sexta-feira, 29 de maio de 2009

23/05/2009 - 9. IL PARADISO - 23 - 29 maggio

23/05/2009 - 9. IL PARADISO - 23 - 29 maggio

Letture: Ecclesiaste 9:5,6; Colossesi 1:10-14; 1 Tessalonicesi 4:13-18; Apocalisse 21:1-4,8.

 

«Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi» Giovanni 14:2,3

 

Per molti il termine paradiso ha perso significato, è un concetto che appartiene al mondo delle favole. Sostengono che se crediamo in un altro tipo di vita oltre quella terrena, deludiamo noi stessi. Qualcuno afferma addirittura che sia sbagliato dire che esiste un paradiso, perché limita gli sforzi della gente nel cercare di ottenere il massimo dalla propria vita. Ma anche diversi cristiani si angustiano nel dubbio che il paradiso non sia un luogo reale.

Dovremmo allora interpretarlo come fosse uno stato della mente? Dall'altra parte c'è una vasta schiera di credenti convinta che alla morte l'anima abbandoni il corpo per entrare in paradiso e andare a vivere con Dio.

Confidano che i loro genitori, coniugi o figli, che li hanno preceduti nella morte, siano adesso accanto al Padre eterno e che solo pochi anni li separino dal ricongiungimento con i loro cari. Qual è la verità su questa basilare questione?

 

Uno sguardo alla settimana

Perché la promessa del paradiso è così importante? Come sarà la vita in quel luogo? Come possiamo pregustarla in anticipo oggi? Quale sorte attende gli individui le cui scelte escludono la possibilità di andare nel cielo?

È quasi incredibile constatare che tra i cristiani sia diventata dominante l'idea di un'anima immortale, separabile dal nostro corpo e pronta a salire in cielo nel momento stesso della morte biologica. Satana ha abilmente sfruttato le idee dei filosofi ellenici per ripetere la propria menzogna nel giardino dell'Eden: «No, non morirete affatto» (Gn 3:4).

 

Cosa insegnano questi versetti circa la vera natura della morte?

 

1 Re 11:21 - Salmo 13:3 - Ecclesiaste 9:5,6 - 1 Corinzi 15:51

 

Nel momento del decesso entriamo in uno stato di incoscienza che la Bibbia paragona al sonno; inconsapevoli di ciò che continua ad accadere nel mondo, attendiamo il momento della risurrezione. Solo allora la gran moltitudine dei redenti entrerà in paradiso per unirsi ai pochissimi, come Enoc ed Elia, che li hanno preceduti! Dal momento in cui chiuderemo gli occhi, la prima cosa che rivedremo sarà Gesù nel giorno del suo ritorno; per chi muore in lui, faranno poca differenza che ciò avvenga tremila anni o un giorno prima della sua venuta, perché dopo essersi addormentati la prima cosa di cui avremo coscienza sarà Gesù tornato per portarci con sé. Sarà come se fosse trascorso solo un istante!

 

Qual è la verità sul nostro futuro impresso nel regno celeste? Giovanni 14:1-3; 1 Tessalonicesi 4:13-18

 

«Nel Nuovo Testamento la beata speranza non evidenzia mai la morte individuale, ma sempre il ritorno di Cristo, la risurrezione e la traslazione dei santi per incontrarlo tutti insieme nello stesso momento. I santi possono trovare conforto in ciò che avverrà nel futuro e non nell'istante del decesso» - Norman Gulley, Christ is Coming, Review and Herald® Publishing Association, Hagerstown, Md., pp. 293,294.

 

Perché la promessa del paradiso è così importante per noi? Se il paradiso non esistesse e tutto si consumasse in questa vita, quale speranza coltiveremmo?

