Guida allo studio settimanale della Bibbia
L'apostolo Paolo
Letture: Atti 9:1-9, 22:3-5, 25-29; Romani 7:19-25; Filippesi 3:5; 2 Pietro 1:3-8«Ho dunque di che vantarmi in Cristo Gesù, per quel che concerne le cose di Dio» Romani 15:17
Pensiero chiave
L'apostolo Paolo ha avuto un impatto autorevole sul mondo del suo tempo, diffondendo il cristianesimo ben oltre i confini geografici di Israele e il popolo giudaico. La sua vita e il suo ministero rappresentano un modello per la nostra missione contemporanea.
L'idea che la buona novella fosse destinata anche ai gentili fu traumatica per gente che, nonostante gli insegnamenti dei loro stessi profeti, aveva maturato una diversa comprensione. La salvezza di Dio era a disposizione del mondo intero, non solo del popolo ebraico: un cambiamento sostanziale!
L'apostolo Paolo è stato un protagonista chiave per la diffusione di questa rivelazione; la sua storia, la sua personalità e l'appello ricevuto da Dio ne fece la persona giusta al momento giusto per guidare la chiesa verso questa nuova era, segnata da una missione rivolta a tutte le nazioni.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno è passata attraverso un processo analogo intorno alla fine del XVIII secolo, quando iniziò a espandere la propria opera missionaria oltre i confini del Nord America. Fu un passo radicale che pose le basi di quella che è l'attuale opera missionaria avventista in oltre duecento nazioni.
L'apostolo Paolo si può considerare il personaggio più influente del Nuovo Testamento, dopo Gesù. Egli ha portato la buona novella di Cristo in gran parte del mondo allora conosciuto. Paolo era nato a Tarso, a quell'epoca capitale della Cilicia, una provincia romana che si trovava nei confini dell'attuale Turchia. La zona era nota per le pelli di capra, materiale largamente usato per fabbricare tende, il mestiere di Paolo (At 18:3).
Atti 22:3-5, 25-29; Romani 11:1; Filippesi 3:5. Secondo questi passi, perché Paolo è potuto essere un testimone così efficace in quel preciso momento storico?
La cittadinanza romana per nascita aveva un enorme valore; ai tempi di Paolo la si poteva acquistare per 500 dracme, che equivalevano pressappoco a due anni di salario di un lavoratore medio.
Alla cittadinanza romana erano riconosciuti certi privilegi, tipo l'esenzione dalla flagellazione e l'impossibilità di una condanna a morte senza regolare processo (At 22:23-39); e ancora, il diritto di voto, di stipulare contratti, di sposarsi legalmente e l'esenzione dalle tasse. Tuttavia, Paolo era anche giudeo e aveva un ricco bagaglio spirituale. Negli ultimi anni, fece spesso riferimento a questa sua eredità: «Io sono un giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri; sono stato zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi» (At 22:3).
Paolo discendeva dalla tribù di Beniamino, fu educato come un fariseo e studiò alla scuola del grande Gamaliele (v. 3), uno dei principali maestri giudaici di quel tempo. Dalla lettera scritta ai galati, apprendiamo che egli fu «estremamente zelante nelle tradizioni dei miei padri» (Gal 1:14).
Paolo trasferì a piene mani questo zelo nell'opera persecutrice attuata ai danni dei discepoli di Gesù. Giudeo scrupoloso, cittadino romano, Paolo stava per diventare il più grande apostolo mai conosciuto dall'umanità.
Quali aspetti della tua vita (nazionalità, istruzione, formazione) possono essere particolarmente utili ai fini della testimonianza per il Signore?
Paolo non è stato solo apostolo, ma anche Saulo da Tarso, persecutore dei primi cristiani. In seguito, visse un'esperienza che gli fece prendere la strada che avrebbe cambiato non solo la sua vita, ma quella della storia tutta.
Leggere Atti 9:1-9, il racconto della conversione di Paolo. Cosa gli accadde di così eclatante da farlo cambiare radicalmente? Quanto deve essere stato difficile per lui accettare il fatto di essersi terribilmente sbagliato a proposito di Gesù?
Paolo non ha avuto bisogno di alcuna profonda interpretazione teologica per arrendersi a Cristo. In quel preciso istante, decise di dare se stesso al Signore, dichiarando: «Signore, che vuoi che io faccia?» (At 9:6). Il fiero avversario di Gesù era appena diventato suo umile e pentito servo. Dopo la conversione, Paolo incontrò Pietro, Giacomo e Giovanni, «colonne tra gli apostoli», i quali concordarono sul fatto che la chiamata particolare da lui ricevuta, dovesse essere svolta tra i gentili (Gal 2:7-9).
