quinta-feira, 5 de março de 2009

10 Il messaggio dei profeti

10 Il messaggio dei profeti

 

28 febbraio - 6 marzo

Preghiamo per: Chiesa di Messina Meditazione del mattino: 1 Corinzi 15:20-23

Letture: Esodo 20:1-17; Levitico 16; Matteo 24:14-31; Romani 3:21-28; Ebrei 8:1,2; 9:23

«Bada a te stesso e all'insegnamento; persevera in queste cose perché, facendo
così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano» 1 Timoteo 4:16

La comprensione dottrinale della chiesa avventista fu in larga parte creato
da un piccolo, consacrato gruppo di nostri pionieri. I loro incontri erano caratterizzati
dalla preghiera e da un attento studio della Bibbia. Scrivendo nel
1904, oltre mezzo secolo dopo gli eventi, Ellen G. White conservava comunque
vividi ricordi di quegli incontri. «Restavamo spesso insieme fino a tarda
ora e a volte per tutta la notte, pregando di ricevere discernimento e studiando
la Parola» -1SM, p. 206.

Qualche volta, quando non riuscivano a sbloccarsi, Ellen G. White offriva
le risposte ricevute in visione, anche se queste non sono state utilizzate per
la formulazione dottrinale. L'intenzione delle visioni non era quella di sostituire
la fede, l'iniziativa, l'impegno o lo studio della Bibbia; la questione cruciale
da ricordare è che le dottrine della nostra chiesa si basano esclusivamente
sulla Bibbia. Non dipendono dagli scritti di Ellen G. White, per quanto
utili a rendere più chiari alcuni di quegli insegnamenti.

Uno sguardo alla settimana
Perché dobbiamo osservare i comandamenti se siamo salvati per grazia? Che cosa
rappresenta la purificazione del santuario? In che misura il comandamento sul
sabato di distingue dagli altri? Cosa accade alla morte e perché è importante la conoscenza
dello stato dei defunti? Cosa dice la Bibbia sulle modalità della seconda
venuta di Cristo?

domenica 1 marzo
GIUSTIZIA PER FEDE

Preghiamo per: Chiesa di Milano Meditazione del mattino: Apocalisse 20:1-3

Qual è la sorte comune per tutti gli esseri umani e perché? Qual è l'unica soluzione
alla condizione nella quale ci troviamo? 1 Re 8:46; Romani 3:21-28; 5:12

La questione più grave che siamo chiamati ad affrontare è il peccato. Per gli
egiziani, invece, era la morte e per questo svilupparono l'arte della mummificazione
e costruirono delle imponenti piramidi per conservare le mummie. I
filosofi greci erano convinti che l'ignoranza fosse il nemico principale della vera
felicità e così dettero grande importanza all'istruzione. Ma il grande, vero
nemico è il peccato, che distrugge la felicità e la pace della mente. Il peccato
uccide e nessun farmaco moderno può curarlo; nell'attimo stesso in cui veniamo
alla luce, iniziamo a morire; l'unico rimedio è Gesù Cristo e la croce.

«C'è un punto che come nessun altro necessita di una riflessione più intensa,
ripetuta e frequente, e che deve radicarsi più saldamente nella mente degli
esseri umani: è l'impossibilità per l'uomo caduto di meritare alcunché grazie ai
suoi meriti. La salvezza avviene solo per mezzo della fede in Gesù» -FW, p. 19.

Secondo il poeta greco Omero, le navi che attraversavano lo stretto di
Messina rischiavano di entrare in rotta di collisione con lo sperone di Scilla da
un lato e di finire nel gorgo di Cariddi dall'altro. I cristiani rischiano continuamente
di entrare in collisione o con il legalismo, oppure con la grazia a
buon mercato. Chi teme che parlare di certezza della salvezza in Cristo determini
una grazia a buon mercato e la tolleranza a un comportamento sbagliato,
mette l'accento sull'importanza dell'ubbidienza; chi invece teme che parlando
di ubbidienza e vita cristiana vittoriosa sposti l'attenzione da Cristo per
indirizzarla verso il legalismo, evidenzia il ruolo che Dio ha nella salvezza.

