22/08/2009
9. CREDERE NEL FIGLIO DI DIO
22 - 28 agosto
Letture: Matteo 16:24,25; Giovanni 1:1-3; 3:36; 5:24; Romani 6:1-6; Ebrei 12:4; 1 Giovanni 5:1-12
«Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?» 1 Giovanni 5:5
Le idee sulla vera identità di Gesù sono variate non solo nell'antichità ma anche nel presente. C'è chi separa il Gesù biblico da quello cosiddetto storico, sostenendo che i due potrebbero non avere molto in comune. Il Gesù storico, come alcuni presumono, era un uomo comune con una accentuata sensibilità per il divino, tutto qua. E sicuramente non poteva essere il Figlio di Dio risuscitato dai morti! Altri ritengono che egli sia stato semplicemente un politico rivoluzionario il quale, in maniera sottile, cercò di rovesciare l'Impero romano.
Potremmo essere tentati di considerare questi argomenti dei puri esercizi filosofici e accademici, ma la vera identità di Gesù e ciò che egli ha detto di essere hanno un impatto determinante su ogni essere umano. Il nostro modo di pensare a Gesù influenza in modo determinante la relazione con Dio, la comprensione del piano della salvezza e la certezza di accedere a tale salvezza. Ecco perché Giovanni parla di questo tema nelle sue lettere.
Uno sguardo alla settimana
Quali sono le promesse di vittoria che abbiamo ricevuto? Cosa intende Giovanni quando dice «per mezzo di acqua e di sangue»? Quali sono le motivazioni che ci vengono date per la fede? Come si esprime l'apostolo in merito alla divinità di Cristo? E che cosa ci rivela riguardo alla promessa della vita eterna?
1 Giovanni 5:1-5
Oggi rifletteremo sul soggetto della fede in Gesù quale Cristo/Messia, Figlio di Dio. I due temi, fede e amore, si accavallano nei primi versetti del cap. 5.
Giovanni desidera che chi lo ascolta creda in Gesù quale Cristo. Quelli che lo fanno, sostiene, sono nati da Dio; essi amano il Signore, si amano reciprocamente e osservano i comandamenti. Quelli che credono che Gesù sia Figlio di Dio vincono anche il mondo (1 Gv 5:1-5).
Ci sono persone che, nel corso della storia, hanno interpretato la battaglia che i cristiani devono combattere contro il mondo come una sorta di conflitto armato letterale. Non è così! In nessuna parte della Scrittura i cristiani sono chiamati a organizzarsi come fossero dei crociati che devono costringere gli infedeli alla conversione. In nessun versetto del Nuovo Testamento troviamo una nazione equiparata al regno di Dio e, quindi, meritevole di essere difesa con la violenza. La battaglia di cui si parla e che riguarda i cristiani è di genere spirituale; per Giovanni, lo strumento di vittoria non è l'uso della forza o della violenza, ma la fede, che si manifesta nel tipo di vita di una persona.
Nei passi che seguono, Giovanni si esprime con termini come «conquistare» e «vincere». Cosa si può imparare da queste promesse?
Giovanni 16:33
1 Giovanni 4:4
Apocalisse 2:7,11
Apocalisse 3:5,21
Apocalisse 12:11
Il conquistatore per eccellenza è Gesù, e grazie alla sua vittoria, tutti quelli che credono in lui hanno possibilità di successo. Quindi possiedono già la vittoria, quella di Cristo a loro favore. I vincitori ricevono straordinarie promesse da Dio, secondo le quali non saremo più schiavi del peccato (Rm 6:1-6), ma avremo una nuova vita in Cristo e serviremo il Signore, non Satana.
Come hai sperimentato la promessa della vittoria? Quando sei stato sconfitto? Come puoi garantirti il successo che ti è stato promesso? Che cosa te lo impedisce?
