sabato 21 febbraio - Preghiamo per: Chiesa di Massa Marittima Meditazione del mattino: 1 Tessalonicesi 4:13,14 Letture: 2 Samuele 7:1-7; 1 Re 22:10-18; Geremia 43:2-4; Daniele 8:27 «Com'è vero che il Signore vive, io dirò quel che il Signore mi dirà» 2 Cronache 18:13 Leggendo la moderna critica sulla Bibbia, si noterà come il genere di attacchi di cui è oggetto siano simili a quelli che ebbero come bersaglio Ellen G. White. Uno, in particolare, partiva dal presupposto che, visto l'uso di altre fonti, non sarebbe stata affidabile od onesta. Eppure Ellen G. White ha spiegato in che modo utilizzava gli scritti altrui e perché. Ha persino raccomandato la lettura di certi libri da lei utilizzati per le proprie opere. Se avesse tentato di occultare il suo ricorso ad altre fonti, forse non si sarebbe espressa così. Questa settimana vedremo un po' più da vicino come agisce l'ispirazione, sia nel caso degli autori biblici, sia in quello di Ellen G. White. Uno sguardo alla settimana Che cosa sappiamo a proposito dell'integrità dei profeti biblici? Se la Scrittura e gli scritti di Ellen G. White sono stati ispirati dallo stesso Spirito, quale relazione li lega? Quale pericolo può sorgere se consideriamo infallibili i profeti? Può un profeta dare consigli sbagliati? domenica 22 febbraio - L'INTEGRITÀ DEL PROFETA Preghiamo per: Chiesa di Mazara del Vallo Meditazione del mattino: Romani 4:17 Era l'anno 853 a.C. quando il re d'Israele Acab chiese a quello di Giuda, Giosafat di unirsi a lui in battaglia contro i Siri; Geosafat accettò, ma fece una richiesta: prima di andare in guerra voleva ascoltare una parola dal Signore. Quando si rifiutò di accettare quella dei 400 profeti di Acab, fu chiamato Micaia, un profeta del Signore. 1 Re 22:10-18. In che modo il messaggero di Acab cercò di influenzare Micaia e cosa fece il profeta, senza lasciarsi condizionare dalle circostanze? Il messaggio di Micaia era impopolare per il re, che lo fece arrestare (1 Re 22:27). Acab, a dispetto dell'avvertimento del profeta, andò in battaglia e fu ucciso; il re Geosafat, che in un momento di debolezza aveva accettato di sostenere Acab, riuscì a malapena a salvarsi la vita. I profeti, come tutti gli uomini, hanno i loro momenti di debolezza, ma in questo caso Micaia era determinato a raccontare la verità, e poco importava se era sgradita a chi comandava. Nel corso di tutta la storia, i profeti di Dio hanno sopportato varie sofferenze per il rifiuto di modificare la loro testimonianza e renderla benaccetta ai loro contemporanei. Ai tempi di Ellen G. White, i critici misero in dubbio la sua integrità e hanno continuato a farlo anche dopo la sua scomparsa. È stata accusata di inganno, falsità e menzogne. Uno dei principali motivi di queste accuse deriva da ipotesi personali legate al modo di agire di un profeta. Per esempio, alcuni critici ritengono che «i profeti dovrebbero possedere una piena conoscenza fin dall'inizio del mandato; le loro predizioni dovrebbero essere inalterabili, i loro scritti esenti da errori, discrepanze e sbagli e privi di fonti non ispirate. Secondo loro, i profeti non esprimono mai pure e semplici opinioni personali nei loro scritti» - Herbert E. Douglass, Messenger of the Lord, Nampa, Idaho, Pacific Press Publishing Association, 1998, p. 468. Come abbiamo visto nel nostro studio sui profeti biblici, queste congetture prevedono un concetto di ispirazione verbale che la chiesa avventista non condivide. E se non lo riteniamo applicabile alla Bibbia, perché dovremmo invece adattarlo ai libri di Ellen G. White? Hai mai dovuto divulgare una notizia impopolare? Quale pressioni hai dovuto sopportare? Hai cercato delle scuse che potessero evitarti la divulgazione? Cosa ti ha insegnato quell'esperienza? lunedì 23 febbraio – L'INTEGRITÀ DEL MESSAGGIO Preghiamo per: Anziani chiesa di Sciacca Meditazione del mattino: 1 Corinzi 15:51-54 Pochi mesi dopo la caduta di Babilonia, nel 588 a.C., venne assassinato Gedalia, il governatore nominato da Nabucodonosor. I capi e il popolo rimasto in quella terra temevano la rappresaglia babilonese e decisero di fuggire in Egitto; volevano però essere certi che Dio fosse al loro fianco e così chiesero a Geremia di