Guida allo studio settimanale della Bibbia
Gesù e i suoi discepoli
Letture: Levitico 25:8-54; Matteo 10; Giovanni 10:10«Non temete dunque; voi valete più di molti passeri» Matteo 10:31
Pensiero chiave
Gesù, il più grande maestro comparso sulla terra, lasciò alcune istruzioni ai propri discepoli prima di mandarli a testimoniare. Quali principi possiamo cogliere dalle sue parole utili alla nostra attuale esperienza?
Gesù sa che un aspetto importante del suo compito è quello di formare un gruppo di collaboratori in grado di proseguire la missione e così, dopo aver girato in lungo e in largo la Galilea - predicando, insegnando e guarendo - capisce che è arrivato il momento di destinare i dodici al loro primo mandato. Devono vivere il loro primo esempio di esperienza pratica. I discepoli hanno ricevuto una formazione altamente specializzata da parte del più grande Maestro che il mondo abbia mai conosciuto.
Ammirando Gesù in azione, hanno potuto afferrare i princìpi sui quali si fonda l'universo e hanno visto con i loro occhi il modello definitivo al quale ogni essere umano avrebbe dovuto ispirare la propria esistenza. Essi sono rimasti insieme a Gesù solo per un anno, o poco più, nel corso del quale hanno però camminato insieme a colui che è la via, la verità e la vita (Gv 14:6). Adesso è giunto finalmente il momento di mettere in pratica ciò che hanno imparato; prima di destinarli a precisi incarichi, Gesù lascia loro delle istruzioni particolari.
Questa settimana studieremo gli elementi salienti tratti dalle parole che Gesù rivolge ai discepoli prima che questi si apprestino alla loro missione.
Matteo 10:7. Che cosa vuol dire che «il regno dei cieli» è vicino? Cosa significa per te «regno dei cieli»?
Un regno è un territorio posto sotto la giurisdizione di un re. Il regno di Dio, o dei cieli, comprende un territorio non solo geografico, ma anche spirituale. Gesù ha addirittura detto: «Il regno di Dio è in mezzo a voi» (Lc 17:21).
Cosa significa la frase appena letta e come la dobbiamo interpretare?
Prima che Gesù e i discepoli iniziassero il loro ministero, Giovanni il battista aveva predicato l'avvicinarsi del regno dei cieli (Mt 3:2).
Il Nuovo Testamento individua chiaramente in Gesù il re promesso di Israele, l'adempimento di tutte le speranze e le profezie dell'Antico Testa-mento (cfr. Lc 1:32,33). Ma la gente si aspettava un sovrano di tipo politico, pronto a stabilire la propria autorità su un determinato territorio geografico e a liberare il popolo dal giogo di Roma.
Il regno di cui predicava Gesù era però qualcosa di completamente diverso, che non avrebbe dovuto affermarsi contemporaneamente alla cacciata dei romani. Il regno dei cieli era già stabilito in quel momento. Le persone potevano vedere Gesù, udire le sue parole e apprendere i princìpi sui quali si fondano la salvezza e la realtà celeste; avevano la possibilità di imparare a seguire il suo esempio di vita e osservare in che modo le regole di controllo di Dio agiscono nell'esistenza reale. Avevano la possibilità di scegliere se fare parte o meno di quel regno e fare proprie le promesse dello Spirito Santo, della vittoria sul peccato e della vita eterna.
In che modo stai godendo e beneficiando del privilegio di vivere nel «regno di Dio»? Quali potrebbero essere le opportunità e le promesse che non hai ancora colto appieno?
In Matteo 10 Gesù incarica i dodici di uscire per svolgere un'opera missionaria. Leggi l'intero capitolo e poi rispondi alle seguenti domande:
Cosa intende Gesù quando consiglia ai discepoli di essere prudenti come i serpenti e semplici come le colombe (v. 16)? Quale applicazione pratica possono trovare oggi le sue parole?
Matteo 10:2-4. Quale caratteristica avevano in comune i dodici discepoli? Perché è importante tenere sempre nella massima considerazione le diverse sensibilità quando cerchiamo di operare nei vari ambiti culturali?
Di quale potere particolare disponevano i discepoli? In che modo, noi che ne siamo sprovvisti, possiamo continuare a svolgere il nostro ministero di testimonianza al mondo?