1 Giovanni 5:6-8
Dopo aver sottolineato l'importanza della fede in Gesù quale Messia e Figlio di Dio, Giovanni prosegue e mostra chi egli sia; tra le varie cose che dice di Gesù c'è questa: «Egli è colui che è venuto con acqua e sangue» (1 Gv 5:6). Che cosa significa? In 1 Giovanni, l'acqua è citata solo nel versetto che abbiamo appena letto; compare invece frequentemente nel vangelo di Giovanni e anche nell'Apocalisse. L'acqua di cui parla l'apostolo in 1 Giovanni 5:6,8 deve essere, secondo il passaggio, in qualche modo collegata a Gesù e alla sua prima venuta e deve essere uno dei tre elementi che testimoniano come egli sia il Messia e il Figlio di Dio. L'espressione «acqua e sangue» si ritrova in Giovanni 19:34 in relazione alla morte di Gesù, ma non pare si tratti della stessa acqua citata nella 1 lettera dell'apostolo al cap. 5, vv. 5 e 6.
All'inizio del vangelo di Giovanni, l'acqua viene invece associata al battesimo (Gv 1:26,31,33; 3:5,23) ed è questo il contesto in cui si colloca 1 Giovanni. Gesù è venuto come Signore incarnato e ha cominciato il suo ministero dopo essere stato battezzato con l'acqua; lo stesso ministero terreno che si è poi concluso sulla croce, dove ha versato il suo sangue. Pare evidente che «l'acqua» indichi il battesimo di Gesù e il sangue la sua morte sulla croce (1 Gv 1:7).
Il battesimo e la crocifissione specificano chi è stato Gesù e che cosa ha realizzato per il nostro bene; in entrambe le circostanze le manifestazioni divine e le conseguenti reazioni umane, dimostrano che egli era davvero il Figlio di Dio (Mt 3:17; 27:50-54). In questi versetti Giovanni affronta ancora la questione dei falsi insegnamenti degli anticristi; quei concetti condizionavano le menti dei credenti; se Gesù non era il messia, e nemmeno il Figlio di Dio, il loro messaggio sarebbe stato: la morte espiatoria del Figlio di Dio non è indispensabile ai fini della nostra salvezza. Il Figlio di Dio non è morto in croce al posto nostro per riscattarci. Un concetto simile avrebbe determinato una comprensione completamente diversa della salvezza e della divinità, con la prima raggiungibile mediante la conoscenza (gnosis) e non tramite la croce. Di conseguenza, Giovanni voleva che le persone sapessero esattamente chi era Gesù e che cosa aveva fatto per loro con la sua vita e la sua morte; il suo desiderio era che nessuno fosse ingannato da questi falsi insegnamenti.
Acqua e sangue. Come sono applicabili a Gesù. In che senso siamo anche noi chiamati a vivere la realtà dell'acqua e del sangue nella nostra vita? Che cosa ha significato per te il battesimo? Per un cristiano, a cosa è associabile l'idea dello spargimento del proprio sangue? Matteo 16:24,25; Ebrei 12:4
1 Giovanni 5:9,10
Il sangue e l'acqua sono il primo e il secondo testimone che Gesù è Figlio divino; il terzo testimone è lo Spirito Santo (1 Gv 5:6,8). Secondo quanto è scritto nel vangelo di Giovanni, Gesù aveva annunciato che lo Spirito avrebbe testimoniato di lui (Gv 15:26). Perché sono necessari questi testimoni?
Nell'Antico Testamento ne erano richiesti due o tre per confermare un'accusa (Dt 19:15). Giovanni vuole sgombrare il terreno da dubbi e chiarire che il caso di Gesù ha delle solide fondamenta; vuole mostrarci che esistono dei validi motivi per credere.
Cosa ci vuole dire l'apostolo in 1 Giovanni 5:9,10? In cosa vuole che crediamo?
