16/01/2010
4. LA PACE
16 - 22 gennaio
sabato 16 gennaio
Letture: Matteo 8:23-27; 11:28,29; Romani 5:1-11; 12:9-21; Ebrei 12:14; Colossesi 3:13-15
«Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti» Giovanni 14:27
Paolo, vero messaggero di pace, scrisse: «Sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace» (Ef 4:3).
Il termine greco tradotto con «sforzatevi» è un imperativo, che esclude
qualsiasi passività o attendismo. Dobbiamo essere propositivi. Se nelle nostre case litighiamo e bisticciamo, se nella chiesa ci dividiamo in fazioni e se ci rifiutiamo di amare e onorare il prossimo, allora stiamo respingendo la pace di Dio in Gesù Cristo, che egli stabilì sulla croce. Viene quasi da sorridere a pensare che si debba combattere per la pace. Eleanor Roosevelt, durante una trasmissione radiofonica di Voice of America, disse: «Non è sufficiente parlare di pace; bisogna crederci. E non è sufficiente nemmeno crederci, occorre impegnarsi per essa».
La pace che Cristo ha conquistato per ciascuno di noi richiede fatica, dura applicazione e costante esame di coscienza. Proseguendo nello studio di questa settimana, non sarebbe male domandarsi: «Ho approfittato della pace che Gesù ha messo a mia disposizione sulla croce? Come posso collaborare con lo Spirito Santo mentre egli mi infonde quotidianamente quella pace?».
domenica 17 gennaio PACE CON DIO
Romani 5:1
«Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore» (Rm 5:1).
Avere pace con Dio ha un significato più ampio del sentirsi a proprio agio in sua presenza. Vuol dire che noi, un tempo «estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie» (Col 1:21), siamo stati riconciliati e restituiti alla comunione con Dio. Un tempo eravamo in guerra con lui, ma grazie alla sua morte sulla croce, Gesù ha reso possibile la fine delle ostilità e per quanto ci riguarda, ci ha resi amici di Dio, non suoi nemici.
Per certi versi, la pace non segue un percorso di crescita, come se ne avessimo a disposizione una limitata quantità in partenza. Piuttosto, veniamo riconciliati a Dio una volta per tutte, mediante la croce di Cristo. Si tratta di un fatto compiuto. Per altri versi, invece, si può dire che si verifica in noi una crescita della pace nei confronti di Dio. Nel momento in cui le sue vie si rivelano più chiare e le percorriamo, ci appropriamo della sua forza per vivere come suoi figli. In questo, la pace con il Signore è proprio un frutto dello Spirito. Maturando in questa nostra condizione, sperimentiamo sempre maggiormente le benedizioni e i benefici che ci vengono accordati vivendo nel suo regno, e arriviamo a esclamare: «Grande pace hanno quelli che amano la tua legge e non c'è nulla che possa farli cadere» (Sal 119:165).
Colossesi 1:20-22 rivela che non è stato il peccato a rendere Dio misericordioso e incline al perdono, ma che egli è sempre stato così dall'eternità. Il piano della salvezza ha dimostrato che egli ci ha amato ed è stato disposto a perdonarci fin dal principio.
Leggere Romani 5:1-11 e riassumere quelli che ritieni essere i punti cruciali di questi passi.
Solo grazie a Gesù, alla sua vita perfetta che ti è stata accreditata per fede, puoi presentarti perdonato, giustificato e accettato davanti al Signore, indipendentemente dal tuo passato. Perché questo insegnamento è vitale se vogliamo davvero conoscere la pace?
lunedì 18 gennaio TROVARE LA PACE: I PARTE
Matteo 11:28,29
Su una scala da 1 a 10 (dove 1 sta per tranquillo e 10 per molto ansioso) quale voto daresti alla tua vita? Nella ricerca di una pace personale, le persone incrementano la loro frustrazione. In Matteo 11:28,29 Gesù rivolge un invito, e anche se non utilizza il termine pace, ne usa un altro che significa dare sollievo, rinfrescare, dare riposo.
«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre» (Mt 11:28,29). Che cosa ci sta comunicando Gesù? Come possiamo personalmente sperimentare la realtà di questa straordinaria promessa?