interrogare il Signore in merito al loro piano. Quale fu il messaggio di Geremia e come reagì il popolo? Di cosa lo accusavano e chi fu incolpato di aver suggerito il consiglio che Geremia diceva provenire dal Signore? Geremia 43:2-4 Siccome qualcuno non gradiva le chiare disposizioni di Dio, sostenne che il messaggio di Geremia era stato ideato dal suo assistente letterario Baruc, e non dal Signore. È sorprendente notare come secoli dopo, Ellen G. White (come Geremia) sia stata al centro di una polemica che accusava la sua assistente letteraria di scrivere i suoi libri o di plagiare buona parte dei contenuti (illegalmente copiati da altre fonti). Eppure, nella prefazione del Gran conflitto, dichiara esplicitamente di avere fatto ricorso ad altri testi: «Se uno storico ha raggruppato degli avvenimenti al fine di consentire una visione complessiva dell'argomento, sono state citate le sue parole… Nel narrare le esperienze e le vedute di chi ha portato avanti l'opera della riforma nel nostro tempo, si è similmente attinto dai loro testi pubblicati» p. 14. Basta questo a giustificare l'accusa di plagio? Nel 1981 la Conferenza Generale ha incaricato un avvocato non avventista esperto nella materia dei diritti d'autore di studiare la questione. Dopo aver dedicato oltre trecento ore allo studio dei fatti, è arrivato alla seguente conclusione: «Ellen G. White non può essere accusata di plagio e le sue opere non costituiscono una violazione della legge sui diritti d'autore» -Adventist Review, 17 settembre 1981. Ecco le motivazioni che hanno indotto tale valutazione: primo, il fatto che i testi utilizzati da Ellen G. White non fossero coperti dal copyright; secondo, anche se lo fossero stati, l'uso da parte sua di frasi e brani non costituiva una violazione del copyright. Perché tra persone che si dichiaravano figli di Dio c'è sempre stata ostilità verso i messaggi dei profeti? Non credi che scavando nel tuo cuore sia possibile rispondere almeno in parte a questa domanda? martedì 24 febbraio - COSÌ PARLA IL SIGNORE Preghiamo per: Irrera Giovanni (P) Meditazione del mattino: Colossesi 3:4 Cosa indicavano spesso i profeti quale fonte dei loro messaggi? Geremia 1:4; Ezechiele 7:1; Osea 1:1. Perché è così importante ai fini di quello che devono dire? I profeti sottolineavano ripetutamente che i loro messaggi provenivano da Dio. La loro posizione può essere paragonata a quella degli ambasciatori terreni, che vengono inviati dalla massima autorità del loro paese e hanno un mandato di rappresentanza. Nello svolgere il loro compito devono aderire fedelmente alle istruzioni ricevute. L'espressione «La parola del Signore mi fu rivolta…» significa (a) che quei messaggi si fanno portatori di un'autorità divina; (b) sono stati ricevuti per mezzo di una comunicazione diretta da parte del Signore; (c) sono impressi nelle loro menti, pronti per essere esposti. L'espressione «così parla il Signore» compare oltre 400 volte nell'Antico Testamento, a testimoniare efficacemente come nella Scrittura Dio parli direttamente al lettore. La responsabilità del profeta era presentare alle persone i messaggi, applicandoli al contesto dell'auditorio. Ellen G. White sottolineò con forza l'ispirazione della Bibbia: «Considero la Bibbia per quello che è, la Parola ispirata» - 1SM, p. 17. Allo stesso tempo rivendicò l'ispirazione divina anche a proposito dei suoi scritti: «In queste lettere che scrivo, nelle testimonianze di cui mi faccio portatrice, vi espongo ciò che il Signore ha mostrato a me… Ciò è vero tanto riguardo agli articoli pubblicati nei nostri periodici, quanto ai molti volumi che fanno parte della mia produzione» - 1SM, p. 29. Ellen G. White definì i suoi scritti la luce minore che guida uomini e donne alla luce maggiore - che è la Bibbia (vedi CM, p. 125). Se entrambi sono luce, le rispettive funzioni sono però diverse: 1. La Bibbia è il messaggio divino per ogni tempo e per ogni popolo. Gli scritti di Ellen G. White espongono il messaggio divino relativo a un tempo particolare, quello della fine, e destinato a un popolo specifico, la chiesa del rimanente. 