Atti 13:47 e Isaia 49:5,6. Di quale titolo e compito già attribuiti a Gesù (Lc 2:30-32) si fanno carico Paolo e Barnaba?
Anche se Paolo si considerava un inviato speciale o uno strumento per raggiungere i pagani, condivise la buona novella anche con gli ebrei. Altri apostoli, come Pietro, predicarono prevalentemente al popolo ebraico, ma il Signore se ne servì anche per testimoniare ai gentili; proprio lui è stato il primo a incontrare i pagani (cfr. Atti 10).
Presumibilmente, ben pochi hanno vissuto un'esperienza drammatica come la conversione di Paolo, ma ognuno di noi, in un dato momento della propria vita, ha bisogno della conversione. Qual è stata la tua esperienza a questo proposito? Ma soprattutto, che cosa ti ha insegnato e come puoi trasferirla ad altri per aiutarli a vivere la propria conversione?
Saremmo tentati di pensare a Paolo, il grande apostolo dei gentili, maggiore espressione di tutto il cristianesimo (Gesù a parte), come a una sorta di essere sovrannaturale, un santo senza macchia e un messaggero della fede. Ma non è questa la descrizione che presenta il Nuovo Testamento.
La Scrittura considera che tutti gli uomini sono schiavi del peccato, sono tutti peccatori e bisognosi della grazia divina; l'apostolo Paolo non fa eccezione. Talvolta appare impulsivo, quasi aggressivo; ha spesso lottato per rivendicare i propri diritti. Quando si trova in prigione insieme a Sila, si appella ai propri diritti di cittadino romano (At 16:35-40). Più tardi, in tribunale davanti ad Agrippa, si appella a Cesare (At 25:11,12), prerogativa riservata a ogni cittadino dell'impero. Se avesse atteso e non preteso il rispetto dei suoi diritti, magari sarebbe stato liberato in anticipo (At 26:32).
Che cosa ci insegnano i seguenti passi sulla figura di Paolo? Atti 15:37-39; Romani 7:19-25; 1 Corinzi 9:27; 2 Corinzi 12:7
È consolante sapere che una simile colonna della fede, non fosse un uomo perfetto. Talvolta commise degli errori; anch'egli, come ciascuno di noi, aveva bisogno quotidianamente del perdono e della grazia di Gesù nella sua vita. In realtà, per quello che possiamo dedurre dai suoi scritti, era estremamente consapevole della sua condizione di peccatore; e non c'è dubbio che proprio la coscienza di tale debolezza abbia contributo a renderlo uno dei più straordinari predicatori della grazia salvifica di Dio.
Romani 7:24. Cosa pensa di sé Paolo? Quale conforto e speranza possono trasmetterti queste parole?
Paolo non era perfetto, ma il Signore se ne servì comunque. Perché, se da un lato è importante essere consapevoli dei nostri limiti e fare affidamento sulle promesse divine per superarli, dall'altro non dobbiamo permettere che gli stessi limiti ci scoraggino impedendoci di agire per Dio.
La vita e la missione dell'apostolo Paolo sono state motivate e dominate da svariate tematiche principali, ma al vertice della lista troviamo sicuramente il racconto di Gesù crocifisso. Questo evento ha rappresentato il fondamento di ogni cosa che ha insegnato e che ha fatto; scrisse infatti ai corinzi: «Poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso» (1 Cor 2:2), e poi ancora ai galati: «Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo» (Gal 6:14).
Questi testi dimostrano che, per Paolo, la croce di Cristo (che comprende necessariamente anche la risurrezione) ha rappresentato il tema centrale di tutta la sua teologia. Egli descrive in molti modi diversi, attraverso tutti i suoi scritti, l'enormità del gesto compiuto da Gesù, che grazie alla croce ha salvato l'intera umanità.
Leggere i seguenti testi, dove Paolo parla della salvezza. In che modo ci aiutano a capire ciò che Cristo ha fatto per noi?
Romani 5:10
Romani 6:18
Romani 7:2-4
Romani 8:15-17
Galati 2:16
Efesini 1:7
1 Timoteo 2:6
1 Pietro 1:18,19
Paolo utilizza una serie di immagini diverse e di vivide descrizioni per raccontarci quello che Cristo ha fatto per noi; anche perché una singola illustrazione non avrebbe potuto rendere giustizia alla portata della conquista ottenuta sulla croce.
