25/04/2009
5. LA RIVELAZIONE
25 aprile - 1 maggio
Letture: Esodo 7:1-6; Salmi 19:1-4; Romani 1:18-20; 2 Timoteo 3:14-16; Ebrei 1:1-3
«Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato l'universo» Ebrei 1:1,2
Per alcuni, Dio rappresenta un potere distante che in un tempo remoto ha dato l'impulso al mondo, ma che non interferisce più con gli eventi del pianeta. Non si tratta certo del Dio descritto nella Bibbia, il quale dimostra profusamente di essere un Dio d'amore, il Creatore che continua ad avere un profondo interesse per le sorti delle sue creature. Egli è il Dio del patto, che cerca di stabilire un legame con gli esseri fatti a sua immagine.
Questo Dio è un grande comunicatore e le parole umane non riescono a spiegare esaurientemente chi e che cosa sia, ma il dato che egli parli costantemente al suo popolo è estremamente significativo. Appena creato Adamo, Dio gli parlò; subito dopo che il primo abitante della terra ebbe peccato lo chiamò a lui e gli disse: «Dove sei?» (Gn 3:9). E da allora Dio ha sempre comunicato con gli uomini, in svariati modi (Eb 1:1). Anche l'ultima pagina della Scrittura conferma quanto appena detto, nell'appello divino: «Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni"» (Ap 22:17).
Questa settimana analizzeremo i diversi modi scelti dal Signore per comunicare con noi oggi.
Uno sguardo alla settimana
Il Dio che parlò al mondo si rivolge a tutti coloro che vogliono ascoltarlo.
Salmo 19:1-4, Romani 1:18-20. Sono due tra i testi più citati quando è in discussione il concetto di rivelazione divina attraverso la natura. Riassumi brevemente l'insegnamento di questi versetti.
«Dio ci ha posti in mezzo a uno scenario naturale magnifico per suscitare il nostro interesse. Egli vuole che associamo le meraviglie del creato al suo carattere. Se studiamo con cura il libro della natura avremo la possibilità di contemplare la potenza e l'amore infiniti di Dio» - AH, p. 144 [55].
Chi crede nella Bibbia troverà conferma della convinzione che ammirando il cielo stellato o gli alberi maestosi di una foresta, ma anche il tramonto del sole dietro le cime innevate dei monti, osserva l'opera di un creatore potente e pieno d'amore. Quando guarderà un'aquila in volo, apprezzerà la vista di un tulipano, o si meraviglierà davanti alla complessità del corpo umano, avrà le prove delle qualità di un Dio invisibile e concorderà sul fatto che la natura proclami la gloria di Dio.
Ma i passi biblici ci fanno fare un ulteriore salto in avanti; secondo quanto affermano, anche un non credente, osservando la natura, riuscirà a intravedere la potenza divina che ha progettato e realizzato tutto ciò. Nel mondo attuale, non sono poche le persone che chiudono gli occhi davanti a questo aspetto; permeate dal pensiero evoluzionistico, cercano di spiegare tutto ciò che esiste in termini di casualità e necessità. Ma, progressivamente, gli studiosi stanno ammettendo che è talmente evidente la presenza di un disegno intelligente che può essere ignorata solamente da chi rifiuta ottusamente di vederla.
Qual è la spiegazione più logica e ragionevole per la bellezza e la complessità della vita? Il caso o una creazione pianificata e densa di significato?
Salmo 19:1-4, Romani 1:18-20. Fino a che punto Dio viene rivelato nella natura? Quali sono le cose riguardanti il Creatore che la natura non ci svela? Quali sono gli altri aspetti a noi noti di Dio che non si possono cogliere ammirando le glorie del creato?
La «coscienza» viene talvolta definita la facoltà, o il principio intrinseco, che ci aiuta a decidere tra il bene e il male. Anche chi non crede in Dio generalmente ha in qualche modo l'acume di saper distinguere ciò che è moralmente accettabile da ciò che va rifiutato (Rm 2:14,15).