2. I suoi scritti non costituiscono nuovi parametri dottrinali o un supplemento agli stessi, ma un aiuto per la chiesa negli ultimi tempi; catalizzano l'attenzione del lettore sulla centralità della Scrittura, non si sostituiscono a essa. Come evitare il trabocchetto di mettere gli scritti di Ellen G. White sullo stesso piano della Bibbia? Perché è un errore molto comune e comunque grave? mercoledì 25 febbraio - CRESCITA NELLA CONOSCENZA Preghiamo per: Anziani chiesa di Sesto S. Giovanni Meditazione del mattino: Giovanni 3:36 I profeti non hanno mai ricevuto tutta in una volta la conoscenza da parte di Dio. Mentre operavano fedelmente nel ruolo di servitori del Signore, continuarono a ricevere ulteriore luce e a progredire nella comprensione. Cosa ci dicono i testi a seguire sull'esperienza di crescita spirituale dei profeti biblici? Daniele 8:27; 9:2; Galati 2:11-16; 1 Pietro 1:10 Il possesso del dono profetico ai tempi biblici non implicava una conoscenza immediata, piena e assoluta delle cose spirituali e non. La conoscenza concessa ai profeti cresceva di pari passo con lo sviluppo dei fatti storici, dando loro la possibilità di comprenderli. Anch'essi erano chiamati a studiare la Scrittura, come dimostra il caso di Daniele (Dn 9:2). In Daniele 8:27, il profeta afferma: «Io ero stupito della visione, ma nessuno se ne accorse». Dieci anni dopo, circa, l'angelo venne e gli spiegò il significato completo della visione (Dn 9:20-23). I profeti conoscevano soltanto quello che Dio aveva rivelato loro e potevano presentare esclusivamente quelle cose, annunciandole con l'espressione «così parla il Signore». Dal momento che i messaggi inviati a un profeta spesso complementavano quelli riservati ad altri, si rese necessario studiare e mettere a confronto le varie rivelazioni per ottenere una visione equilibrata ed esauriente delle informazioni provenienti dal cielo. La stessa cosa avvenne nel ministero di Ellen G. White: «Sono stata in contatto per 60 anni con messaggeri celesti, e ho costantemente imparato in riferimento alle cose divine e al modo in cui Dio continua a operare per sottrarre persone agli errori delle loro vie e portarle alla luce della sua conoscenza» -3SM, p. 71. Per cui, quando confrontiamo le prime cose scritte da Ellen G. White con la sua produzione successiva, a volte notiamo che quest'ultima modifica o amplia la precedente, denotando una penetrazione più profonda nei messaggi divini. Ella non fu una teologa sistematica, piuttosto un'evangelista e una comunicatrice delle cose che Dio le mostrò. La sua comprensione della teologia, per quanto fondata sulla Scrittura e alimentata dalle visioni, aumentò con gli anni perché continuò a studiare la Bibbia e dei testi di altri autori, e fu sempre disponibile alla guida dello Spirito Santo. Dobbiamo fare attenzione a non attribuire peculiarità divine come l'onniscienza (sapere tutto) ai suoi messaggeri. Cosa si rischia considerando i profeti infallibili e pienamente a conoscenza di tutto, in ogni ambito? giovedì 26 febbraio - QUANDO IL PROFETA SBAGLIA Preghiamo per: Lippolis Ester (E) Meditazione del mattino: Giovanni 6:39,40 Leggere 2 Samuele 7:1-7. Cosa c'era di sbagliato nel consiglio dato da Natan a Davide e perché Dio non avrebbe permesso a Davide di edificargli un tempio? 1 Cronache 22:8 Il profeta Natan era un uomo timorato di Dio, saggio e riflessivo, ma non ogni cosa detta o fatta da un profeta può considerarsi ispirata. Nel dare la propria approvazione al progetto di Davide, Natan aveva parlato come amico del re e non nella sua funzione di profeta. Una sede permanente per il Dio d'Israele era probabilmente qualcosa che la maggior parte dei suoi fedeli desiderava. Ma durante una visione notturna (2 Sam 7:14-17), il Signore disse a Natan che aveva sbagliato a dire quelle cose a Davide e lo invitò a tornare dal re per comunicarglielo. Ellen G. White non era infallibile e non ha mai preteso di esserlo; è cresciuta, ha cambiato idea su degli argomenti e si è dimostrata costantemente aperta a ulteriori conoscenze. In una circostanza, in particolare, quando la casa editrice del Sud stava per chiudere per motivi economici, appoggiò l'opzione di trasformare quell'istituzione in un semplice magazzino per la Review and Herald. «Andate avanti», disse, «la causa di Dio non