01/08/2009 – 1-7 agosto
6. CAMMINARE NELLA LUCE: RESPINGERE GLI ANTICRISTI
Letture: Giovanni 15:4-10; Atti 2:15-17; Ebrei 1:1,2; 2 Tessalonicesi 2:3,4; 1 Giovanni 2:18-29; 4:1-6
«Chiunque nega il Figlio, non ha neppure il Padre; chi riconosce pubblicamente il Figlio, ha anche il Padre» 1 Giovanni 2:23
Fin dalle origini, la chiesa ha dovuto contrastare falsi insegnamenti ed eresie.
Paolo aveva messo in guardia i responsabili della chiesa di Efeso dai «lupi rapaci» che avrebbero attaccato «il gregge» e dai falsi maestri presenti in mezzo a loro che avrebbero adescato e allontanato i membri di chiesa (At 20:29,30). Anche Gesù aveva messo in guardia da falsi cristi e falsi profeti (Mt 24:5, 11,24). La chiesa dei nostri tempi deve fronteggiare lo stesso pericolo.
In Apocalisse 13, la bestia che sale dal mare viene descritta come un'imitazione di Gesù e i commentatori per questo l'hanno chiamata anticristo (in greco anti significa «al posto di»). Curiosamente, nella sua prima epistola, anche Giovanni nomina gli anticristi. Chi sono e che cosa insegnano?
Questa settimana vedremo la posizione dell'apostolo e cercheremo di trarre utili insegnamenti per i nostri tempi.
Uno sguardo alla settimana
Che cos'è «l'ultima ora» (1 Gv 2:18)? Da quale minaccia Giovanni mette in guardia i propri lettori? C'è differenza tra anticristo e anticristi? Cosa intende Giovanni quando dice che occorre dimorare in Cristo? In che modo i cristiani devono mettere alla prova gli spiriti?
1 Giovanni 2:18
«Ragazzi, è l'ultima ora. Come avete udito, l'anticristo deve venire, e di fatto già ora sono sorti molti anticristi. Da ciò conosciamo che è l'ultima ora» 1 Giovanni 2:18
Alla fine del secondo capitolo, l'apostolo comincia a offrire maggiori dettagli riguardanti il gruppo o i gruppi che causavano problemi ai membri della sua chiesa. Osservandone l'attività, egli riconosce che è giunta «l'ultima ora».
Giovanni, verso la fine del I secolo d.C., parla di «ultima ora». Dopo circa duemila anni, che cosa pensiamo volesse intendere? Atti 2:15-17; Ebrei 1:1,2; 1 Pietro 1:20; 1 Giovanni 2:18
L'espressione «ultima ora» ricorre solo in questa circostanza; altri autori del Nuovo Testamento hanno invece usato le parole «ultimi giorni» per indicare l'arco temporale che inizia con la prima venuta di Cristo. Con il suo avvento è iniziata una nuova era e l'intero periodo che intercorre tra la prima e la seconda venuta viene definito «ultimi giorni». Dato il contesto, «l'ultima ora» di Giovanni può semplicemente essere il suo modo di esprimere questo stesso concetto, cioè il periodo che va dalla prima alla seconda venuta di Cristo.
Il Messia stesso aveva usato l'espressione «ora»in Giovanni 4:23 e 16:2 (alcune versioni traducono con «tempo»), a voler indicare un momento preciso del futuro, ma precedente il suo ritorno. Giovanni sembra voler attribuire all'espressione «ultima ora» lo stesso significato.
Quello che però è importante sottolineare è il fatto che l'apostolo non fissi una data e nemmeno descriva una cronologia esatta di eventi dettagliati che dovranno avere luogo prima che il Signore ritorni. Non è questo il punto; la sua intenzione, forse, è piuttosto legata alla necessità di rimanere vigili e attenti, poiché i falsi maestri sono intorno a noi, così come aveva avvertito Gesù.
Se già ai suoi tempi Giovanni era già preoccupato di mettere in guardia dai pericoli dell'«ultima ora», cosa dovremmo dire noi oggi? Con quale genere di filosofie, dentro e fuori della chiesa, ci confrontiamo quotidianamente, e perché se le accogliessimo potrebbero farci smarrire? Come proteggersi da simili inganni?
1 Giovanni 2:18,19,22,23
Chi è l'«anticristo»? 1 Giovanni 2:18,19,22
Il termine «anticristo» compare solo in 1 e 2 Giovanni. Un anticristo tenta di prendere il posto di Cristo contrapponendosi a lui. Studiosi di diverse denominazioni, per esempio, hanno definito «anticristo» la bestia che sale dal mare di Apocalisse 13 e l'«avversario» di 2 Tessalonicesi 2. E sono attribuzioni corrette perché il linguaggio di Apocalisse 13:2-4 dimostra che la bestia venuta dal mare è un'imitazione e una parodia di Cristo, l'Agnello; in 2 Tessalonicesi 2:4, l'anticristo, l'avversario, cerca di mettersi al posto del Signore; anche senza nominarlo esplicitamente, la Scrittura esprime questo concetto in più occasioni e Giovanni ne è ovviamente ben al corrente. In Apocalisse, invece, è lui stesso a esporlo senza citare il termine.
