5. CAMMINARE NELLA LUCE: RINUNCIARE ALLE COSE DEL MONDO
25 - 31 luglio
Letture: Daniele 5:13; Giovanni 15:19; Colossesi 1:14; 2:8,13; 2 Pietro 3:10-12; 1 Gio-vanni 2:12-17
«Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui» 1 Giovanni 2:15
Nel 1933 lo scrittore francese Andrè Malraux pubblicò Il destino dell'uomo, racconto di una sfortunata sommossa marxista avvenuta negli anni Venti a Shangai, in Cina. Nel romanzo, un terrorista marxista, Ch'en, sta camminando per strada quando viene avvicinato dal suo primo insegnante (un pastore cristiano) e i due cominciano a conversare della perdita di fede del giovane. L'insegnante non sa che in quel momento Ch'en sta trasportando un ordigno esplosivo e sta per compiere un attentato politico! Ch'en risponde di non aver perso la fede, ma di averla semplicemente riversata nella politica, ecco tutto.
«Quale fede politica», gli chiede con tristezza l'insegnante, «distruggerà la morte?». In pratica gli dice che nessuna idea politica o utopia che spera di realizzare riuscirà a sconfiggere definitivamente il grande flagello dell'umanità: la morte.
Pur continuando a mostrarci cosa voglia dire «camminare nella luce», i testi di questa settimana ci rimandano alla provvisorietà del nostro mondo, che viene messa a confronto con la vita eterna donata solo da Dio.
Uno sguardo alla settimana
Su che base possiamo sapere che i nostri peccati sono perdonati? Che cosa vuol dire conoscere Dio? Cosa significa non amare le cose del mondo? Qual è il destino della terra?
«Figlioli, vi scrivo perché i vostri peccati sono perdonati in virtù del suo nome» 1 Giovanni 2:12
In 1 Giovanni 2:12-15, l'apostolo si rivolge a «padri», «figlioli» e «ragazzi». Nonostante le varie ipotesi avanzate su cosa volesse intendere con questa divisione, secondo noi i «figlioli» si riferiscono a tutti i membri di chiesa, perché Giovanni usa l'espressione che esprime questo significato in tutta l'epistola (1 Gv 2:1,12,28; 3:7; 4:4; 5:21). I «padri» rappresentano i membri più anziani e i «ragazzi» quelli più giovani. In pratica, si rivolge a tutti.
In 1 Giovanni 2:12, l'autore dice ai suoi lettori che tutti i loro peccati sono stati perdonati. Su quali elementi fonda questa affermazione? Perché per i cristiani è importante sapere che i loro peccati sono stati perdonati? Atti 5:31; Efesini 4:32; Colossesi 1:14; 2:13
Giovanni vuole che i suoi interlocutori, vale a dire i membri di chiesa fedeli, abbiano la certezza assoluta della salvezza. Egli fa un riferimento alla precedente discussione sul tema del peccato che troviamo in 1 Giovanni 1:9 e 2:1,2 evidenziando come essere cristiano implichi tale perdono. I credenti non negano la loro condizione di peccatori, ma hanno accettato la salvezza mediante Gesù Cristo e dunque vivono con la certezza di essere stati perdonati.
Il punto cruciale per ogni credente è capire che il presupposto della propria salvezza è solo in Gesù e in quello che egli ha fatto per ciascuno. Ecco perché Giovanni parla di un perdono non basato sulle buone azioni di chi lo ha ricevuto, ma piuttosto «in virtù del suo nome», ovvero grazie a Gesù e al suo sacrificio. E quindi nel mezzo del proprio discorso dedicato alla vittoria, all'ubbidienza, Giovanni vuole che i cristiani si ricordino che la salvezza si ottiene esclusivamente grazie a Cristo.
Quanto è importante per te sapere che i tuoi peccati sono stati perdonati? Dove saresti oggi se avessi dei dubbi in merito? Perché è fondamentale ricordare sempre che il presupposto del perdono si trova in Gesù e non in noi?
Leggere 1 Giovanni 2:13,14. Cosa ti comunicano questi versetti? Quale messaggio positivo veicolano e in che modo è trasferibile nella nostra esperienza?
Ai giovani viene ricordato che conoscono il Padre, mentre ai padri che lo conoscono fin dal principio; naturalmente si sta parlando di Gesù. «Fin dal principio» (1 Gv 1:1) è riferito al Maestro. L'interpretazione sembra acquisire ancora maggior senso in questi passi, dove si dice che il Padre e colui che è fin dal principio (Gesù) sono due persone distinte. Quando l'apostolo si rivolge una seconda volta ai giovani, ripete la frase «avete vinto il maligno», ma amplia il concetto. I giovani non hanno sconfitto solo il male, ma lo stesso Satana, perché appartengono a Cristo e rivendicano la sua vittoria.