Per Giovanni, l'idea dei testimoni e delle varie testimonianze su Gesù è piuttosto importante e nel suo vangelo ne cita diverse altre: la testimonianza di Giovanni il battista (Gv 1:6,7), quella di Gesù stesso (Gv 3:32), quella della donna samaritana (Gv 4:39), quella delle opere compiute da Gesù (Gv 5:36), quella della Scrittura (v. 39), quella di Dio Padre (Gv 8:18), quella delle persone che assistettero alla risurrezione di Lazzaro (Gv 12:17) e quella dello stesso apostolo (Gv 21:24), il quale intende dimostrare che credere in Gesù poggia su solide testimonianze.
La testimonianza del Padre nel nostro testo è stata compresa differentemente; sembra acquisire più senso se la si collega alla tripla testimonianza citata nei precedenti versetti; in altri termini, la triplice testimonianza è fondamentalmente quella di Dio. Giovanni dice che se siamo disposti ad accogliere la testimonianza degli uomini, tanto più lo faremo nei confronti di quella di Dio in persona.
In effetti, spesso prendiamo per oro colato quello che altri ci dicono, attraverso la carta stampata o la televisione, anche se non abbiamo motivi certi per credere a ciò che ascoltiamo; a maggior ragione, dobbiamo accettare la testimonianza di Dio e credere nel Gesù che viene rappresentato dal Nuovo Testamento! Il Padre è il vero Dio ed è credibile (1 Gv 5:20); se non accettiamo la sua testimonianza, sosteniamo che egli ci avrebbe mentito; un'accusa davvero molto grave.
Quali sono tutti i motivi che hai di credere in Dio, in Gesù, nella speranza che ci viene presentata dal messaggio avventista?
1 Giovanni 5:7,8
Le parole: «Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e i tre sono concordi» compaiono in 1 Giovanni 5:7,8; l'unico problema è che si tratta di un'aggiunta posteriore, non risultando nei manoscritti originali. Gli studiosi della Bibbia concordano nel dire che si tratta di un'affermazione inserita non autentica, a supporto della dottrina della trinità.
Naturalmente, non si deve mai tentare di corrompere il testo biblico, per diverse ragioni (Ap 22:18); uno dei motivi principali è che la gente inizierebbe a nutrire dubbi sull'attendibilità del testo sacro nel suo complesso e nascerebbe il sospetto nei confronti della Parola di Dio. Nei fatti, anche senza queste parole, la dottrina trinitaria è saldamente radicata nei testi di Giovanni; sebbene gli autori neotestamentari credano che Dio sia uno, ritraggono Gesù e lo Spirito Santo quale Dio. Per riconciliare l'unicità di Dio con la divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è fondamentale il concetto della trinità.
Giovanni fa delle affermazioni molto forti che riguardano la divinità di Gesù. Che cosa rivela su Cristo nei seguenti passi?
Giovanni 1:1-3,14
Giovanni 8:58,59
Giovanni 10:30,31
Giovanni 20:28
1 Giovanni 2:23
1 Giovanni 5:20
Sebbene non vi siano dubbi legati alla divinità di Gesù attestata da questi versetti (ma anche da molti altri), il passaggio che stiamo studiando non cerca di affermare la dottrina della trinità, ma piuttosto il tema della fede in Gesù quale Figlio di Dio e la testimonianza resa al mondo dalla sua persona.
Avendo sempre in mente la sua divinità, ripercorriamo le scene finali della sua vita, fino alla croce. Ricordiamoci che egli era anche Dio, il creatore e ragioniamo su questo. Perché tali realtà dovrebbero trasformare le nostre esistenze?
1 Giovanni 5:11,12
Dio ha offerto agli uomini il dono della vita eterna (1 Gv 5:11,12); che è fruibile esclusivamente in Gesù Cristo. Come poterlo ricevere? Accogliendo la testimonianza di Dio sul proprio figlio, credendo e accettandolo.
Cosa ci insegna nel suo vangelo l'apostolo Giovanni a proposito della vita eterna?
Giovanni 3:16
Giovanni 3:36
Giovanni 5:24
Giovanni 6:54
La discussione aperta da Giovanni sulla fede in Gesù, sull'essenza del personaggio e sui motivi che ci devono indurre ad accogliere la testimonianza di Dio pone un obiettivo chiaro e concreto: trovare la vita eterna nel Figlio di Dio.
