Guida allo studio settimanale della Bibbia
Giovanni il battista
Letture: Matteo 14:1-12; Luca 1; Colossesi 2:8; Apocalisse 14:6-12«In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il battista; eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» Matteo 11:11
Pensiero chiave
Giovanni il battista ricevette una chiamata particolare da Dio; e noi, in quanto chiesa, siamo destinatari di un appello analogo al suo. Cosa possiamo imparare dall'esempio di Giovanni?
I Mandei, antica religione e seguaci di Giovanni il battista, lo venerano quale ultimo e maggiore tra i profeti e alcuni adepti sono ancora oggi presenti in Iran e Iraq. La cosa ironica è che, nonostante la loro venerazione, sono convinti che Gesù fosse un falso profeta, cosa difficile da giustificare considerando che l'unico obiettivo del messaggio di Giovanni era quello di preparare la strada all'avvento di Cristo.
Dal suo campo base, stabilito sulle rive del fiume Giordano, Giovanni predicò un messaggio che richiamava al pentimento, al perdono, alla giustizia sociale, tutto allo scopo basilare di preparare un popolo alla venuta del Messia. Folle numerose si radunarono per sentirlo parlare e molti seguirono i suoi insegnamenti. Diversi discepoli di Gesù erano stati in precedenza proprio discepoli del Battista.
Questa settimana scopriremo molte cose riguardanti la missione di un uomo che fu lodato da Gesù più di chiunque altro; ma analizzeremo anche le analogie tra la chiamata di Giovanni e la nostra.
Giovanni fa parte di un piccolo nucleo di persone che, secondo la Bibbia, furono scelte da Dio ancor prima che nascessero per affidare loro una missione speciale; a questo gruppo appartengono anche personaggi come Samuele e Sansone e lo stesso Gesù. Secoli prima, il profeta Isaia aveva anticipato il ministero di Giovanni: «La voce di uno grida: "Preparate nel deserto la via del Signore"» (Is 40:3). Anche il padre di Giovanni, Zaccaria, disse in anticipo che il figlio avrebbe preparato la strada al Signore (Lc 1:76).
Scorrere il primo capitolo del vangelo di Luca, dove vengono profetizzate la chiamata e la missione di Giovanni il battista. Annotare le cose che, secondo il testo, Giovanni avrebbe compiuto. Si sono poi realizzate?
Dopo le cose fatte, pensiamo all'ignobile fine fatta da Giovanni (Mt 14:1-12). In che senso quella morte corrisponde a tutte le situazioni gloriose predette?
La chiamata e il ministero intrapreso portarono Giovanni su un terreno molto aspro e spigoloso e la sua parabola si concluse in maniera quasi altrettanto ignobile come quello del cugino Gesù. A dispetto delle prove, delle sofferenze e delle incomprensioni, egli rimase fedele, permettendo l'adempimento di tutte le profezie che riguardavano la sua vita. Giovanni esemplifica quella sofferenza che potrebbe toccare a chiunque decida di restare fedele a Dio e a qualsiasi progetto abbia in mente per noi.
Secondo i vigenti parametri, la vita e soprattutto la morte del battista non fanno di lui un personaggio di successo per il mondo; cosa deve farci capire questo sulla differenza esistente tra ideali divini e terreni? I tuoi parametri del successo si avvicinano di più a quelli indicati dal Signore oppure a quelli dettati dal mondo?
Il Signore fece molte predizioni riguardanti la vita di Giovanni il battista, anticipando addirittura le cose che avrebbe realizzato nella sua vita, ancor prima che nascesse.
Sorge però un dubbio delicato: Giovanni era predestinato a fare queste cose semplicemente perché Dio le aveva predette? In altri termini, Giovanni aveva un'altra possibilità di scelta diversa da quella che gli era stata preannunciata da Dio? Sebbene la questione riguardante la preconoscenza di Dio applicata al nostro libero arbitrio stimoli da secoli filosofi e teologi (di conseguenza, non possiamo certo dare una risposta noi adesso) possiamo essere certi di una cosa: Giovanni aveva bisogno di una preparazione particolare per l'opera che si apprestava a intraprendere.
Luca 1:80. Quale particolare presente nel testo ci fa comprendere la complessità della preparazione di Giovanni? Quali princìpi capaci di rinvigorire la nostra esperienza spirituale possiamo trarne?
In Luca 1:15 è scritto che Giovanni sarebbe stato «pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre». E nonostante tutto, aveva bisogno del tipo di preparazione che lo ha forgiato nell'asprezza del deserto.
Spesso, nella Bibbia, il deserto è raffigurato come luogo di crescita e disciplina spirituale; proprio lì «la parola di Dio fu diretta a Giovanni» (Lc 3:2). Egli diventò un uomo di preghiera e in seguito insegnò ai suoi discepoli a pregare (Lc 11:1) e digiunare (Mc 2:18). Conosceva l'importanza di un collegamento spirituale con il cielo e il potere ricevuto dal Signore gli permise di proclamare con grande forza il messaggio; fu una voce che gridava nel deserto o, come riporta la versione greca letterale, «che muggiva come un bue».