Il credente equilibrato avrà la certezza della salvezza in Gesù e allo stesso
tempo condurrà un'esistenza cristiana vittoriosa. Le due cose vanno di pari
passo come i due lati di una moneta. Chiunque Dio giustifichi, egli lo santifica.
Non può esistere una condizione senza l'altra; noi siamo salvati per fede
soltanto, ma la fede che ci salva non è sola; a seguire abbiamo le buone opere,
che pur compiute sotto l'unzione dello Spirito Santo, non saranno mai sufficienti
a giustificarci davanti a Dio. La nostra salvezza affonda le proprie radici
esclusivamente in ciò che Gesù ha fatto per ciascuno di noi.

Sei scoraggiato pensando alla tua vita spirituale? Non ottieni i successi che vorresti?
Quale grande speranza puoi trovare nel fatto che sei accettato solo per merito di
ciò che Gesù ha fatto per te e non grazie ai tuoi fallimenti o alle tue vittorie? Perché
non bisogna mai arrendersi nella nostra lotta contro il peccato e l'egoismo?


IL SANTUARIO

lunedì 2 marzo
Preghiamo per: Anziani gruppo di Siracusa Meditazione del mattino: Apocalisse 20:4-6

In cosa consistevano i servizi del tabernacolo nell'Antico Testamento e perché anticipavano
il piano della salvezza? Ebrei 9:1-8

Con il servizio del santuario, Dio produsse una dimostrazione visiva che fece
comprendere ai peccatori il grande piano della salvezza. Confessione, sacrificio,
perdono, fede, riconciliazione, santità; tutte queste cose furono vividamente
dimostrate nell'ambito dei sacrifici quotidiani e annuali consumati
nel santuario terreno.

Secondo Ebrei 8:1,2, Gesù svolge il proprio ministero nel santuario del cielo. In che
cosa consiste questo servizio e perché Ebrei 9:23 dice che il santuario celeste doveva
essere purificato?

Nell'Antico Testamento il peccatore otteneva il perdono per mezzo della fede
nel sangue espiatorio della progenie promessa (Gn 3:15), che era prefigurata
nel sacrificio dell'animale presso il santuario. E così, come tra i servizi del santuario
terreno era previsto alla fine dell'anno un giorno di espiazione, di giudizio,
durante il quale il santuario veniva purificato, anche nel santuario celeste
c'è un giorno del giudizio che precede la seconda venuta di Cristo.

Il giudizio investigativo rivela all'universo che coloro i quali hanno professato
Cristo sono i suoi veri seguaci. Dio, per così dire, apre i libri del cielo affinché
tutto il cosmo veda che in ogni singolo caso la sua decisione è stata giusta.
In tal senso, questo giudizio attesta la giustizia di Dio nel salvare quelli
che credono in Gesù (Rm 3:4).

In Levitico 16, l'elemento chiave che ricorre più volte è il sangue. E ha una logica,
perché è il giorno dell'espiazione e solo il sangue può espiare. Cos'è l'espiazione,
se non un atto di salvezza da parte di Dio nei nostri confronti? Quindi il giudizio
rappresenta una bella notizia, il processo attraverso il quale Dio ci salva, perché altrimenti
noi non saremmo in grado di riuscirci. L'elemento cardine è il seguente:
così come i sommi sacerdoti non entravano mai nel luogo santissimo senza il sangue,
nemmeno noi dobbiamo esserne sprovvisti, perché entrare in quel luogo
senza sangue significa morte, non espiazione. Riflettere su questi concetti. Quale
speranza e incoraggiamento devono suscitare in noi che stiamo vivendo nel gran
giorno antitipico dell'espiazione?


martedì 3 marzo
IL SABATO

Preghiamo per: Divisione Trans-europea Meditazione del mattino: Apocalisse 20:7-9

Il sabato, il matrimonio e il lavoro sono le sole istituzioni terrene provenienti
dall'epoca che ha preceduto la comparsa del peccato sulla terra. Per questo, a
volte sono definiti i gioielli del paradiso. Se consideriamo il nostro mondo
odierno, è evidente come Satana abbia lavorato tenacemente per deturparli e
contaminarli.

Esodo 20:1-17. Cosa rende il comandamento del sabato diverso dagli altri?