In 1 Giovanni 2:18, egli scrive «anticristo» sia al singolare sia al plurale: l'anticristo si presume che deve ancora venire, ma molti anticristi sono già apparsi. Giovanni ha forse abbandonato l'idea di un anticristo ben definito apostrofando altre persone con la qualifica di «anticristi»? Non credo! Può esserci molto utile la lettura di 1 Giovanni 4:3, dove si parla dello spirito dell'anticristo che queste persone manifestano, ma il vero anticristo deve ancora manifestarsi.
Perché Giovanni definisce anticristi quelle persone che avevano difficoltà nel comprendere correttamente la vera natura di Cristo? 1 Giovanni 4:3; 2 Giovanni 7
Non è possibile che Giovanni consideri come se fossero degli «anticristi» quei membri della sua chiesa che erano semplicemente alle prese con una corretta comprensione di Gesù, o quelli temporaneamente vacillanti, destabilizzati da false dottrine. Questi membri dovevano scegliere tra l'insegnamento cristiano e la visione degli anticristi, a proposito della figura di Gesù quale Messia e/o della natura di Cristo. C'erano individui che avevano abbandonato la chiesa e proclamavano con successo false dottrine (1 Gv 4:5). Erano gli anticristi.
Si potrebbe allora dire che tutto ciò che sostituisce nella nostra vita il Dio vero possa essere considerato un «anticristo»? Quali sono alcuni «anticristi» emergenti nella società attuale? Come si fa a riconoscerli e soprattutto a neutralizzare il loro potere nei nostri confronti?
1 Giovanni 4:1-6
In 1 Giovanni 4:1-6 torna a trattare il tema già affrontato al cap. 2, nei vv. 18-27: le dottrine sbagliate promosse in mezzo a loro. È interessante scoprire come il nemico abbia cominciato a operare in seno alla chiesa molto presto, per cercare di dividere i credenti attraverso l'introduzione di falsi insegnamenti. Non accade la stessa cosa anche a noi oggi? Non siamo anche noi esposti all'influsso di falsi insegnamenti che arrecano divisione?
Leggere 1 Giovanni 2:19. Quale importanza riveste l'affermazione di Giovanni per gli avventisti nel presente?
Anche se non sono noti tutti i particolari, Giovanni sembra costretto a lottare contro varie dottrine eretiche, alle quali davano impulso molti di questi ex membri di chiesa. Qualcuno forse affermava che Cristo era stato solo in apparenza un essere umano, ma che in realtà non lo era. Qualche altro magari sottolineava come Cristo fosse entrato nell'essere umano Gesù al momento del battesimo, per abbandonarlo poi alla crocifissione. Altri ancora potevano aver rifiutato Gesù come Messia.
Probabilmente questi falsi maestri pretendevano di essere ispirati, ecco il motivo dell'avvertimento di Giovanni contro questi profeti (1 Gv 4:1). Le loro dottrine sbagliate dimostrarono, comunque, che quelle persone erano state plagiate dallo spirito dell'anticristo.
Confrontare 1 Giovanni 2:18-27 con 1 Giovanni 4:1-6. Nonostante i moniti contro gli anticristi e le loro false dottrine, quali speranze e rassicurazioni offre Giovanni ai propri lettori? Quale speranza possiamo trarne noi?
1 Giovanni 2:20,21,27
L'unzione citata in 1 Giovanni 2:20, da molti è stata riconosciuta come quella dello Spirito Santo. Perché questi versetti convalidano tale ipotesi? 1 Samuele 16:13; Giovanni 14:17; 15:26; 16:7; 1 Giovanni 2:10,21,27
I credenti hanno ricevuto l'unzione, che rimane in loro, li istruisce e non contiene alcuna falsità. Quello che viene detto a proposito dell'unzione e della sua funzione, può ricordare ai lettori le frasi pronunciate da Gesù sullo Spirito Santo nel momento del suo commiato (Gv 13-16). Già in Isaia 61:1 c'è un collegamento tra l'essere unti e lo Spirito Santo, per cui è molto probabile che l'unzione stia per Spirito Santo. Appare però anche un'altra dimensione: per certi versi, 1 Giovanni 2:24 ha delle analogie con il v. 27:
u «Quanto a voi, ciò che avete udito fin dal principio rimanga in voi» (1 Gv 2:24)
u «Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi» (v. 27)
Ciò che i credenti hanno udito fin dal principio è il messaggio di Gesù; la Parola di Dio (1 Gv 2:14) e la verità (2 Gv:2) rimangono nel cristiano.
In 2 Corinzi 1:21,22 l'unzione divina è collegata con il sigillo da parte dello Spirito Santo, mentre in Efesini 1:13 è grazie all'ascolto della parola di verità e alla fede che è possibile ricevere tale sigillo. Quindi, l'unzione può anche voler dire la Scrittura. La Parola di Dio comunicata dallo Spirito Santo è l'antidoto ai messaggi che si levano dagli anticristi; essa rappresenta il parametro obiettivo sulla base del quale possono essere valutate le dottrine. I credenti fanno affidamento allo Spirito Santo che si manifesta nella Scrittura e la Bibbia deve diventare l'autorità ultima su ogni nostro insegnamento. Nel momento in cui il cristiano inizia a dubitare di tale autorità, della sua attendibilità e della sua ispirazione, diventa permeabile a ogni sorta di delusione ed errore.