Non tutti saranno salvati, alcuni saranno perduti per l'eternità. Gli uomini sono stati dotati di libero arbitrio; una volta qualcuno ha così espresso il concetto: ci sono due tipi di individui, quelli che dicono "Signore, sia fatta la tua volontà", e quelli ai quali Dio dice: "Io devo rispettare la tua scelta; sia fatta la tua volontà". Alla fine, nessuno ha chiesto di nascere e noi ci troviamo qui solo perché siamo stati creati senza il nostro consenso. Dio ci offre la speranza della vita eterna, se scegliamo di accoglierla; altrimenti, torneremo al nulla dal quale proveniamo. In definitiva, si sarà trattato di una decisione nostra.

 

L'intera umanità è attesa da due possibili sorti definitive. Quali sono? Matteo 25:46; Giovanni 5:29; Apocalisse 21:1-4,8

 

Il paradiso è una realtà concreta, un luogo nel quale Dio vive insieme agli altri componenti della divinità e a una schiera di angeli immacolati. E nel quale vivremo anche noi se resteremo dalla parte del Signore. Quando Cristo tornerà e ci sarà la prima risurrezione, i santi risorti accompagneranno il Messia in cielo, dove resteranno per un millennio (Ap 20:4-6). Passati i mille anni si verificheranno una serie di eventi che culmineranno nella creazione di «nuovi cieli» e di una «nuova terra» (Ap 21:1), nei quali i salvati vivranno per sempre.

Ma anche l'inferno è una realtà. La credenza popolare in un luogo dove i peccatori saranno tormentati e arderanno per l'eternità non trova alcun supporto biblico. Ma nemmeno l'altra idea, secondo cui alla fine tutti saranno salvati. Chi rigetta la buona novella della salvezza e si rifiuta di ubbidire a Dio sarà giudicato e condannato, e conoscerà una morte dalla quale non ci sarà più ritorno. Chi crede che tutti saranno salvati sostiene che un Dio d'amore non potrà mai permettere che qualcuno si perda una benedizione eterna. Arrivano al punto di affermare che Dio è la personificazione dell'amore e vuole salvare tutti gli uomini e tutte le donne.

Ma non tutti si salveranno, purtroppo, e Cristo non sarebbe potuto essere più esplicito al riguardo: «In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita»; poi però aggiunge: «Quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio» (Gv 5:24,29).

Resta una scelta nostra; potremo andare in paradiso se scegliamo di credere in Dio e saremo disposti a diventare discepoli di suo Figlio, Gesù Cristo.

Quando accettiamo Cristo come nostro salvatore entriamo in una nuova dimensione dell'esistenza. Sebbene ancora soggetti agli effetti del peccato (invecchiamento, malattia e il sonno temporaneo della morte), abbiamo già ricevuto a tutti gli effetti la vita eterna.

È importante non perdere mai di vista questo elemento; siamo nati di nuovo e abbiamo una nuova vita in Cristo; chi gli avrà dichiarato la propria devozione farà parte dei figli di Dio (1 Gv 3:2), i quali sono «passati dalla vita alla morte», come afferma Gesù (Gv 5:24). Sono diventati cittadini del regno di Dio nel momento in cui hanno incarnato nella propria esistenza i valori di quel regno. Adesso hanno una guida diversa e il loro interesse più profondo non è legato alle cose di questo mondo, ma guarda alla città eterna.

 

Come espresse Gesù la realtà della cittadinanza del regno per i suoi fedeli già in questo mondo? Luca 17:21; Giovanni 14:27

 

Quale conferma troviamo nelle parole di Paolo? Romani 14:17; Colossesi 1:10-14

 

 Ma non è tutto. Quello che sperimentiamo del regno celeste mentre siamo ancora su questa terra è solo un antipasto dell'«eredità» attesa e ce la fa desiderare ancora di più. Quando Gesù tornerà in gloria, «tutte le genti saranno riunite davanti a lui» (Mt 25:32). «Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo"» (v. 34). È il momento atteso da tutti i figli di Dio. Finalmente a casa! «L'amicizia dei redenti è preferibile all'amicizia del mondo, abitare le dimore che il Signore è andato a preparare è meglio che possedere i più sontuosi palazzi della terra, e le parole che il Salvatore rivolge ai suoi servi fedeli valgono molto più di tutte le lodi del mondo: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo"» - COL, p. 374 [261].