Quale tipo di accoglienza, secondo l'avvertimento di Gesù, avrebbero ricevuto i suoi discepoli? Quali insegnamenti possiamo trarre dalle sue parole?
Matteo 10:5,6. Come interpretare queste parole alla luce del mandato definitivo che ci ha lasciato, vale a dire testimoniare al mondo intero?
Mentre si apprestava a inviare in mezzo alla gente i propri discepoli, Gesù disse loro con chiarezza di recarsi solo dagli israeliti, evitando i gentili.
Valutandolo dalla nostra prospettiva, potremmo considerarla una decisione non giusta. Perché la buona notizia doveva riguardare solamente i giudei, lasciando all'oscuro tutto il resto della popolazione, almeno in questa circostanza? La risposta, probabilmente, è figlia delle sensibilità culturali; Gesù non voleva che i discepoli rischiassero la vita. Come scrive Ellen G. White: «Se avessero predicato il Vangelo prima ai gentili, avrebbero perso la loro influenza sui giudei, che per primi dovevano udire il messaggio di Dio» - The Advent Review and Sabbath Herald, 19 aprile 1892. Pare sottindere che una scelta di quel tipo li avrebbe messi in conflitto con i farisei, causando loro scoraggiamento.
Nella nostra missione presente, ci troveremo sempre di fronte a certe abitudini culturali che richiedono da parte nostra la massima sensibilità. Certo, potrebbero essere abitudini fuorvianti o sbagliate, addirittura offensive. Ma non possiamo ignorarle se vogliamo essere dei testimoni efficaci.
Giovanni 10:10. In che modo le parole di Gesù possono essere per noi un valido aiuto quando entriamo in contatto con persone appartenenti a culture e tradizioni pericolose?
Da buoni fedeli di Cristo, dobbiamo dimostrare estrema sensibilità nei confronti delle realtà culturali all'interno delle quali operiamo. L'ultima cosa che dobbiamo fare è trasmettere un senso di arroganza e superiorità; se siamo in possesso di qualcosa di meglio, se possiamo indicare agli altri una vita più ricca, facciamo in modo che siano il nostro messaggio e il nostro stile di vita ad attestarlo.
Se qualcuno dovesse giudicare il tuo stile di vita cristiano, cosa potrebbero vederci di particolarmente attraente? Quale tipo di messaggio trasmette al prossimo il tuo stile di vita?
Matteo 10:7,8. Oltre la predicazione del Vangelo, che cosa prevedeva la missione dei discepoli?
Il mandato affidato da Gesù ai discepoli non prevedeva esclusivamente aspetti spirituali; essi dovevano insegnare e predicare, ma anche essere attenti alle necessità fisiche delle persone che avrebbero incontrato. Certo, in definitiva è la salvezza, la vita eterna, l'obiettivo supremo di ciascuno; ma questo non significa dover ignorare il dolore e la sofferenza che ci circondano.
Quando Gesù parlò nella sinagoga di Nazaret, lesse alcuni brani tratti dal libro del profeta Isaia e fece proprie quelle parole (Lc 4:18,19). Egli avrebbe non solo aiutato i poveri, i ciechi, gli oppressi e i carcerati; ma anche proclamato «l'anno accettevole del Signore» (v. 19). Gesù si riferisce all'anno giubilare (Lv 25:8-54), durante il quale, ogni mezzo secolo, la proprietà della terra tornava ai possessori originali.
Levitico 25:8-54. Quale sembra essere la principale preoccupazione etica emergente da questi versetti? Il Signore quale principio comunica al suo popolo?
Ellen G. White afferma che «ciò costituiva una salvaguardia contro gli estremi della ricchezza e della povertà» - Ed, p. 43 [28].
Nell'anno del giubileo, dovevano inoltre essere liberati tutti gli schiavi e rimesso ogni debito. Gesù educa i suoi discepoli a esercitare un ministero equilibrato, privilegiando certamente la preparazione del popolo al regno dei cieli, ma ricordandosi anche che tale regno era già in mezzo a loro; voleva dire che dovevano prendersi a cuore le necessità complessive della gente, comprese quelle di ordine fisico e sociale. Indirizzando oggi il nostro ministero verso i bisogni altrui, abbiamo la possibilità di aprire le loro menti alla realtà e alla promessa della vita eterna.