La terra è piena di persone, un tempo fedeli cristiani, che hanno abbandonato la propria fede perché, confrontandosi con cose che non capivano o non gradivano, hanno cominciato a dubitare dell'autorità e dell'ispirazione della Bibbia. Un conto è ammettere che nella Scrittura ci sono cose che non comprendiamo, un altro è dubitare della sua autorità a motivo di queste cose.
Come ti comporti quando nella Parola trovi eventi che non comprendi o non ti piacciono? Ti è capitato spesso di dubitare delle cose lette? Se ti rendessi conto di essere sulla strada sbagliata, cosa potresti fare per imboccare quella giusta?
Qual è il tema comune che riscontriamo in questi versetti? Giovanni 5:38; 6:56; 8:31; 15:4-10; 1 Giovanni 2:14,28; 2 Giovanni 9
La parola parafrasata con il verbo «dimorare» è stata tradotta anche con «rimanere», «abitare», «restare». È un concetto importante tanto del vangelo quanto delle epistole scritte dall'apostolo, che ricorre 25 volte in 1 Giovanni e 2 volte in 2 Giovanni. Esso vuole sottolineare quanto sia indispensabile rimanere nel Figlio, nel Padre e nello Spirito Santo.
Una corretta relazione con la divinità è fondamentale, ma lo è altrettanto mantenersi nella giusta dottrina e nella Parola, perché condizionerà il nostro rapporto con Dio. Ed è quello che sembra in effetti emergere quale aspetto cruciale nella lettera di Giovanni, il quale teme ciò che questi falsi maestri e i loro insegnamenti potrebbero provocare nella fede del credente.
Una delle promesse fatte a quanti dimorano in lui, è quella della vita eterna. Cos'altro potrebbe offrirci la fede se non avessimo una prospettiva di questo tipo? 1 Corinzi 15:1-19
Non ci sono dubbi, Giovanni reputava il dimorare nel Signore un elemento indispensabile della fede cristiana. Ma è solo un altro modo per dire che abbiamo bisogno di «camminare nella luce», di avere una relazione profonda con Gesù, ovvero una sottomissione quotidiana della nostra volontà alla sua, che ci viene rivelata dalla Parola e dall'opera che lo Spirito Santo compie in noi.
Quando iniziamo a disubbidire al Signore e a pensare di poter capire le cose con le nostre forze, appena cominciamo a trasmettere giudizi negativi su quelle parti della Bibbia che non ci piacciono, significa che ci stiamo muovendo in una direzione che, se non bloccata in tempo, ci separerà da un rapporto salvifico con Gesù.
Cosa significa per la tua esperienza «dimorare in Cristo»? Come puoi trasferire nella vita pratica questo concetto?
Leggere: 2 Pietro 2. Ellen G. White, Tesori delle testimonianze, vol. 2, pp. 9-11.
Perché 1 Giovanni 2:29 è così importante ai fini di questa discussione sui falsi maestri? Ovviamente, a un insegnamento non vero che riguarda Cristo, fa seguito uno stile di vita sbagliato ed è quello che accade spesso anche oggi. Attaccare una dottrina del cristianesimo significa chiamarne in causa delle altre e prima o poi questa non rimane più una formula teorica, ma si concretizza nella pratica e le persone non vivono più coerentemente; è l'inizio di un circolo vizioso, una spirale verso il basso che può essere interrotta solo ritornando al Signore, ai suoi insegnamenti e alla sua vita esemplare.
«Lo Spirito non fu dato - né mai potrà essere accordato - per sostituire la Bibbia, in quanto le Scritture affermano in modo esplicito che la Parola di Dio è la regola in base alla quale vanno valutati tanto l'insegnamento quanto l'esperienza. Dice l'apostolo Giovanni: "Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo (1 Gv 4:1)"» - GC, p. 9 [16,17].
Domande per la discussione
1. È da tanto tempo che noi avventisti parliamo del ritorno di Gesù; come interpretiamo il fatto che stiamo vivendo «nell'ultima ora»? Se questa dura almeno duemila anni, cosa vuol dire e come deve condizionare il nostro modo di vivere?
2. A proposito della domanda finale di giovedì, quali sono le cose che praticamente possono aiutarci a dimorare in Cristo?
3. In quale modo manifestiamo nei confronti degli altri lo spirito dell'anticristo?
4. Quali sono alcuni dei concetti più complessi della Bibbia che talvolta causano situazioni conflittuali nei membri? Come mantenere la fiducia nella Parola di Dio anche in presenza di queste difficoltà? In che modo possiamo aiutare coloro che vacillano nella fede a motivo delle cose scritte nella Bibbia che essi non capiscono o non gradiscono?
5. Quale atteggiamento siamo chiamati ad avere nei confronti di quegli ex membri che adesso ci attaccano apertamente?