 

Rileggere i versetti della lezione odierna. Hai sperimentato cosa significano le promesse in essi contenute? Le tue scelte potrebbero ostacolare la piena adesione alle gioie che Cristo ti offre a partire da subito?

Ti sei mai chiesto come sarà vivere nei nuovi cieli e nella nuova terra? Ci riconosceremo? Vivremo un'eterna gioventù? Cosa faremo quando saremo lì? Avremo le nostre occupazioni personali oppure canteremo soltanto le lodi del Signore? Viaggeremo verso altri luoghi dell'universo? Quanto ricorderemo della nostra esperienza terrena? Non siamo i primi a porci queste domande.

 

Cosa volevano sapere i sadducei a proposito della vita futura? Matteo 22:23-28

Che cosa rispose loro Gesù? Matteo 22:29,30

 

L'affermazione di Gesù riportata in Matteo 22 è inserita nel contesto di una discussione con i sadducei. Essi erano un gruppo di capi ebrei che negavano la possibilità di una risurrezione corporale. È evidente che non era nelle intenzioni del Maestro dare una descrizione accurata delle condizioni della vita eterna. Il contesto fa trasparire con chiarezza come Gesù volesse sottolineare che la morte era stata sconfitta. Egli indica qualcosa che trascende la realtà della morte e della risurrezione; chi muore è al sicuro nella sua memoria ed egli pertanto può continuare a essere chiamato il Dio di Abraamo, Isacco e Giacobbe.

Nondimeno, la sottolineatura di Gesù segnala che risusciteremo dotati di quell'identità unica e distintiva che abbiamo avuto in questa vita momentanea, nel segno di una continuità; ma ci saranno elementi di discontinuità a bizzeffe.

 

Quali cose non conosceremo più nella nuova terra? Apocalisse 21:1,4,22-27; 22:5

 

Chi di noi ama andare in vacanza sulle spiagge potrebbe essere deluso apprendendo che il mare «non ci sarà più». Tuttavia, per le persone che per prime udirono queste parole, il mare rappresentava una minaccia. Israele non è mai stata una nazione marinara. Per ragioni valide, temeva le oscure profondità degli abissi. E grazie a diversi racconti dei vangeli, sappiamo che persino l'attraversamento del lago di Galilea poteva trasformarsi in un'esperienza terrificante. L'apostolo Giovanni ci dice che nel nuovo mondo che Dio creerà tutto ciò che potrebbe rappresentare una potenziale minaccia sarà rimosso e non ci sarà niente che possa essere per noi un pericolo. Saremo sempre al sicuro!

 

Prova a immaginare un mondo senza malattia, morte, paura, angoscia, un mondo nel quale sia possibile solo crescere in conoscenza e amore. Quali sono le cose del mondo attuale che rappresentano un assaggio di quello che verrà? Immagina e concentrati su questa nuova esistenza. Che cosa ti aspetti in particolare?

Abbiamo tutti i motivi per credere che nella nuova terra riconosceremo le persone che abbiamo conosciuto in questa vita. I nostri corpi rinati somiglieranno a quello del Signore risorto; quando egli apparve ai discepoli dopo la sua risurrezione era chiaramente riconoscibile da chi era stato insieme a lui prima che morisse. Che gioia inesprimibile sarà riunirci con i cari che abbiamo perso; ma l'esperienza suprema sarà incontrare il Signore dell'universo, il privilegio unico di stare accanto all'Alfa e all'Omega.

