quinta-feira, 12 de novembro de 2009

7. LOTTA PER LA SUPREMAZIA

07/11/2009
7. LOTTA PER LA SUPREMAZIA
7 - 13 novembre

 

Letture: Genesi 17:10-17; Numeri 16,17; Giosuè 4:3-9; Matteo 26:13; Luca 22:19
 
«La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta» Proverbi 16:18
 
Nei cuori del popolo serpeggiava ancora un sentimento di odio mal camuffato contro Mosè e Aaronne. La prima generazione liberata dall'Egitto, riteneva un peso insopportabile l'essere condannata a vagare nel deserto fino alla morte. Invece di sottostare al giudizio divino, alcuni cominciarono a tramare per cercare il modo di liberarsi dei due fratelli, come se fossero stati loro, e non Dio, i responsabili di quella situazione. «Kore, l'ispiratore di questa rivolta, era un uomo intelligente e influente; era un levita della famiglia di Kehath, cugino di Mosè. Non era soddisfatto del suo incarico… Poi elaborò un piano audace per minare l'autorità religiosa e civile» - PP, p. 395 [332].
Questa settimana faremo uno studio molto utile, che ci ricorderà in modo brutale quanto sia corrotto il cuore dell'uomo. Orgoglio, gelosia, sete di potere, se accarezzati e coltivati a lungo possono manifestarsi in maniera orribile. Dio solo sa quanto dolore, sofferenza e morte sono state e saranno determinate da chi permette che questi semi amari giungano a maturazione. La speranza è quella di imparare dagli errori che analizzeremo, così da non ripeterli.
Leggere Numeri 16:1-3. Osservare attentamente le parole che i ribelli rivolgono a Mosè. Quali sono le quattro menzogne pronunciate?
 
 La reazione di Mosè a questo attacco (Nm 16:4) rivela tutta la sua frustrazione davanti a quelle accuse confuse e distorte, lanciategli proprio da chi avrebbe dovuto sapere bene come stavano le cose: «Essi erano stati fra coloro che insieme a Mosè erano saliti sul monte Sinai per contemplare la gloria divina… Affermando di avere profondamente a cuore il bene del popolo, in tutta segretezza seminarono il malcontento, riuscendo a coinvolgere perfino i capi d'Israele. Incoraggiati dalla facilità con cui la gente accoglieva le loro insinuazioni, si convinsero di agire spinti dallo zelo di Dio» - PP, pp. 396,397 [333].
Ancora una volta si manifesta lo stesso spirito alla base del peccato originale di Satana nell'Eden. A questi uomini e principi non bastava essere rispettati od occupare ruoli di prestigio, volevano di più. Dobbiamo fare tutti molta attenzione!
 
Che cos'altro c'è dietro la loro ribellione? Perché quelle accuse erano palesemente false? Numeri 16:12-14
  
Arrivano inaspettate le parole di questi uomini, che definiscono l'Egitto la «terra dove scorre il latte e il miele». Sorprende come il peccato possa alterare a tal punto la loro percezione, tanto che la terra della loro schiavitù viene rappresentata come se fosse quella promessa da Dio!
 
Con quali comportamenti inganniamo noi stessi, razionalizzando o giustificando i nostri peccati e le nostre azioni sbagliate? Come proteggerci da queste tristi e pericolose frodi spirituali?
Osserviamo la reazione di Mosè (Nm 16:4-11). Nonostante l'alto incarico riconosciuto loro, questi uomini pretendevano di più e lui lo comprese molto bene. Leggendo bene le loro parole, è evidente che quel gruppo stava ribellandosi a Mosè e ad Aaronne, come se i due fratelli avessero usurpato la loro autorità, oltrepassando i limiti e autoproclamandosi al di sopra di chiunque altro; un'altra accusa fu quella di averli condotti nel deserto per ucciderli.
 
Ma nella realtà, contro chi si stavano ribellando? Numeri 16:11
 
Viene da interrogarsi sulla genesi delle false accuse articolate da quelle persone; quale forza aveva aperto il mar Rosso, quella proveniente da Dio, Aaronne o Mosè? Chi, dei tre citati, aveva provveduto ogni mattina a fornire la manna? E chi si era manifestato con la nuvola di giorno e con il fuoco la notte, Dio o Mosè? Si fa fatica a comprendere come abbiano potuto agire in quel modo scorretto dopo tutte le meraviglie di cui erano stati testimoni.
 
Leggere Numeri 16:15-35, facendo attenzione alle parole di Mosè nei vv. 28-30. Quali frasi svelano la reale natura del problema?
  
