabili di altre. In ogni caso, la nostra convinzione nella manifestazione del dono non dovrebbe dipendere dal racconto di fatti miracolosi, o cose del genere. Anche se possono avere avuto la loro importanza, la prova definitiva deve sempre essere la Parola di Dio e il modo in cui il dono si armonizza con essa. I miracoli sono belli, ma raramente costituiscono una prova definitiva e perdono di qualsiasi significato se l’insegnamento loro collegato è antibiblico. Come per l’ispirazione della Bibbia, restano dei dubbi circa la manifestazione del dono profetico nella vita di Ellen G. White. Tuttavia il dono parla per conto proprio ed è la migliore testimonianza di se stesso. Né noi, né i racconti di fatti miracolosi potrebbero e dovrebbero aggiungere qualcosa; ognuno di noi ha prove a sufficienza davanti agli occhi per prendere la propria posizione consapevole riguardo al dono, senza farsi condizionare dalle domande senza risposta che potremmo ancora avere noi che «vediamo come in uno specchio, in modo oscuro» (1 Cor 13:12).

venerdì 27 marzo APPROFONDIMENTO

Preghiamo per: Lautizi Laura (U) Meditazione del mattino: 2 Timoteo 2:10

Tramonto del sole: ore 18,31

«Attitudes Toward the Testimonies», pp. 40-48, in Selected Messages vol. 1.

Generalmente, l’ostilità o l’indifferenza per i libri di Ellen G. White producono: 1. Una lettura insufficiente della sua opera per riconoscere e comprendere dei consigli nel loro insieme ben equilibrati. 2. L’incapacità di riuscire a cogliere la giusta relazione tra ciò che ha scritto e la Scrittura. 3. L’impossibilità di riconoscere la vera natura dell’ispirazione divina. 4. L’incapacità di saper cogliere il principio del contesto di tempo e luogo abbinato ai suoi consigli. 5. L’ignoranza di riuscire ad ammettere che i suoi consigli sono importanti anche nel presente. 6. La mancanza di acume per capire che se da una parte ci sono le prove sufficienti per convincere chi ha un cuore onesto, dall’altra il Signore non rimuove ogni possibilità di dubbio. 7. La non disponibilità a fare dei sacrifici per abbandonare qualche abitudine o uso che ci sta a cuore, ma che sembra non compatibile con i consigli che si trovano negli scritti di Ellen G. White.

Buona parte del dissenso verso lo Spirito di profezia potrebbe scomparire se:

1. Smettessimo di utilizzare qualche frase o paragrafo prediletto come fosse una clava per colpire qualcun altro. 2. Ognuno applicasse a se stesso i consigli invece di volerli necessariamente imporre a terzi. 3. Evitassimo di ci-tarla senza sapere da dove proviene la citazione (esistono al riguardo troppi detti apocrifi). 4. Ci astenessimo dal discutere una sua particolare frase senza aver studiato tutto quello che ha detto su tale soggetto (la conoscenza parziale può essere più pericolosa dell’ignoranza). 5. Ammettessimo che l’incapacità di riuscire a mettere in pratica i consigli dati da Ellen G. White non ha niente a che vedere con l’affidabilità delle sue visioni e dei suoi insegnamenti. Tratto da Believe His Prophets, Denton E. Rebok, The Review and Herald Publishing Association, Washington, D.C., 1956, pp. 309-312. Domande per la discussione

1. Quali sono le benedizioni che la chiesa avventista ha ricevuto grazie al ministero di Ellen G. White? In che modo i suoi libri hanno condizionato la crescita spirituale personale dei presenti? Quali conflitti hanno invece fatto sorgere? Qual era la loro origine e come si può aiutare chi ne è vittima a gestirli? 2. Alcuni fratelli manifestano dubbi su Ellen G. White. Come possiamo contribuire, in modo equilibrato e positivo, alla comprensione del dono? 3. Quali sono le cose imparate in questo trimestre che ti hanno aiutato a comprendere meglio lo Spirito di profezia? Quali posizioni hai dovuto rivedere? A quali nuove intuizioni sei giunto? Quali dubbi ti restano?

FONTE: http://avventisti.it/sito/bibbia_dettagli.asp?id=424