Gli oppositori dell'apostolo (che mettevano in dubbio la reale divinità di Cristo, o anche la sua umanità, e che volevano disgiungere il divino dall'umano), avevano un parere diverso su Gesù e non credevano in lui secondo il senso biblico. Non possedendo il Gesù della Scrittura, non avevano nemmeno la vita eterna e anche se sostenevano il contrario, reclamando una «conoscenza superiore» e la tranquillità data dal possesso della vita eterna, le loro rivendicazioni non rispondevano al vero.
«La vita eterna è possibile solo mediante Gesù Cristo». Quali sono le implicazioni di quest'affermazione? 1 Giovanni 5:11,12
Giovanni afferma senza mezzi termini che chi non ha il Figlio di Dio non avrà la vita eterna. Sono parole molto forti, ricche di incredibili risvolti per l'intero genere umano. Non sorprende che le questioni legate alla salvezza siano così importanti; non si tratta solo di vita o di morte, ma di vita o morte eterne. Non esiste argomento più serio di questo.
Cosa dire di chi non ha mai ascoltato il messaggio del Vangelo esposto in modo chiaro? Sono perdute? Non dimentichiamoci dell'amore universale di Dio per tutti gli uomini. In che modo possiamo affidarci al Signore in relazione a questa domanda?
Leggere: Matteo 16:13-17; Giovanni 12:37-46.
«"In lei [la Parola] era la vita, e la vita era la luce degli uomini" (Gv 1:4). Qui non si parla della vita fisica, ma dell'immortalità, di quell'esistenza che appartiene esclusivamente a Dio. La Parola, che era con Dio ed era Dio, possedeva questa vita. La vita fisica è un qualcosa che ogni individuo riceve, non è eterna o immortale, poiché Dio, colui che ce l'ha donata, se la riprende. L'uomo non ha alcun controllo sulla propria vita; solo la vita di Cristo non poteva essere presa; nessuno può prendergli la vita. "Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me" (Gv 10:18), disse. In lui era la vita, originale, non derivata; una vita del genere non è insita nell'uomo, che la può possedere soltanto per mezzo di Cristo; ma non se la può conquistare in alcun modo, gli viene donata liberamente se crederà in Cristo quale suo personale salvatore. "Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo" (Gv 17:3)» - 1 SM, pp. 296,297.
Domande per la discussione
1. Discutere nella classe le varie risposte alla domanda finale di martedì. Come trarre forza e incoraggiamento dai vari interventi?
2. Giovanni parla delle testimonianze che ci sono state rese a proposito di Gesù. Cosa dire di quella che presentiamo noi stessi al mondo? Se qualcuno avesse avuto modo di osservarvi nelle ultime 24 ore, che tipo di testimonianza avreste dato? Sapendo di essere osservati, c'è qualcosa che avreste fatto in modo diverso? Non sappiamo, forse, che comunque c'è sempre qualcuno che ci guarda?
3. Abbiamo la promessa della vita eterna e va bene. Ma che cosa significa in concreto? Come può e deve condizionare la nostra vita terrena? Da quando ne siamo venuti a conoscenza, cosa facciamo in maniera diversa rispetto a prima?
4. Rileggere la citazione finale di Ellen G. White. Che cosa emerge e quale aspetto percepisci aderente alla tua persona? Quale speranza e incoraggiamento ti trasmette?
5. Essendoci una posta in gioco così alta (vita o morte per sempre), perché rimaniamo comunque facilmente avvinghiati nelle cose di questo mondo, cose che non possono soddisfarci e nemmeno darci la salvezza eterna? Qual è il segreto per riuscire a liberarci dalla presa del mondo? Cosa faresti per aiutare una persona che vuole sinceramente essere cristiana, accedere a queste promesse, ma che non riesce a liberarsi da questa presa?