Come ti comporti con le persone meno fortunate di te? Qual è l'ultima volta che hai fatto del bene a qualcuno motivato solo dalla compassione e dall'amore?
Buona parte dei suggerimenti rivolti da Gesù ai suoi discepoli sono spesi per consigliarli nella gestione dei problemi che avrebbero incontrato; sebbene il messaggio da proclamare trattasse di amore e comportamenti corretti, in certi luoghi avrebbe trovato forti resistenze ed è per questo che il Maestro disse loro di essere pronti anche alla persecuzione.
Leggere Matteo 10.22 ed Ebrei 10:35,36. Qual è il messaggio di base di questi testi?
Il riferimento di Gesù alla pazienza si inserisce nel contesto della persecuzione. Dice l'apostolo Paolo: «Sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza» (Rm 5:3,4). Analogamente, Giacomo scrive: «Sapendo che la prova della vostra fede produce costanza» (Gc 1:3).
In che modo le circostanze difficili possono mettere a prova la tua fede? Cosa puoi fare per rendere la tua vita spirituale più solida e perseverare così nella fede anche davanti alle prove più serie?
Gesù disse ai suoi discepoli di non lasciarsi intimorire dalle situazioni difficili che avrebbero affrontato. Sarebbero stati condotti davanti a re e a governatori per essere suoi testimoni. «Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire» (Mt 10:19), e promise che Dio avrebbe parlato per bocca loro e ispirato le parole da pronunciare. Nel libro degli Atti c'è una serie di esempi che confermano i moniti di Gesù. Pietro, Paolo e molti altri dovettero costantemente rispondere alle autorità delle loro azioni e ogni volta parlarono con fierezza della loro fede. Gesù rassicurò i discepoli, dicendo loro che Dio ha cura persino dei passerotti e che «… perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri» (Mt 10:30,31).
Matteo 10:38,39. Cosa ci promette Gesù? Che cosa non ci promette? Quale tipo di conforto trovi in queste sue affermazioni?
Leggere da Ellen G. White, La speranza dell'uomo, «I primi evangelisti», pp. 349-358 [258-266].
«Quando Cristo era sulla terra, i cuori degli uomini non erano più teneri di quelli attuali. Essi faranno tutto quello che è nelle loro possibilità per aiutare il grande nemico a rendere la vita più dura possibile ai servi di Cristo, proprio come fece la gente nei suoi confronti quando visse sulla terra. Frusteranno con la lingua mediante calunnie e falsità, criticheranno e rivolgeranno ogni sforzo indotto loro dal nemico contro i servi di Dio. Vedranno, guidati dalle loro maligne congetture, l'inganno e la disonestà là dove regnano invece la giustizia e una perfetta integrità. Accuseranno i servi del Signore di agire per motivi di interesse personale, quando invece è lui stesso a guidarli; sarebbero disposti persino a dare la propria vita se lui lo richiedesse e se questo garantisse un contributo all'avanzamento della sua causa» - Testimonies for the Church, vol. 4, p. 234.
Domande per la discussione
1. In che misura il nostro terreno di missione è diverso da quello in cui operarono i discepoli? Quali sono invece le similitudini?
2. Discutere in classe sul significato dell'espressione «vivere oggi nel regno dei cieli». In che modo, se esiste, lo dobbiamo dimostrare? Se qualcuno ci osservasse, di quali differenze dovrebbe accorgersi rispetto, per esempio, a qualsiasi altra organizzazione di volontariato i cui membri operano insieme per una causa comune?
3. Qual è il tuo livello di coinvolgimento nell'evangelizzazione e nella testimonianza all'interno della tua comunità? Quanto ti sforzi per alleviare le sofferenze di chi ti circonda? Cosa può fare di meglio la tua chiesa in questo ambito e perché questo aspetto della nostra opera è così determinante? Perché, tuttavia, non è sufficiente provvedere alle necessità materiali del nostro prossimo? E cosa accade invece quando enfatizziamo eccessivamente la predicazione, sottovalutando la dimensione sociale del Vangelo?
In sintesi
Il più grande Maestro mai conosciuto dal mondo si prese il tempo necessario per dare specifiche istruzioni ai suoi discepoli, prima che questi si recassero nel loro terreno di missione. I principi che ha sottolineato allora sono senza tempo e non possiamo certo ignorarli oggi.
FONTE: http://www.avventisti.it/sds/sds.asp?idx=321
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