deve essere esposta all'onta, poco importa se qualcuno si irrita di fronte a una soluzione delle cose su giusti presupposti. Edson dovrebbe darsi al ministero e alla scrittura… L'ambito finanziario decisamente non è il suo forte» - 17MR, p. 270. Ma dopo 25 anni Ellen G. White ricevette una visione in seguito alla quale smentì se stessa. «Lasciate che il campo del Sud abbia la propria casa editrice», disse alla Conferenza Generale. -Arthur L. White, Ellen G. White: The Early Elmshaven Years, p. 193. Dobbiamo ricordare che i profeti non sono sempre in servizio, e cioè non parlano sempre da parte di Dio. «Ci sono circostanze nelle quali si devono dire delle cose normali, e pensieri comuni devono occupare la mente; momenti nei quali occorre scrivere lettere ordinarie e fare circolare informazioni che sono passate da un operaio all'altro. Queste parole, queste informazioni non derivano da una particolare ispirazione dello Spirito di Dio» - 3SM, p. 58. Ma come dimostra la storia, quando un profeta dà un consiglio erroneo interviene Dio per correggere lo sbaglio. Alcuni amano concentrarsi su ogni presunto errore presente sia nella Bibbia, sia negli scritti di Ellen G. White. Perché un atteggiamento di questo genere è estremamente pericoloso e controindicato? Cosa si può fare per evitare di caderci? venerdì 27 febbraio - APPROFONDIMENTO Preghiamo per: Kolev Yuri (VA) Meditazione del mattino: 1 Giovanni 5:9-13 Tramonto del sole: ore 18,00 - «The question of Influence», in Selected Messages, vol. 3, pp. 62-67. «Ellen G. White fece delle affermazioni riguardanti il proprio ministero che non lasciano spazio al compromesso o all'ambivalenza. Sostenne di aver visto cose che potevano provenire soltanto da un'ispirazione soprannaturale. O le sue affermazioni sono vere, oppure si trattava di una lunatica e/o di una menzognera che ha divulgato i suoi inganni deliranti o sensazionali a partire dalla metà dell'800 fino alla seconda decade del secolo successivo. Quali opzioni razionali possono esserci per una persona che, come lei, afferma di aver visto in visione le cose di cui ha parlato? Sostenne di aver visto Gesù portare i redenti nella città santa; di aver visto persone abitare altri pianeti e angeli che proteggono il popolo di Dio. Affermò di aver visto, in visione, Gesù nel santuario celeste, oppure le sembianze di Satana in cielo prima che peccasse. E ancora, gli angeli che fecero visita ad Adamo ed Eva nell'Eden. Disse di aver visto l'espressione del volto di Adamo quando si rese conto che Eva aveva peccato. E poi di avere visto sempre in visione Gesù e quello che era il suo aspetto dopo il digiuno nel deserto. Disse di aver ammirato la sua risurrezione dal sepolcro, come anche Paolo e Sila in prigione, liberati dagli angeli. Sostenne di aver visto Satana guidare una moltitudine di persone nella ribellione finale contro Dio, dopo la seconda risurrezione. Disse ancora di avere visto in visione la vita nella nuova terra, e tante e tante altre cose ancora. Cosa può fare un individuo davanti a queste affermazioni? Chi pone il suo ministero sullo stesso piano, per esempio, di quello di Martin Luther King, vive in un mondo di fantasia. O la accettiamo per quello che lei ha detto di essere (il che, ovviamente, lascia aperte una serie di interrogativi ai quali noi, come chiesa, non sempre abbiamo risposto nel modo più felice), o dobbiamo bollarla come bugiarda, lunatica o ispirata dal diavolo. Queste sono le uniche opzioni logiche» - Clifford Goldstein, Graffiti in the Holy of the Holies, Nampa, Idaho, Pacific Press, 2003, pp. 172,172. Domande per la discussione 1. La questione che emerge dal brano appena letto è semplice: Ellen G. White, con le sue affermazioni, non ci lascia molte opzioni plausibili a proposito del suo ministero. Sulla base di ciò che conosciamo della sua vita, dei suoi insegnamenti e dell'eredità lasciataci con i suoi scritti, qual è la spiegazione realmente migliore e più logica? 2. Come per la Bibbia, anche sul ministero di Ellen G. White ci sono alcune questioni irrisolte. Dobbiamo concentrarci su questi aspetti tralasciando il quadro complessivo, o guardare a quest'ultimo sapendo che alcuni dubbi non troveranno soluzione? |