Il testo originale indica che il successo è stato conquistato nel passato, ma i risultati si vedono nel presente. I giovani hanno anche una grande forza spirituale e la «Parola di Dio» dimora in loro. La Parola di Dio richiama colui che l'ha ispirata, lo Spirito Santo (Ef 6:17; 2 Pt 1:21), per questo alcuni commentatori hanno affermato che in questi versetti troviamo un implicito riferimento alla trinità: Dio Padre, Gesù - colui che è dal principio - e lo Spirito Santo rappresentato dalla Parola di Dio. Alla fine i credenti autentici conoscono Dio, grazie a una personale relazione con lui.
In questi passi vengono dunque presentati gli elementi essenziali della vita cristiana: perdono dei peccati, conoscenza della divinità, vittoria sul male e Parola di Dio che vive in noi. Poiché i credenti sono consapevoli che Dio e la Parola vivono in essi, sono pronti a raccogliere le sfide lanciate nei vv. 15-17. Se nei vv. 12-14 ci sono espressioni affermative, il v. 15 inizia con un imperativo, un ordine: «Non amate il mondo».
Cosa significa conoscere Dio? Prova a riassumerlo scrivendo qualche riga; poi rifletti sulle tue parole e su quello che è il tuo rapporto con Dio.
1 Giovanni 2:15
I cristiani sono esortati a non amare il mondo. Quale definizione dà la Scrittura del termine «mondo»? Giovanni 12:19; 15:19; Atti 17:24; Romani 1:20; Colossesi 2:8; 1 Timoteo 6:7; Giacomo 4:4; Apocalisse 11:15
La parola kosmos (mondo) indica l'universo, la terra, l'umanità, il dominio dell'esistenza e il modo di vivere contrario a Dio. Esso ricorre oltre 20 volte in 1 e 2 Giovanni; il mondo ha bisogno di salvezza (1 Gv 4:14), eppure è ostile a Dio e al suo popolo (1 Gv 3:13). Esso si trova sotto l'egemonia del maligno (1 Gv 5:19), dei falsi profeti, di anticristi e ingannatori (1 Gv 4:1,3; 2 Gv 7). Non è sbagliato possedere i beni del mondo, che però dovrebbero essere condivisi con chi è nel bisogno (1 Gv 3.17). Il mondo, in sostanza, deve essere sconfitto (1 Gv 5:4,5).
Nelle epistole di Giovanni, il termine «mondo» ha un'accezione prevalentemente negativa, in quanto indica la ribellione al Signore. Nella Scrittura emerge un'interessante tensione relativa al nostro rapporto con il mondo; da un lato ci viene detto di non amarlo, ma dall'altro la Bibbia dice esplicitamente che Dio lo ama (Gv 3:16). È vero però che a noi viene raccomandato di non amare le cose che sono nel mondo, ma siamo altresì esortati più volte dalla Scrittura ad amare le persone, e queste si trovano senza ombra di smentita proprio nel mondo.
Come spieghi l'apparente contraddizione di cui abbiamo appena parlato? Come si fa ad amare le persone e a non amare il mondo, costituito prevalentemente da persone? Esistono altre cose al suo interno che possiamo amare? Quali?
La fine del v. 15 e l'inizio di quello successivo ci aiutano a capire che cosa abbia in mente Giovanni. Non dice che dovremmo odiare gli esseri umani o disprezzare il pianeta terra, ma piuttosto detestare le cose del mondo che, se messe al primo posto, ci impediranno di farci conoscere e vivere personalmente l'amore di Dio. Dobbiamo quindi tenerci alla larga da ciò che non ci permetterebbe di avere una relazione salvifica con il nostro Signore.
Con sincera onestà, quali sono alcune cose del mondo che ami, sapendo consapevolmente che sono sbagliate? Oppure, ci sono cose che in sé non sono negative, ma che tu ami più di Dio? Cosa ti occorre per accantonarle?
«Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo» 1 Giovanni 2:16
Mentre al v. 15 c'è un monito generale a non amare il mondo, il passo che segue fornisce qualche dettaglio. Che cosa vuol dire amare il mondo? Giovanni parla di tre cose: la concupiscenza della carne, quella degli occhi e la superbia della vita, aggiungendo che sono caratteristiche non del Padre, ma del mondo; eppure la nostra carne, i nostri occhi, la nostra vita vengono da Dio, allora qual è il problema? Da cosa ci mette in guardia Giovanni? La concupiscenza della carne, è ovvio, riguarda le passioni, anche se non deve essere limitata solo a quelle (Gal 5:19-21); quella degli occhi, anche se certamente legata alla carne, è qualcosa di più profondo, che ha a che vedere con i nostri pensieri, i nostri desideri, con le cose che ammiriamo e vorremmo possedere (Es 20:17).
Cosa intende Giovanni quando parla di «superbia della vita»? Di che cosa si tratta e perché è così deleteria? Giobbe 12:10; Atti 17:28
Il concetto di «superbia della vita» implica l'indipendenza da Dio. È come se fossimo stati noi stessi a creare la nostra vita, per cui la gloria e l'onore di ogni nostro traguardo ci spetterebbe di diritto. «Riconoscete che il Signore è Dio; è lui che ci ha fatti, e noi siamo suoi» (Sal 100:3). Accade invece che quando ci rendiamo conto che ogni respiro, ogni battito del cuore e tutto quello che abbiamo e che siamo proviene soltanto da Dio, dal quale dipendiamo totalmente, l'orgoglio è l'ultimo dei sentimenti presenti nel nostro cuore.