Il cristiano crede che Dio sia il legislatore supremo e che abbia posto nell'uomo una coscienza, anche se il peccato ha poi reso meno efficace questo strumento donatoci dal Signore per fare delle scelte eticamente corrette. Nella maggior parte delle traduzioni bibliche non troviamo la parolacoscienza nell'Antico Testamento, mentre ricorre spesso nel Nuovo. Che il termine compaia o meno, il concetto è presente oltre ogni ragionevole dubbio in tutta la Scrittura.
Pensa ad alcuni episodi biblici dove è evidente l'impatto della coscienza nella vita delle persone(per es., Genesi 42:18-23, Matteo 27:3-5, Giovanni 8:1-9, Daniele 5)
Per quanto importante, la nostra coscienza non è sempre completamente affidabile. Osserviamo infatti che individui coscienziosi spesso giungono a conclusioni molto diverse sull'opportunità di agire in circostanze particolari.
Paolo ne era ben consapevole, come dimostra la sua acuta affermazione di 1 Corinzi 4:4: «Infatti non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però sono giustificato; colui che mi giudica è il Signore».
Lo stesso apostolo avverte però che si può anche fare resistenza all'influsso della nostra coscienza; per certe persone, infatti, è come se fosse marchiata a ferro caldo (1 Tm 4:2) o contaminata (Tt 1:15). Esistono però anche dei sistemi per riuscire ad affinarla, per esempio rimanendo in costante sintonia con Dio con la lettura regolare della sua Parola e una comunione frequente con lui mediante la preghiera. Questo tipo di atteggiamento ci renderà più sensibili alla voce dello Spirito, che può parlarci attraverso la nostra coscienza.
In che modo giungi a prendere decisioni importanti dal punto di vista morale? Ascolti la tua coscienza? Come fare a essere certo che quella vocina proveniente dal tuo intimo non sia cancellata da altre voci presenti dentro e intorno a te? Come sapere se è il caso o meno di fidarsi della propria coscienza? Qual è l'ultima volta che ti sei lasciato guidare dalla tua coscienza e ti sei ritrovato ad aver fatto una scelta eticamente sbagliata?
Diverse persone hanno una concezione molto limitata del dono di profezia, che viene visto essenzialmente in termini di predizione, mentre i profeti sarebbero coloro i quali hanno dato il loro nome a un certo numero di libri della Bibbia. Le cose non stanno così; il Signore si è servito dei profeti affidando loro un raggio d'azione molto più ampio di quello che si potrebbe credere. E la profezia non consiste esclusivamente nell'annunciare degli eventi futuri, ha un significato ben più vasto.
In che misura la relazione tra Mosè e suo fratello Aaronne illustra il significato chiave della parola profeta? Esodo 7:1-6
Questi passi evidenziano la vera opera di un profeta. Mosè, considerato egli stesso un grande profeta (Dt 34:10-12), era assistito dal fratello, che faceva da portavoce. «Mosè è come Dio per Aaronne, il quale è un profeta per il faraone. L'idea manifesta è che i profeti non confezionano con le proprie mani i loro discorsi ma semplicemente riferiscono quanto hanno udito da Dio» - Jon Dybdahl, The Abundanto Life Bible Amplifier: Exodus, Pacific Press® Publishing Association, Boise, Idaho, 1994, p. 80.
Un profeta è un uomo o una donna che parla per conto di Dio, le cui parole hanno autorità perché il messaggio proviene dal Signore, anche se il profeta può scegliere il linguaggio per veicolare tale messaggio. Il Signore si è affidato piuttosto regolarmente a questo modo di comunicare, come sottolineò Amos quando disse: «Poiché il Signore, Dio, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti» (Am 3:7).
Cosa dice la Scrittura a proposito della continuità del dono di profezia oltre l'epoca dell'Antico Testamento? Osserva i seguenti esempi tratti dal Nuovo Testamento. Quali sono le tue conclusioni?
