26/09/2009
1. Un nuovo ordine
26 settembre - 2 ottobre
Letture: Genesi 15:14-16; Levitico 10:1-11; Numeri 1:4; Geremia 22:23,24; Giovanni 14:15-18,23
«Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche» 1 Corinzi 10:11
Un credente intavolò una conversazione con un'altra persona, un biologo; nel tentativo di trovare un modo per testimoniare, il cristiano chiese: «Non scorge la mano del creatore quando studia le cose inerenti alla sua professione?». Senza batter ciglio, il biologo rispose: «Ovunque si guardi, esternamente o internamente, si vedrà un ordine».
Per quanto deturpato dal peccato, possiamo ancora vedere l'opera del nostro creatore nel disegno e nell'ordine del mondo naturale. Anche un fanatico seguace di Darwin fu costretto ad ammettere che la natura è un qualcosa che dona «l'illusione del disegno». Illusione? È proprio il contrario. Progetto e ordine sono realtà concrete e rappresentano la mano di colui che ci ha fatti.
Ma l'ordine divino non si esaurisce con la natura, perché è percepibile anche nel suo modo di agire con il popolo del patto, gli israeliti, anche quando questi erano in cammino nel deserto. Questa settimana studieremo il tipo di organizzazione che il Signore diede al suo popolo in seguito alla chiamata sacra e ne trarremo spunti utili anche per il presente.
Dopo essere miracolosamente fuggita dal paese di Egitto, la moltitudine d'Israele giunse nel deserto del Sinai; accampata ai piedi di una montagna, udì la voce di Dio che proclamava la sua volontà (Es 20). Nonostante una tale incredibile manifestazione della potenza divina, alcuni tradirono e adorarono il vitello d'oro (Es 32).
Dopo quella debacle, la nazione pentita si dedicò alla costruzione di un tabernacolo mobile (Es 25:8) e il lavoro terminò il primo giorno del primo mese del secondo anno (Es 40:17). Dal mese successivo, il Signore si impegnò a garantire un'organizzazione più completa alla nazione (Nm 1:1). Ed è da questo punto, con questo nuovo ordine, che il libro dei Numeri attacca il racconto sacro dell'opera di Dio in seno al popolo del patto.
Che tipo di censimento il Signore chiese ad Aronne e Mosè e perché (Nm 1:2,3)?
Gli israeliti non erano un popolo militare, si occupavano di pascolare e curare greggi e mandrie (Gn 47:3). E inoltre erano appena stati liberati dalla schiavitù e non avevano né armi, né tanto meno alcun addestramento alla guerra. Può sembrare strano che Dio li organizzi in esercito, ma occorre ricordare che la loro missione prevedeva la rimozione di sette nazioni appartenenti alle popolazioni più malvagie e corrotte del Medio oriente, gli amorei e i cananei.
Israele sarebbe stato il giustiziere di questi paesi che avevano colmato la coppa della trasgressione (Gn 15:14-16), perché adesso era una teocrazia, comandata da Dio stesso ed era un popolo, un possente esercito in marcia.
Leggere Genesi 15:14-16 (anche Dt 9:5). A che cosa si accenna? Perché questi passi ci aiutano a comprendere i motivi delle guerre di Israele contro gli amorei?
Ai tempi di Abraamo, Dio non avrebbe permesso la distruzione degli amorei. Ora rivela la sua lunga sofferenza: «Gli amorei erano in ostilità contro la sua legge; non credevano in lui quale Dio vero e vivente; ma in mezzo a loro vi erano alcune brave persone e per amor loro, egli sopportò a lungo» - 1BC, p. 1093.
Molti lettori della Bibbia restano turbati per l'annientamento di questa popolazione da parte degli israeliti, ed è comprensibile. Perché in casi simili, di fronte a fatti per noi incomprensibili, non scegliamo di accettarli per fede, confidando nella bontà di quel Dio che si è rivelato a noi per mezzo di Gesù? Giovanni 14:9
Quale compito era stato affidato alla tribù dei leviti? Numeri 1:50-54
Mosè collocò il tabernacolo mobile nel mezzo dell'accampamento israelita. La tribù dei leviti piantò le proprie tende intorno a esso, dai quattro lati; la loro presenza era una sorta di barriera, a protezione del luogo nel quale Dio manifestava la sua presenza. Perché veniva eretto in questo modo? Anche se la Bibbia non ne parla esplicitamente, si possono dedurre alcuni insegnamenti grazie a questa disposizione.
Yahweh, il Dio vivente, era in mezzo a loro; lui, il creatore di ogni cosa, dimorava tra la sua gente; cosa avrebbe potuto sconfiggerli se gli fossero rimasti fedeli? Ma, allo stesso tempo, gli israeliti piantavano le loro tende a distanza dal tabernacolo (Nm 2:2), perché era un luogo santo e dunque, essendo peccatori ed esseri caduti, vi si potevano solo avvicinare. Quindi, se da un lato vivevano la realtà della vicinanza e della compassionevole attenzione divina, allo stesso tempo gli veniva ricordato quanto egli fosse grande e santo, e che sarebbe stato loro consentito di accostarsi a un Dio santo solo con la mediazione.