Come svelò in seguito Gesù, nessuno andava a trovare Giovanni pensando che fosse uno smidollato, «una canna agitata dal vento» (Mt 11:7). Al contrario, si recavano ad ascoltare un uomo che annunciava la verità con forza e convinzione.
Fai una disamina onesta e sincera della tua vita spirituale. Preghi spesso? Studi con frequenza la Parola del Signore? Fino a che punto ti senti immerso nel mondo e nelle cose che lo riguardano? In cosa ritieni di dover cambiare? Forse avresti bisogno di un po' di tempo da passare nel deserto?
L'angelo apparso a Zaccaria allude alla profezia di Malachia e l'applica direttamente a Giovanni (Lc 1:17), come conferma Gesù stesso: «Se lo volete accettare, egli è l'Elia che doveva venire» (Mt 11:14, cfr. 17:11-13).
Elia svetta tra i grandi profeti dell'Antico Testamento; lancia al re Acab e al popolo d'Israele, sprofondati nell'apostasia e nell'idolatria, un accorato appello affinché tornino a Dio e riformino il loro modo di vivere. La prova del monte Carmelo, dove il profeta rappresenta il Signore contro i profeti pagani, costituisce uno spartiacque dell'intera Bibbia.
Il «messaggio di Elia» è un'espressione che ha un profondo significato per gli avventisti; Ellen G. White mette sullo stesso piano la missione di Elia, quella di Giovanni il battista e quella che attende il popolo di Dio negli ultimi tempi e commenta il «messaggio di Elia» semplicemente così: «Preparati a incontrare il tuo Dio» - Ellen G. White Comments, 4BC, p. 1184.
il messaggio di elia:
Elia - È chiamato a correggere il popolo d'Israele e a richiamarlo all'ubbidienza nei confronti della legge di Dio. Pronuncia un messaggio di condanna nei confronti del re Acab e offre a Israele l'opportunità del pentimento.
Giovanni il battista - Predica il pentimento e i princìpi appartenenti al regno dei cieli. Pronuncia un messaggio di condanna nei confronti dei capi religiosi e del popolo, preparando quest'ultimo alla venuta di Gesù.
Il popolo di Dio degli ultimi tempi - Riformatore che predica la giustificazione per fede e invita la gente ad adorare Dio, a pentirsi e a ubbidire ai suoi comandamenti. Messaggio: «È giunta l'ora del suo giudizio» (Ap 14:7). Prepa-ra le persone al ritorno di Cristo.
L'apostolo Giovanni parla di tre angeli recanti messaggi particolari da trasmettere al mondo (Ap 14:6-12) alla fine dei tempi, nei quali sono compresi l'appello ad adorare Dio (perché l'ora del suo giudizio è arrivata) e a rimanere fedeli a Gesù. Ellen G. White dice: «Diverse persone mi hanno scritto chiedendomi se il messaggio che riguarda la giustificazione per fede sia il terzo e io ho risposto che in verità è proprio quello» - The Review and Herald, 1 aprile 1890.
Apocalisse 14:6-12. Circa il messaggio dei tre angeli, in quali versetti noti avvertimenti uniti alla speranza? In che senso il messaggio del Battista è contemporaneamente ammonitore e fiducioso? In che modo possiamo servirci del rimprovero per orientare le persone verso la speranza?
Nel messaggio di Giovanni il battista erano presenti due elementi chiave e strettamente legati tra loro: pentimento e condotta. Il termine greco usato da Giovanni per indicare pentimento (metanoeô) è un vocabolo composto da meta, «cambiamento» e da noeô, «pensiero». Pentimento significa, quindi, cambiare il proprio pensiero a proposito di qualcuno.
Quando Giovanni dice: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 3:2), vuole comunicare alla gente che il regno di Dio esige una prospettiva totalmente nuova; preparando le persone all'arrivo di Gesù, «raddrizzando i suoi sentieri» (v. 3), Giovanni sfida gli altri a cambiare la loro visione del mondo e il loro modo di vivere.
Luca 3:10-15. Qual è l'essenza del messaggio che traspare dalle parole di Giovanni? Che cosa dice alle persone che lo interrogano? Leggere anche Giacomo 2:14-26.
Un elemento chiave del pentimento era rappresentato dalla confessione dei peccati (Mt 3:6); l'altro prevedeva la modifica del comportamento secondo i princìpi del regno dei cieli (v. 8). D'altronde, era il minimo che si potesse fare per preparare la strada a Gesù, che si apprestava a portare una ventata di rinnovamento mai vista prima.