 

Quale certezza abbiamo di incontrare il Signore dei signori? 1 Tessalonicesi 4:16,17; Apocalisse 21:22,23

 

Non possiamo ancora immaginare come sarà incontrare il nostro salvatore; quante domande vorremo fargli! I dubbi che spesso abbiamo avuto voglia di esprimere a parole finalmente riceveranno una risposta definitiva. Capiremo perché Dio abbia permesso prove pesanti e tentazioni nel corso della nostra esperienza terrena. Non dubiteremo più della saggezza e della bontà divine, qualunque diffidenza si dissiperà quando capiremo perché Dio abbia lasciato che avvenissero determinate cose. E solo allora ci renderemo conto a pieno quanto siamo stati protetti da ogni genere di pericolo.

 

Quale sarà un aspetto dominante della vita eterna? Romani 14:11; 1 Timoteo 1:17; Apocalisse 5:13

 

Vita eterna significa cantare lodi eterne e adorare il re. Perché? Perché egli merita la nostra adorazione: «Il pensiero che il Creatore di tutti i mondi, l'Arbitro di tutti i destini, abbia acconsentito a rinunciare alla sua gloria e umiliarsi per amore dell'uomo, susciterà sempre la meraviglia e l'adorazione dell'universo. Quando i redenti contempleranno l'eterna gloria del Padre che risplende sul viso del Salvatore, quando vedranno il suo trono che di eternità in eternità non avrà mai fine, allora intoneranno il canto: "Degno, degno è l'Agnello che è stato ucciso e che ci ha riscattati con il suo prezioso sangue"» -GC, pp. 651,652 [509].

 

Come sarà per te incontrare Gesù faccia a faccia? Cosa credi che gli dirai e perché? Cosa pensi che ti dirà lui?

Ellen G. White ha scritto una quantità di pagine sul paradiso e sul nostro ingresso nel regno celeste. I capitoli finali del Gran conflitto offrono una sublime descrizione di ciò che sarà nostro.

 

«"Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi" (Ap 21:1). Il fuoco che consuma i malvagi purifica la terra. Ogni traccia della maledizione viene spazzata via. Nessun inferno che arde eternamente ricorderà ai redenti le terribili conseguenze del peccato. Solo un ricordo resterà: il nostro Redentore porterà per sempre i segni della sua crocifissione. Le uniche tracce della crudele opera effettuata dal peccato saranno impresse nella sua testa ferita, nelle sue mani e nei suoi piedi» - SR, p. 430.

 

Domande per la discussione

1. Come affrontare la questione della salvezza per chi non ha mai udito il nome di Cristo? Perché possiamo essere certi che Dio non si è mai dimenticato di queste persone?

2. La Bibbia descrive la morte come un sonno, uno stato di incoscienza. Come spiegare allora quelle esperienze di persone in coma che dicono di aver visto esseri celesti avvolti da una luce luminosa, oppure parenti e amici defunti? In che modo possiamo aiutare queste persone a capire che ciò che hanno provato potrebbe non essere quello che pensano?

3. In che modo certi individui hanno abusato della promessa della vita eterna così da poter manipolare altri uomini per interesse personale o politico? Rischiamo anche noi, per certi versi, di macchiarci di una colpa analoga, anche se su scala meno eclatante? In che modo?

 

In sintesi

SIAMO UN POPOLO CON UN DESTINO CHE VA BEN OLTRE LA NOSTRA BREVE ESISTENZA SU QUESTA TERRA. SIAMO CITTADINI DEL REGNO CELESTE, UN REGNO SIA PRESENTE, SIA FUTURO. È GIÀ PRESENTE IN MEZZO A NOI MA SI CONCRETIZZERÀ A PIENO IN TUTTA LA SUA GLORIA QUANDO CRISTO TORNERÀ PER PORTARCI NELLA SUA CASA. LA VITA ETERNA ALLA PRESENZA DI DIO SARÀ NOSTRA.

FONTE: http://avventisti.it/sito/bibbia_dettagli.asp?id=434