Cosa dicono altri autori biblici in merito alla distanza (trascendenza) e alla vicinanza (immanenza) di Dio nei confronti dell'umanità? Salmo 139:1-10; Isaia 57:15; Geremia 23:23,24; Giovanni 14:15-18; 23
«In tutti i tempi, in tutti i luoghi e in tutte le nostre sofferenze, quando le prospettive sembravano oscure e il futuro inquietante, quando ci sentiamo soli e abbandonati, il Consolatore viene inviato in risposta alle preghiere della fede. Circostanze diverse possono separarci da tutti gli amici, ma nessun evento e nessuna distanza possono separarci dal Consolatore divino. Ovunque siamo e ovunque andiamo, egli è sempre accanto a noi per sostenerci e incoraggiarci» - DA, pp. 669,670 [514].
Hai personalmente sperimentato la realtà della presenza di Dio, della sua attenzione e della sua prossimità? Quali comportamenti ti impediscono un'intimità più stretta con il Signore?
«I figli d'Israele si conformarono in tutto agli ordini che il Signore aveva dato a Mosè: così si accampavano secondo le loro bandiere, e così si mettevano in marcia, ciascuno secondo la sua famiglia» Numeri 2:34
Leggere Numeri 2, dove si parla di «religione organizzata». Qual è uno degli aspetti più evidenti del modo di vivere richiesto agli israeliti?
La guida di Israele era caratterizzata da una struttura organizzativa molto precisa come si nota, per esempio, nella disposizione dell'accampamento prevista dal Signore e nei luoghi scelti per far piantare le tende alla gente.
L'accampamento ebraico era separato in tre grandi divisioni, ognuna delle quali aveva la propria posizione stabilita al suo interno, determinata da vincoli familiari e tribali. Anche la posizione di ogni tribù all'interno del campo era fissata; ciascuna di esse doveva marciare e disporsi accanto alla propria bandiera. Niente veniva lasciato al caso, il Signore aveva predisposto con attenzione e scrupolosità l'organizzazione della nazione; e anche se si trattava di un unico popolo, i legami familiari che lo distinguevano non furono spezzati.
Leggere Numeri 2:34. Perché questo versetto dimostra che, nonostante il rigido modello organizzativo, il Signore aveva lasciato uno spazio all'unicità e alla peculiarità di ogni singola tribù? Quale insegnamento possiamo trarne?
Perché è importante anche oggi che la chiesa disponga di un'organizzazione? Cosa accade quando le persone vengono lasciate ad agire per proprio conto? Perché l'organizzazione è spesso la migliore ricetta contro il caos e l'inganno? In che modo l'appartenere a un corpo religioso ti ha aiutato durante il tuo percorso spirituale?
Per ricordare la fine della schiavitù, la morte dei primogeniti egiziani e la liberazione sotto il segno del sangue, il Signore chiese a Israele la consacrazione di ogni primogenito (Es 13:2; 12-15).
Donare a Dio il nostro primogenito? Una condizione emotivamente molto intensa. A quanto ammonta il nostro debito nei confronti di Dio per averci redenti e liberati? Perché, in questo contesto, l'orgoglio e l'autosufficienza sono colpe gravi?
Presso il monte Sinai, il Signore ideò uno scambio che riguardava i primogeniti di tutti gli israeliti, al posto loro avrebbe preso i leviti (Nm 3:12,13). La cosa richiedeva dunque un censimento dei leviti stessi, che fino a quel momento non erano stati annoverati con il resto d'Israele.
A Mosè venne detto di fare la conta dei maschi da un mese di vita in su (vv. 14,15). Per poter operare lo scambio, Mosè contò quindi tutti i primogeniti maschi con un'età di almeno 30 giorni. Ne risultarono 22.273, che significava 273 primogeniti figli d'Israele in più rispetto ai leviti.
Cosa dovettero fare per il riscatto degli israeliti in soprannumero? A chi fu dato il denaro? Numeri 3:46-51
Il Signore destinò i leviti ad Aaronne e ai suoi figli e discendenti; avrebbero dovuto presenziare all'adorazione di Dio e custodire il tabernacolo. In un certo senso, furono chiamati a servire la chiesa «nel deserto». Una volta che gli ebrei raggiunsero la terra promessa, i leviti continuarono a occuparsi del santuario con varie mansioni (1 Cr 23:27-32). Sparpagliati per tutte le aree tribali, alcuni divennero insegnanti (2 Cr 17:7-9), altri giudici (2 Cr 19:8-11) per educare il popolo secondo le vie divine.
In che modo è possibile scorgere la croce, ovvero la morte sostitutiva di Cristo (Gv 3:16), in questi rituali suppletivi? Cosa significa il fatto che Gesù si sia personalmente sostituito a te? Come può cambiare la tua vita davanti a questa consapevolezza?