Rifletti sulla loro situazione. Se questi uomini fossero stati in grado di fomentare una ribellione più estesa, chi può sapere le terribili conseguenze che ne sarebbero potute derivare? I figli di Israele si sarebbero potuti smarrire completamente; essi dovevano avere la certezza che il Signore aveva il controllo della situazione, che li guidava e che Mosè e Aaronne stavano facendo ciò che era richiesto da Dio e non agivano di testa propria. Tutto ciò sarebbe dovuto essere ovvio, ma il peccato ha la terribile forza di annebbiare le nostre menti: lo spirito ribelle, una volta alimentato, non solo è difficile da sedare ma spesso acquisisce slancio per conto proprio.
 
Sei suscettibile all'invidia verso chi esprime un'autorità verso di te? Cosa può insegnarti l'esempio di Cristo per superare questo sentimento potenzialmente dannoso?
Gli scavi archeologici in Palestina non hanno riportato alla luce molto materiale scritto (a parte i rotoli del mar Morto), eppure la Scrittura fa riferimento a svariati oggetti commemorativi quale segno tangibile perché Israele si ricordasse di continuo il loro significato. Per esempio, in Genesi 28:11-22, Giacobbe prende una pietra e la fa diventare memoriale perché ricordi le promesse del patto che Dio aveva stabilito con lui e con i suoi discendenti.
 
Come doveva essere commemorata questa terribile rivolta contro Mosè e Aaronne? Numeri 16:36-40. Che cosa in particolare doveva ricordare questo memoriale agli israeliti?
  
La gran parte dei simboli commemorativi citati nell'Antico Testamento ricordava a Israele la volontà di Dio, la sua bontà, grazia e le benedizioni del patto. Essi indirizzavano la persona verso l'alto, verso il divino, verso Dio. Per esempio, le nappe sui loro abiti (Nm 15:38-41), l'arcobaleno dopo il diluvio (Gn 9:13), la circoncisione (Gn 17:10-17), la celebrazione della Pasqua (Nm 9:1-14) e le pietre fatte posare da Giosuè in ricordo dell'attraversamento del Giordano (Gs 4:3-9). Invece, le lamine di rame per rivestire l'altare erano un memoriale preventivo, che serviva ad ammonire uno straniero, o comunque qualsiasi individuo non discendente da Aaronne, a non cercare di usurpare il sacerdozio.
In senso più ampio, esso voleva ricordare al popolo cosa accade quando gli uomini, razionalizzando la propria ambizione, avidità e brama di potere, si ribellano contro Dio. Si trattava di un memoriale di avvertimento, affinché al popolo «non capiti la sorte di Kore e di quelli che erano con lui» (Nm 16:40).
 
Quali altri memoriali si trovano nella Bibbia, e qual è il loro scopo? (cfr. Es 20:8-11; Nm 31:54; Mt 26:13; Lc 22:19). In che senso il sacrificio degli animali rappresentava un certo tipo di memoriale?
  
Quali cose riguardanti il Signore e le sue promesse hai bisogno di ricordare costantemente? Perché è fondamentale averle sempre ben presenti?
Verrebbe da pensare che il disastro abbattutosi su Kore, Datan, Abiram e i 250 autorevoli membri del consiglio avrebbe fatto rinsavire la comunità. Dal cielo era sceso del fuoco che aveva consumato alcuni di loro, mentre la terra si era aperta inghiottendo gli altri; cosa avrebbe potuto fare di più il Signore per mostrare la sua giusta indignazione di fronte a una ribellione e a un'apostasia così palesi?
 
Leggere Numeri 16:41-50. Quali tratti distintivi nell'episodio in questione sono rivelatori della natura corrotta dell'uomo? In che modo la loro accusa riprende quella già lanciata da Kore e gli altri?
  
Questo impressionante racconto evidenzia come lo spirito ribelle presente in mezzo al popolo non si fosse esaurito con la morte di Kore, ma aleggiasse ancora nell'accampamento, nonostante i fatti accaduti.
È difficile comprendere perché continuassero a comportarsi in quel modo, soprattutto in considerazione degli eventi di cui erano stati testimoni; è un'ulteriore dimostrazione che una volta iniziata la deriva verso la ribellione e l'apostasia, si corre il rischio di trovarsi ad agire in modo assolutamente folle e irrazionale. È dunque indispensabile che, tramite la grazia divina e la proclamazione delle sue promesse (1 Cor 10:13; Fil 1:6), si annientino questi sentimenti prima che ci trascinino alla rovina.
 
Leggere Numeri 16:48. Cosa significa l'affermazione secondo cui Aaronne si fermò tra i vivi e i morti? In che modo questa scena riproduce parzialmente ciò che Gesù ha fatto per noi?
  
In questo mondo esistono solo due categorie di persone, i vivi e i morti, non da un punto di vista biologico, ma spirituale. «Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio» (Gv 3:18). Gesù si piazza tra i vivi e i morti; egli è la linea di confine, il punto di transizione tra una condizione e l'altra. Soltanto attraverso di lui possiamo passare dalla morte alla vita.
 