1. Profeti citati per nome (Lc 1:67; 2:36; At 13:1)
2. Dono durevole (1 Cor 12:28; 14:1-5)
3. Falsi profeti (2 Pt 2:1; Ap 2:20)
4. Una caratteristica della chiesa del rimanente (Ap 12:17; 19:10)
Quale influsso hanno determinato nella tua vita gli scritti di Ellen G. White (che possedeva il dono di profezia)? In che modo ti ha parlato il Signore attraverso il suo ministero? Cosa potresti fare per avere miglior giovamento dalle benedizioni di questo dono?
Molte delle cose che Dio ha rivelato in passato per mezzo dei suoi profeti non sono state tramandate e non se ne trova traccia nella Bibbia. Ma alcune di quelle rivelazioni, ricevute da poche decine di persone in un lasso di tempo di circa 1.500 anni, sono state messe per iscritto. La compilazione di questi testi è la nostra Bibbia. Gesù e i suoi contemporanei dettero grande valore a quei libri che oggi chiamiamo Antico Testamento. La Scrittura ora comprende anche i vangeli e altri libri apostolici che risalgono alle origini della chiesa cristiana.
Paolo lodò Timoteo per la sua diligente lettura della Parola di Dio che, disse, è capace di dare la saggezza che porta alla salvezza. In questo contesto, come descrive l'apostolo ulteriormente l'influsso della Parola scritta di Dio? 2 Timoteo 3:14-16
«Mentre contempliamo le grandi cose della Parola di Dio, guardiamo dentro a una fontana che si allarga e diventa sempre più profonda sotto il nostro sguardo fisso. La sua larghezza e la sua profondità vanno oltre la nostra conoscenza; mentre la rimiriamo, la visione si amplia; si stende davanti ai nostri occhi e contempliamo un mare senza confini e senza riva. Tale studio ha un potere rivitalizzante, la mente e il cuore acquisiscono nuova energia, nuova vita. Questa esperienza è la prova suprema dall'autorità divina della Bibbia. Riceviamo la Parola di Dio come fosse cibo per l'anima, analogamente al pane che riceviamo quale nutrimento per il nostro corpo» -MLT, p. 26.
La vendita di Bibbie oggi ha numeri superiori a quelli di qualsiasi altra epoca. In commercio continuano ad apparire nuove versioni pensate per gruppi di riferimento ben precisi; ce ne solo alcune che sono più accessibili ai neofiti, e altre che invece meglio si prestano a un uso liturgico. Si tratta sicuramente di un dato positivo, ma che non coincide necessariamente con una più diffusa lettura della stessa. Ci sono infatti indicatori secondo i quali nel mondo cristiano, avventisti compresi, lo studio della Bibbia sarebbe in declino. Oggi, molti non conoscono la propria Bibbia approfonditamente come accadeva invece nella generazione che ci ha preceduto. Ma ci assumiamo un rischio eterno se decidiamo di ignorare la Parola di Dio, che ha il potere di parlarci sempre come fosse una novità ogni volta che l'apriamo.
Quanto tempo hai dedicato la settimana scorsa alla lettura della Bibbia? E il mese passato? La lettura della Bibbia ha un ruolo di spicco nella tua agenda quotidiana? Paragona il tempo passato a guardate la televisione con quello dedicato alla lettura della Bibbia. È arrivato il momento di fare dei cambiamenti?
Ricevere regolarmente delle lettere da una persona può essere in prospettiva un percorso per conoscere più intimamente quell'individuo. Se riceviamo anche una foto, ci sarà svelata un'altra dimensione di quella persona. Ma non potremo mai dire di conoscerla davvero fino a quando non avremo passato del tempo faccia a faccia.
Per colpa del peccato, Dio non ha più potuto essere unito a noi come accadeva con Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden. Nonostante abbia comunicato con l'uomo in vari modi, tutti efficaci, voleva donarci un quadro più completo di se stesso. E ha trovato il modo di farlo attraverso Gesù.