Per la nostra condizione di peccatori, con una vita legata completamente ed esclusivamente a Dio, e per l'assoluta incapacità di salvarci con le nostre forze dalla morte e dalla distruzione eterne, siamo incoraggiati a manifestare umiltà e mansuetudine, non certo orgoglio smisurato. Fu proprio l'orgoglio, pur vivendo in un mondo perfetto, a determinare la caduta di Lucifero; dal momento che noi abitiamo un mondo imperfetto, dovremmo fuggire da esso, come se si trattasse di una piaga.
Il tuo problema è legato alla concupiscenza della carne, a quella degli occhi o alla superbia della vita? Oppure a una combinazione di questi tre fattori? Qual è la tua unica speranza? Cosa aspetti per i necessari cambiamenti?
1 Giovanni 2:17
Al v. 16 l'apostolo espone la prima ragione per non amare il mondo: l'amore per esso e quello per il Padre sono incompatibili. Al versetto successivo aggiunge una seconda motivazione: non ha senso amare il mondo, perché non è permanente; è meglio e più saggio scegliere ciò che durerà perché in questo modo vivremo in eterno. L'umanità cede alla tentazione di vivere l'attimo, di lasciarsi ammaliare dalle cose materiali e di apprezzare solo ciò che si può vedere. Paolo aggiunge: «Cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.
Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria» (Col 3:1-4); e ancora: «Mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne» (2 Cor 4:18).
Cosa dice la Bibbia in altri libri a proposito della natura transitoria del mondo e del pianeta terra? Daniele 2:35; 1 Corinzi 7:31; 2 Pietro 3:10-12
In 1 Giovanni 2:8 l'apostolo aveva già affermato che le tenebre stanno passando; adesso usa lo stesso verbo per dire che il mondo passa via con la sua concupiscenza. Le cose di questo mondo sono transitorie e ciò dovrebbe essere per chiunque un dato certo. Le soluzioni politiche non potranno mai avere valore definitivo, non in un mondo transitorio, e noi insieme a esso.
Ma se le cose stanno in questo modo, come sopravvivere? Giovanni risponde: facendo la volontà di Dio. La corretta teologia è importante e l'apostolo cerca di respingere i falsi maestri e le loro teorie devianti su Gesù e il peccato; ma è altrettanto importante vivere una vita d'ubbidienza. L'etica non può essere scissa dalla teologia; le parole sante e le dottrine giuste non sono sufficienti; la nostra teologia deve essere vissuta.
Non facciamoci trascinare dal piacere di vivere su questa terra al punto da dimenticare il nostro obiettivo eterno; non compromettiamo il nostro amore per Dio lasciandoci attrarre da cose e da atteggiamenti che gli sono ostili.
Quali esempi dimostrano quotidianamente la natura passeggera delle cose di questa terra? Pur essendo chiaro che tutte quelle cose non potranno durare, perché continuiamo a vivere come se invece fossero eterne?
Leggere Testimonies for the Church, vol. 2, pp. 196,197.
«Molti che si professano cristiani spendono ogni anno ingenti somme di denaro per soddisfare capricci inutili e malsani, mentre tanti muoiono privi del pane della vita. Si deruba Dio nelle decime e nelle offerte, mentre si sacrifica per le proprie passioni più denaro di quanto se ne offra per aiutare i poveri e sostenere il Vangelo… Gli uomini amano soddisfare i piaceri dei sensi. "La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita" dominano le masse, ma i discepoli di Cristo hanno obiettivi più elevati… Alla luce della Parola di Dio, siamo nel giusto affermando che la santificazione non può essere genuina se non genera la totale rinuncia alle ambizioni e alle soddisfazioni terrene» - GC, p. 475 [372].
Guardandolo da un'angolatura positiva, questo brano ci dice: i cristiani genuini hanno una relazione molto intima con la divinità, manifestano una tenera ubbidienza, hanno ottenuto la forza per sconfiggere il maligno e la Parola di Dio dimora in essi; i loro peccati sono stati perdonati. Non amano il mondo ma lo respingono quando si dimostra ostile a Dio e alla sua causa.
Domande per la discussione
1. Il nostro mondo è assolutamente passeggero, non durerà per sempre; lo ammette persino la scienza. Quale speranza però, a differenza di quest'ultima, è in grado di offrirci la Bibbia?
2. Alcuni, nell'intento di rispondere all'invito a non amare il mondo, si isolano completamente da esso, spostandosi in monasteri o comunità radicalmente separate dalla normalità. È una buona o una cattiva scelta? Può essere buona solo in certi casi? Discutere insieme.
3. Parlare in classe delle varie risposte alla domanda di lunedì su cosa significhi conoscere Dio.
4. Perché la vittoria sul peccato è strettamente legata al concetto di «cammino nella luce»? Come ottenere questa vittoria?