Fai parte dei vivi? Motiva la tua risposta.
Le numerose morti provocate dalla ribellione di Kore, non erano la prova che la questione della guida sacerdotale fosse stata risolta. Nonostante tutto quello che il Signore aveva fatto - il giudizio tremendo e potente abbattutosi sui ribelli - vedeva che il popolo continuava a essere inquieto. Avrebbe comprensibilmente potuto spazzare via tutti, ma non aveva mai desiderato una punizione così estrema. E così, il Signore si dimostrò ancora una volta disposto a operare insieme a quelle persone e a rivelare loro la sua grazia salvifica.
 
Leggere Numeri 17 e rispondere alle seguenti domande:
 
Quale fu il motivo di quella prova?
  
In che senso doveva essere un mezzo per prevenire future ribellioni e conseguenti condanne?
  
Perché la reazione del popolo lascia intendere che alla fine sia stato recepito il messaggio, e che solo ad alcuni sarebbe stato consentito diventare sacerdoti?
 
 Il miracolo del bastone di Aaronne che fiorisce e produce mandorle non poteva essere confuso in alcun modo. Gli israeliti furono costretti ad ammettere che Dio aveva operato all'interno del tabernacolo un prodigio che designava, una volta per tutte, Aaronne e i suoi eredi come sacerdoti del santuario divino.
L'elemento tragico è dato dall'immensa sofferenza procurata per giungere a quella consapevolezza; quello straordinario è che il Signore sarebbe stato disposto a fare anche di più pur di portarci a ravvedimento.
 
Dal nostro punto di vista è facile giudicare e condannare gli israeliti. Ma se fossimo obiettivi nel guardarci dentro, che cosa dovremmo dire (2 Cor 3:15)? Perché spesso è così difficile imparare le lezioni che Dio cerca di insegnarci? Perché, anche davanti all'evidenza assoluta del suo amore e della sua grazia, non riusciamo a confidare in lui? Per quale motivo ripetiamo più volte gli stessi errori? E soprattutto, perché è indispensabile da parte nostra non cercare di giustificarli?
Leggere «La ribellione di Kore», tratto da Ellen G. White, Patriarchi e profeti, pp. 395-405 [332-341].
 
«Mi chiedo se una ribellione genuina possa essere curabile... La ribellione e l'apostasia le respiriamo nell'aria. Esse ci condizioneranno se non affideremo per fede le nostre vite indifese a Cristo. Se gli uomini sono così facilmente ingannabili, come si comporteranno quando Satana si farà passare per Gesù e opererà miracoli? Chi potrà rimanere impassibile di fronte alle sue false rappresentazioni, quando professerà di essere Cristo e opererà come farebbe lui? Che cosa impedirà al popolo di Dio di concedere la propria fedeltà ai falsi cristi?
Le dottrine devono essere comprese semplicemente. Gli uomini che hanno accettato di insegnare la verità devono essere ben ancorati; e allora i loro vessilli resisteranno alle tempeste e alle bufere, perché l'ancora di salvataggio li mantiene saldamente. Gli inganni aumenteranno e noi dobbiamo chiamare la ribellione con il suo nome. Dobbiamo resistere indossando l'intera armatura» - 1BC, p. 1114.
 
Domande per la discussione
1. In quali modi ci inganna il peccato? Come possiamo scoprire se siamo ingannati da esso (farci credere di non essere ingannati non è forse parte dell'inganno del peccato)? Quali risposte ci offre la Bibbia?
2. Questa settimana abbiamo esaminato un tipo di ribellione palese e diretta; ma in quali altri modi può manifestarsi tra di noi lo stesso spirito? Come riconoscerlo quando inizia a comparire, soprattutto nel caso assuma sembianze da convincerci che in realtà non stiamo ribellandoci, ma semplicemente schierandoci dalla parte della giustizia? Come si può smascherare l'inganno?
3. Perché i memoriali, sia secolari sia religiosi, sono importanti? Quali sono alcuni memoriali secolari tradizionali della tua cultura e che cosa rappresentano?
 
In sintesi

La ribellione di Kore e dei suoi alleati contro Mosè e Aaronne aveva radici così profonde che Dio non poté fare altro che annientarli insieme ai loro seguaci, e per questo vi furono un terremoto, un rogo e un flagello. Questo racconto dovrebbe servire da monito contro l'invidia e la gelosia, esattamente la funzione che avevano le lamine di rame sull'altare. Se pregheremo per i nostri dirigenti e apprezzeremo ciò che Dio ha fatto per loro e per noi, ci saranno risparmiati i tormenti interni che afflissero l'antico Israele durante la sommossa di Kore.

FONTE: http://avventisti.it/sito/bibbia_dettagli.asp?id=459