In che modo Dio ci ha messo a disposizione questa piena rivelazione di se stesso? Giovanni 1:1,2; 14:9; Ebrei 1:1-3
L'analisi precisa delle parole di Giovanni 1:1 è importante: Giovanni non dice che Dio ha mostrato se stesso nella carne, o è apparso in carne; piuttosto, afferma che Gesù è diventato carne in un momento definito della storia. Egli è sceso dall'alto ed è diventato come un uomo, ossia si è rivestito della nostra umanità. Il fatto che Gesù Cristo, nostro Signore, il figlio eterno di Dio, si sia fatto uomo per la nostra salvezza resta probabilmente il dogma per eccellenza della fede cristiana, basilare per ogni denominazione.
Qual è la relazione tra la rivelazione di Dio nella Scrittura e quella in Gesù Cristo? Giovanni 5:36-40
Qualcuno concepisce lo studio della Bibbia come un fine. In realtà, esistono molti studiosi biblici estremamente dotati che non credono affatto in Dio. Ma leggere il testo sacro senza cercare di conoscere il Signore in esso rivelato, equivale a sperare che la lettura di una ricetta sazi lo stomaco.
Gesù Cristo è il nucleo centrale della Scrittura; la Bibbia parla di lui, di quello che ci ha rivelato in merito alla natura e al carattere di Dio. La Parola non ci salva, ma è la fonte autorevole della verità che rimanda all'unico in gradi di farlo, Gesù di Nazaret.
Un conto è leggere la Bibbia, un altro è conoscerla; e un altro ancora recitare versetti a memoria. Conosci il Signore in essa rivelato? In che modo si può leggere la Bibbia e allontanarsi da una conoscenza più approfondita di Dio?
«Sono molti i canali di cui Dio si serve per rivelarsi all'uomo e per indurlo a mettersi in contatto con lui. La natura è uno di questi; essa ci invia continuamente messaggi d'amore e di gloria che ogni persona sensibile sa scorgere. Il verde dei campi, i grandi alberi, le gemme e i fiori, le nuvole leggere, la pioggia, il gorgoglio dei ruscelli, le bellezze dell'universo parlano al nostro cuore e ci invitano a riconoscere colui che ha creato tutte queste meraviglie» SC, p. 85 [75].
Domande per la discussione
1. Fino a che punto la natura ci aiuta a scoprire Dio? Ci insegna qualcosa sul Signore della Bibbia, oppure semplicemente ci convince che deve esserci qualcosa o qualcuno dietro essa?
2. Discutere nella classe l'importanza di seguire la propria coscienza. Parlare anche dei pericoli che la cosa comporta. In che modo possiamo aiutare altre persone a sapere se e quando possono fidarsi dei suggerimenti della loro coscienza?
3. Quale ruolo hanno la cultura e l'educazione nella formazione della coscienza? In che misura il tuo contesto culturale ha condizionato la tua idea di giusto e sbagliato? Come fare a superare i condizionamenti culturali quando è necessario, vale a dire quando ti insegnano qualcosa di palesemente contrario all'insegnamento della Parola di Dio?
4. Se il dono di profezia è un dono spirituale per la chiesa di Dio, dobbiamo aspettarci che svolga una parte importante nei nostri tempi e che magari il Signore susciti altri profeti, analogamente a quanto fatto con Ellen G. White più di un secolo fa?
In sintesi
Dio desidera comunicare con noi. Lo fa attraverso la natura e parlando alla nostra coscienza. Nel corso delle varie epoche si è servito dei profeti e ha reso il dono profetico sempre fruibile, anche alla chiesa presente. La Bibbia, Parola scritta del Signore, rimane la guida divina per eccellenza del nostro pellegrinaggio. La sua attenzione è tutta rivolta a mostrare quello che Dio ha fatto per noi, in particolare con la sua sublime comparsa in questo mondo nella persona del Figlio, cosa testimoniata da tutta la Scrittura.