Secondo le parole di questi versetti, Gesù ci propone la pace come dono, oppure ci vuole indicare il modo per ottenerla? Non ci insegna forse che la pace personale è il prodotto di una causa e non ci invita a imparare da lui?
«L'inquietudine nasce dall'egoismo… Quelli che prendono Cristo in parola e si affidano alla sua guida e alla sua volontà, trovano pace e riposo. Niente nel mondo può renderli tristi quando Gesù li ha resi felici con la sua presenza. Nella perfetta ubbidienza c'è un riposo perfetto. Il Signore dice: "A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida (Is 26:3)"» -DA, pp. 330,331 [244,245].
Perché l'egoismo genera inquietudine e infelicità?
In che modo possiamo cancellare l'egoismo e trovare riposo in Gesù? Quali scelte occorre fare, su base quotidiana, per realizzare la promessa della pace in Cristo? Quali sono le cose che ci impediscono di fruire di quella pace offertaci da Gesù?
martedì 19 gennaio TROVARE LA PACE: II PARTE
Giovanni 14:27
Una storia narra di due pittori, ciascuno dei quali dipinse un quadro per illustrare il proprio concetto di riposo. Il primo scelse come soggetto un lago sereno e immobile con delle montagne sull'orizzonte lontano. Il secondo, dipinse una cascata impetuosa con una fragile betulla piegata che spuntava dal vapore acqueo; alla biforcazione di un ramo, inzuppato dagli spruzzi, c'era un pettirosso appollaiato sul suo nido.
Quale dei due quadri ritrae più efficacemente l'essenza del riposo? Non capita così di frequente che si riesca a trovare sollievo presso un lago montano dalle turbolenze di questo mondo; più spesso riusciamo a trovare un rifugio nel bel mezzo delle inquietudini della vita reale.
Leggere l'episodio raccontato in Matteo 8:23-27 che parla di Gesù e dei suoi discepoli sul mare di Galilea (cfr. Mc 4:35-41 e Lc 8:22-25). Per quanto irripetibile come situazione, che cosa possiamo trarre da questa esperienza, quale messaggio ci riserva e come possiamo applicarlo alle nostre esistenze?
Perché Gesù si preoccupava per la pace dei suoi discepoli? Egli ci ha lasciato una meravigliosa promessa: «Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti» (Gv 14:27).
In cosa si distingue la pace che cerca di dare il mondo rispetto a quella offerta da Cristo? C'è una cosa che non dobbiamo fare: equiparare la pace a una vita priva di problemi. È raro che una persona, anche il più fedele tra i cristiani, possa trascorrere un'esistenza che non conosce prove, angosce e dolore. È più probabile che alcuni siano chiamati ad affrontare problematiche oltre la media.
La pace, però, ha a che vedere più con il modo di gestire tali difficoltà, che con le situazioni in sé; ha a che vedere con la fiducia più profonda in un Dio attento e premuroso, consapevole di ciò che stai passando e che promette di non abbandonarti, indipendentemente da cosa ti accadrà.
Quale genere di cose ti sconvolge? Parla a Dio delle tue paure più nascoste, chiamale per nome. Chiedi al Signore di aiutarti a entrare in contatto con la paura e a identificarla. Concedigli poi il tempo necessario per trasmettere delicatamente la sua pace nei riguardi di quelle paure.
mercoledì 20 gennaio PACE IN FAMIGLIA
Ebrei 12:14
«Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore» (Eb 12:14). «Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini» (Rm 12:18). Secondo la vita e l'esempio di Cristo, come possiamo applicare tali esortazioni? Perché troviamo difficoltà a farlo?
Per quanto possa sembrare strano, il luogo più difficile nel quale essere cristiano è la casa. Un dato terribile, se si pensa che dovrebbe essere il primo posto nel quale tutti dovremmo avere pace. Due giovani erano impegnati in una battaglia, durante la guerra vietnamita. Volavano pallottole ed esplodevano bombe, ma tutto questo non pareva turbare uno dei due soldati. Quando l'amico gli chiese il segreto di quella calma, gli rispose che gli ricordava casa sua!
Leggere Romani 12:9-21 e identificare quei versetti che, messi in pratica, potrebbero portare la pace in casa. Fornisci un'applicazione pratica per i versetti scelti.