Nel dare forma al sistema di adorazione nel Sinai, il Signore scelse tra i leviti una famiglia i cui componenti sarebbero stati sacerdoti, una funzione esposta nel quarto capitolo dei Numeri. Mosè consacrò Aaronne sommo sacerdote e i suoi quattro figli, Nadab, Abiu, Eleazar e Itamar, sacerdoti. Il resto della tribù di Levi li avrebbe aiutati, ma non nella funzione sacerdotale. È evidente che ogni levita impegnato aveva il proprio ruolo e la propria mansione e che tutti insieme operavano armoniosamente per preservare e proteggere la sacralità del culto israelita.
Si può tranquillamente affermare che a questa tribù era stata affidata una solenne responsabilità. Così come ai figli di Aaronne, i quali avrebbero dovuto fungere da sacerdoti del Signore nel tabernacolo; pensiamo a quello che dovevano fare. Dio in persona, il creatore, rivelava la propria presenza in mezzo a loro nel santuario (Nm 14:10,11), per ricordare efficacemente che la salvezza e la sicurezza del popolo dipendevano esclusivamente da lui, Colui che li aveva liberati dall'Egitto. Questi sacerdoti erano dei mediatori tra un Dio santo e un popolo caduto e nei loro ruoli diventavano anche simboli di Gesù, il nostro vero Sommo Sacerdote nel santuario celeste (Eb 8).
Leggere Levitico 10:1-11. Che cosa accadde?
È difficile capire perché questi due giovani, ai quali era stata affidata una responsabilità sacra e che avevano già ottenuto tanto (Es 24:9), abbiano violato così palesemente un ordine esplicito di Dio. La loro punizione ci può sembrare eccessivamente dura, ma in realtà evidenzia la sacralità del mandato che era stato loro assegnato. Sicuramente gli altri recepirono il messaggio e compresero con quanta serietà il Signore si aspettava che fossero attuate le sue disposizioni riguardanti il santuario.
«Gestire le cose sacre come faremmo con le faccende comuni è un'offesa nei confronti di Dio; poiché tutto ciò che egli ha messo da parte per servirlo e portare la luce nel mondo, è santo. Chiunque abbia un qualche legame con l'opera di Dio non deve affidarsi alla vanità della propria saggezza, ma alla sapienza divina, altrimenti correrà il rischio di porre le cose sacre e quelle comuni sullo stesso piano, con il risultato di separarle da Dio» - EV, p. 639.
Leggere attentamente Levitico 10:10. In che modo oggi possiamo distinguere tra sacro e profano, tra puro e impuro?
Il tema della santità di Dio attraversa tutta la Scrittura come un filo argentato. Prova a darne una definizione. Quale relazione ha con il credente? (Esodo 28:36; Levitico 11:44,45; Isaia 6:1-7; Ebrei 12:14; 1 Pietro 1:15,16).
«Gli angeli operano armoniosamente. Un ordine perfetto caratterizza tutti i loro movimenti. Più riusciremo a imitare da vicino l'armonia e l'ordine delle schiere angeliche, tanto più avranno successo i loro sforzi a nostro beneficio. Se non percepiamo la necessità di un'azione armonica e siamo disordinati, indisciplinati e disorganizzati nel nostro modo di agire, gli angeli, che sono assolutamente organizzati e si muovono in ordine perfetto, non potranno operare efficacemente per noi. Si allontaneranno con dolore, perché non sono autorizzati a benedire la confusione, la distrazione e la disorganizzazione. Tutti coloro i quali desiderano la cooperazione dei messaggeri celesti dovranno agire all'unisono con loro. Chi ha ricevuto l'unzione dall'alto incoraggerà in ogni suo sforzo l'ordine, la disciplina e un accordo perfetto nell'agire, e allora gli angeli del Signore potranno cooperare» - TM, p. 28.
Domande per la discussione
1. Discutere sul concetto di «religione organizzata». Perché alcuni le sono così ostili e perché, al contrario, è indispensabile? Quali potenziali problematiche possono però sorgere? In che modo possiamo imparare a operare meglio con il sistema chiesa, a prescindere dai problemi?
2. Discutere le varie risposte alla domanda finale di giovedì. Fare un elenco di cose sante e di cose profane. Come facciamo a riconoscere la differenza? In che misura la cultura condiziona la nostra comprensione di queste cose? E la nostra educazione? Perché, per esempio, cercare di fondere la selezione naturale di origine darwiniana con la nostra fede può equivalere al mischiare il sacro con il profano?
3. Perché il concetto della sostituzione è così centrale nel piano della salvezza? In che modo Gesù ha operato e opera tuttora quale nostro sostituto?
In sintesi
Dio ama l'ordine. Una volta riunite le tribù nel deserto ai piedi del monte Sinai, egli iniziò a organizzarle intorno al tabernacolo. Per prima cosa, formò l'esercito israelita, l'accampamento di ogni tribù scelta e il loro ordine di marcia. I leviti si sistemarono per fare da barriera intorno al tabernacolo e ricevettero specifiche direttive riguardanti il loro servizio atto a trasportarlo ed erigerlo. Il Dio santo era in mezzo a loro mentre Israele si metteva in cammino.