Fino a che punto la croce è un elemento centrale della tua teologia? Perché è importante riservarle un ruolo centrale in ogni nostra testimonianza?
La lezione di ieri ci ha mostrato che la morte di Cristo sulla croce è stato l'argomento chiave della vita e degli insegnamenti di Paolo. Oggi, vedremo brevemente gli altri principali temi della predicazione paolina.
Vivere una vita devota (santificazione). Paolo dice con estrema chiarezza che la salvezza è gratuita, un dono che non possiamo guadagnarci, né tanto meno meritarci (Rm 5:15; 6:23; Ef 2:8). Ma la salvezza non ci consente un atteggiamento analogo a quello avuto prima di conoscere Cristo. In conseguenza della sua grazia, siamo chiamati a vivere come egli ci chiede. Paolo scrive a Timoteo: «Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine» (1 Tm 6:11); non dobbiamo fare ciò che è giusto allo scopo di essere salvati da Gesù, ma agire rettamente proprio perché siamo già stati salvati; a questo proposito, Paolo dice che siamo «stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone» (Ef 2:10).
Non ubbidiamo a Dio perché così facendo egli ci amerà, ci accetterà o ci garantirà il biglietto d'ingresso al paradiso, ma perché il suo amore potente ci spinge a fare opere buone. Gli siamo devoti perché il suo amore ci costringe (2 Cor 5:14).
2 Pietro 1:3-8. Quali sono le motivazioni avanzate da Pietro per vivere una vita devota? Quali altre aggiungeresti?
Paolo scrisse che non voleva fossimo «ignoranti» a proposito di quello che accade quando la persona muore (1 Ts 4:13). Perché è importante comprendere la verità che riguarda la vita dopo la morte?
I temi chiave di Paolo sono tutti collegati tra loro; mediante il suo sacrificio e la conseguente risurrezione, Gesù ha sconfitto la morte e ritornerà per portare a tutti i suoi figli fedeli il dono della vita eterna (1 Ts 4:13-18) nel momento stesso in cui essi si risveglieranno. Questi discepoli di Cristo hanno dimostrato il loro amore nei suoi confronti per come hanno vissuto (Ef 4:20-32).
Qual è la speranza del cristianesimo che ha per te un significato più profondo? Vale a dire, quale tra tutte le promesse che ci sono state fatte ti offre il maggior conforto e perché?
Leggere da Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, «Da persecutore a perseguitato», pp. 112-122 [71-77].
«Le false convinzioni non facevano di Paolo un uomo amabile, gentile, compassionevole. Era uno zelota religioso, furioso nei riguardi della verità relativa a Gesù. Percorse l'intero paese a caccia di uomini e donne che fece andare in prigione» - 1SM, p. 214.
«L'apostolo Paolo possedeva tutti i privilegi di un cittadino romano. Non gli era estranea la formazione ebraica, perché aveva studiato alla scuola di Gamaliele; ma ciò non gli consentì di raggiungere le vette più elevate. Nonostante le conoscenze letterarie e scientifiche, fino a quando Cristo non gli si rivelò, egli era nell'assoluta oscurità, come molti altri del suo tempo. Paolo capì appieno che conoscere Gesù Cristo per esperienza diretta significava, per il presente, un bene eterno. Vide la necessità di ambire a un alto livello» - Ellen G. White, Advent Review and Sabbath Herald, 18 luglio 1889.
«Investigando le Scritture, occorre sempre tenere ben presente una verità cruciale: Cristo e la sua morte in croce. Ogni altra verità è investita di importanza e potere nella misura in cui si lega a questo tema. Solo alla luce della croce possiamo comprendere il carattere eminente della legge di Dio. La persona paralizzata dal peccato può essere corroborata dalla vita solo grazie all'opera compiuta sulla croce dal protagonista della salvezza» - 6BC, p. 1084.
Domande per la discussione
1. Quali ritieni essere le tue convinzioni più importanti? In che modo condizionano il tuo modo di vivere? Come ti confronti con chi ha altre idee, magari opposte alle tue, ma le porta avanti con determinazione?
2. Il tema della croce ha un ruolo centrale all'interno della tua comunità? Cosa puoi fare per contribuire a renderlo tale?
3. Discutere insieme le varie risposte alla domanda finale della lezione di giovedì.
In sintesi
Paolo rappresenta uno straordinario esempio del fatto che non vi sia limite a ciò che il Signore può compiere per mezzo di noi, pur nella nostra umana debolezza. Il suo passato e i suoi doni unici lo misero in grado di far penetrare il messaggio del Vangelo in un territorio completamente nuovo
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