Noi cristiani siamo invitati a manifestare un ideale comportamentale di livello incredibilmente alto, quello che ci è stato presentato da Gesù in persona. Tutti noi siamo venuti meno a questo obiettivo; ma, seppur triste, non significa che non si possa ancora riflettere i principi rivelati nella vita del Maestro, principi d'amore, di abnegazione e un atteggiamento intransigente nei confronti del male e del peccato.
Immagina come sarebbero le nostre case se mettessimo in atto quei principi. E come sarebbe bello se imparassimo a pensare prima agli altri e poi a noi stessi; immagina come sarebbe se mostrassimo al prossimo un amore incondizionato, anche quando non lo merita; immagina cosa accadrebbe se perdonassimo chi ci fa del male, se ci stesse a cuore il benessere altrui esattamente come il nostro. Se attuare questi principi non significherebbe risolvere ogni problema in famiglia, sicuramente sarebbe di grande aiuto.
giovedì 21 gennaio PACE NELLA CHIESA
Matteo 5:23,24
«Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia là la tua offerta davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta» (Mt 5:23,24). Quale principio basilare ci trasmette Gesù con queste parole? Perché è così difficile attuarlo nella pratica quotidiana?
È evidente che Gesù dà molta più importanza alle relazioni reciproche tra uomini di quanta ne attribuiamo noi. Non accade di rado che tra membri della stessa chiesa si trascini per anni un sentimento di amarezza e risentimento. Pensa come cambierebbero le cose se applicassimo questo insegnamento.
Identifica una caratteristica dei figli di Dio descritta in Matteo 5:9. Che cosa significa?
Secondo quanto è scritto in Colossesi 3:13-15, quali sono tre modi di relazionarsi tra membri di chiesa? Qual è il significato di ciascuno di essi?
Osserviamo il flusso della grazia cristiana in Giacomo 3:17: «La saggezza che viene dall'alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia». Come sarebbero le nostre comunità se consentissimo allo Spirito di alimentare tali qualità in mezzo a noi? Quali cose sarebbero palesemente assenti?
Pensa all'ultimo conflitto personale che hai avuto con un tuo fratello. Hai preso esempio dalle parole di Gesù in Matteo 5? Forse è più probabile che non sia andata così. Quali sono i motivi che spingono a rifiutare quel percorso che richiederebbe umiltà e spirito di rinuncia?
venerdì 22 gennaio APPROFONDIMENTO
Tramonto del sole: ore 17,16
Salmo 4:3; 119:165; Isaia 26:3; Romani 8:6; Filippesi 4:7
«Poco prima della sua crocifissione, Cristo li fece eredi della sua pace. "Vi lascio pace;" egli disse, "vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti" (Gv 14:27). Questa non è la pace che si ottiene conformandosi al mondo. Cristo mai acquistò la pace attraverso il compromesso con il male. La pace che Cristo lasciò ai suoi discepoli è una pace interiore più che esteriore, e una pace che rimane con i suoi testimoni anche di fronte a lotte e difficoltà» -AA, p. 84 [53].
«La lotta per il potere rende manifesto un tipo di spirito che, se coltivato, alla fine terrà fuori dal regno di Dio quelli che lo hanno nutrito. La pace di Cristo non può dimorare nella mente e nel cuore di un operaio che critica e litiga con un suo collega semplicemente perché l'altro non adotta i metodi che egli ritiene essere i migliori, oppure perché sente di non essere apprezzato. Il Signore non benedirà mai chi critica e accusa il suo fratello, poiché questa è un'opera di Satana» -EV, p. 102.
Domande per la discussione
1. Cosa puoi fare per promuovere nella tua comunità la pace tra i membri quando sorgono tensioni e inevitabili conflitti?
2. Quali situazioni quotidiane comuni minacciano la nostra pace? A quali promesse bibliche possiamo fare riferimento in simili circostanze?
3. È facile dire che occorre confidare nel Signore a dispetto dei problemi, perché da questo deriva la pace. Ed è vero. Ma cosa possiamo fare nella pratica per modificare quelle occasioni che ostacolano tale pace? In altre parole, quante volte le nostre paure e i nostri disagi sono il frutto delle scelte che compiamo?
4. Cosa possiamo fare per aiutare il prossimo a trovare la pace nei momenti più difficili?
5. Realisticamente, quanta pace possiamo aspettarci da un mondo segnato da contesa, caos, dolore e violenza?