Il battesimo viene spesso associato al pentimento; Luca, infatti, dice che Giovanni predicava «un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati» (Lc 3:3). Essere lavati in acqua simboleggiava la mutata visione della vita, la fresca ripartenza e il perdono dei peccati.
Anche se le parole autorevoli pronunciate da Giovanni offesero qualcuno, la Bibbia ci spiega che folle numerose lo cercavano per ascoltarlo: «Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutto il paese intorno al Giordano accorrevano a lui» (Mt 3:5). E non si limitavano ad ascoltarlo, ma confessavano i loro peccati e vennero battezzate (v. 6).
D'accordo, tu credi in Dio, credi in Gesù, credi che lui sia morto per i tuoi peccati e di avere accesso alla salvezza solo grazie alla sua giustizia che ti è stata accreditata, solo per fede. Quindi: fino a che punto stai seguendo i principi di giustizia espressi da Giovanni il battista? E fino a che punto la tua vita rivela la fede che professi?
Colossesi 2:8. Che cosa significano per te queste parole inserite nel contesto di oggi?
La Bibbia ha molte cose da dire a proposito della tradizione e ben poche sono positive. Una volta, i farisei e i dottori della legge chiesero a Gesù come mai i suoi discepoli avessero infranto la tradizione degli anziani non lavandosi le mani prima di mangiare (Mt 15:2). Era una tradizione basata su regole stabilite dai rabbini, non dalla Scrittura.
Matteo 15:3 e Marco 7:13. Quale appunto specifico mosso da Gesù evidenzia il rischio che la tradizione distrugga la fede?
Parte essenziale della missione di Giovanni il battista era parlare contro la tradizione e ricondurre le persone alla Parola rivelata di Dio. Ellen G. White scrive: «Che cosa rese grande Giovanni il battista? Egli chiuse la propria mente alle numerose tradizioni presentate dai maestri della nazione giudaica e l'aprì alla saggezza che viene dall'alto» - Conflict and Courage, p. 276.
Giovanni il battista non era legato alla tradizione o alle modalità di linguaggio vigenti. Parlò contro il peccato in ogni sua forma, dall'adulterio all'ingiustizia sociale. Ogni volta il messaggio divino veniva presentato in maniera chiara e non ambigua, la gente reagiva differentemente: alcuni, addirittura, lo accusarono di essere posseduto da demoni (Mt 11:18); la stessa cosa è accaduta a Gesù (Gv 7:20).
La tradizione è un elemento sempre negativo? Perché sì, perché no? Quale che sia il nostro contesto culturale, è possibile accoglierne alcuni aspetti pur rimanendo fedeli al Signore?
Leggere da Ellen G. White, La speranza dell'uomo, «La voce nel deserto», pp. 97-108 [60-69].
«Dio aveva guidato Giovanni il battista nel deserto affinché fosse al riparo dall'influsso dei sacerdoti e dei rabbini e si preparasse per la sua missione. Ma l'austerità e l'isolamento della sua vita non erano un modello da proporre a tutti. Giovanni stesso non aveva indotto i suoi uditori a dimenticarsi dei loro doveri pratici. Aveva ordinato di manifestare il loro pentimento con la fedeltà a Dio là dove erano stati chiamati» - DA, p. 150 [103].
«In questa epoca, che precede di poco la seconda venuta di Cristo dalle nuvole del cielo, deve essere compiuta un'opera analoga a quella di Giovanni il battista. Dio chiama a sé uomini che dovranno preparare un popolo speciale per il gran giorno del Signore. Il messaggio che precedeva il ministero pubblico di Cristo fu: pentitevi, pubblicani e peccatori; pentitevi farisei e sadducei; pentitevi, perché il regno dei cieli sta per venire. Per la nostra peculiarità di popolo che crede nell'imminente ritorno di Cristo, abbiamo un messaggio da trasmettere: "Preparati, Israele, a incontrare il tuo Dio!" (Am 4:12)» - GW, p. 55.
Domande per la discussione
1. Quale rischio può comportare seguire le tradizioni? Possono invece in qualche maniera essere di aiuto alla vita spirituale ed eventualmente, in che modo? Quali sono utili alla fede e quali la osteggiano? Come fare a riconoscere la differenza?
2. Qual è stata la tua personale esperienza «nel deserto», se ne hai vissuta una? Cosa ti ha insegnato?
3. Rivisita le analogie tra la missione di Giovanni e la nostra, intesa come chiesa. Come stiamo andando? In quale ambito potremmo operare meglio? In che modo, ciascuno di noi può offrire il proprio contributo per arrivare ad adempiere quest'alto appello che ci è stato rivolto?
In sintesi
Giovanni il battista ricevette l'alto mandato di preparare la strada a Gesù. La sua missione, per molti versi, mostra analogie con quella affidata al popolo di Dio negli ultimi tempi: predicare il messaggio di Elia per preparare le persone a incontrare Dio.
FONTE: http://www.avventisti.it/sds/sds.asp?idx=319
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