Il quarto è in pratica un comandamento che mette alla prova, perché testa la
spiritualità degli esseri umani. Poiché riguarda più il tempo, che è invisibile,
che non oggetti tangibili, è perfettamente adatto a misurare l'atteggiamento
dell'umanità nei riguardi del Signore. Quello che proviamo per il sabato è indicatore
di ciò che proviamo per Dio; si tratta dell'unico comandamento che
un individuo può infrangere pur continuando a essere accolto da brava persona
in qualsiasi società cristiana tradizionalista. In un certo senso, il sabato è
arbitrario; perché il settimo giorno su tutti gli altri? Semplice, perché lo ha detto
Dio. Non rubare, non uccidere, non concupire, ecc. Sono tutti comportamenti
dettati da una miriade di considerazioni logiche. Non c'è bisogno di essere
cristiano per seguire questi precetti, molti altri lo fanno. Ma ubbidire al
sabato inteso come settimo giorno, un comandamento che non affonda radici
in alcun fenomeno naturale, significa rivelare la disponibilità a ubbidire semplicemente
perché ce lo chiede il Signore.

Osservare il sabato è un atto di fede; noi lo osserviamo non perché socialmente
accettabile, non perché popolare e nemmeno perché va a inserirsi armonicamente
all'interno di un qualsivoglia ciclo naturale. No, lo osserviamo perché
Dio ci ordina di farlo e, in qualità di cristiani del Nuovo Testamento salvati
per grazia, esprimiamo la nostra fede mediante l'ubbidienza ai comandamenti
divini (Gc 2:10,11; 1 Gv 5:2,3; Ap 14:12). Infatti, riposandoci il sabato, riveliamo
al mondo che tutti questi discorsi riguardanti il riposo in Cristo non sono solo
chiacchiere. Osservando il sabato dimostriamo di confidare realmente nell'opera
salvifica che Cristo ha messo in atto per noi; non solo quotidianamente, ma
in una maniera del tutto particolare una volta la settimana, riveliamo la nostra
assoluta sicurezza in Cristo riposandoci nel giorno di sabato (Eb 4:1-11).
L'osservanza del sabato è un'espressione esteriore del nostro riposo in Cristo.

Anche se il sabato è in un certo senso arbitrario, quali sono i benefici pratici e tangibili
derivanti dalla sua osservanza, come Dio ha comandato? Che cosa potresti
fare per trarre maggior beneficio dal riposo sabatico?


STATO DEI MORTI

mercoledì 4 marzo
Preghiamo per: Anziani chiesa di Tirano Meditazione del mattino: 2 Tessalonicesi 1:5-9

Cosa rivelano i seguenti passi biblici a proposito della condizione umana nella
morte? Salmo 146:4; Ecclesiaste 9:5,6; Giovanni 11:11-14; Atti 2:34

L'ispirazione rivela che soltanto Dio è immortale (1 Tm 6:16) e che gli esseri
umani sono soggetti alla morte. Gesù ha insegnato che la morte è un sonno
che terminerà con una delle due risurrezioni, una della vita e l'altra della dannazione
(Gv 5:28,29). William Temple, arcivescovo di Canterbury, lo ammise
quando scrisse: «L'uomo non è immortale per diritto naturale; ma è suscettibile
di immortalità e si vede offerta la risurrezione dalla morte e la vita eterna
se la riceverà da Dio e alle sue condizioni» -Nature, Man and God, p. 472.

In che modo dobbiamo interpretare passi come Matteo 25:46 e Apocalisse 14:9-11?
Parlano di un tormento eterno all'inferno?

La nozione dell'immortalità umana si trova in tutte le religioni primitive,
animistiche e politeistiche. Era un concetto basilare anche per la filosofia ellenistica,
che concepiva l'Ade (il mondo dei morti) come una sorta di inferi
spettrali e nebulosi, nei quali l'anima viveva un'esistenza crepuscolare. I
greci consideravano gli esseri umani formati da materia e anima. Alla morte,
materia e anima si separavano e quest'ultima si liberava dalla prigione
della materia per aprirsi a un'esistenza indipendente.

Le parole che in Matteo 25 e Apocalisse 14 sono state tradotte con «eterno»
e «per sempre» non significano necessariamente senza fine. I vocaboli greci
aion e aionios esprimono durata fino a quando la natura del soggetto lo consente.
Per esempio, in Giuda 7 è scritto che le città di Sodoma e Gomorra patiscono
il castigo del fuoco eterno (aioníos). Eppure, in 2 Pietro 2:6 leggiamo
che furono ridotte in cenere. Quando il soggetto delle parole «eterno» o «per
sempre» è la vita dei redenti che hanno ricevuto l'immortalità, il termine indica
un tempo che non ha fine. Quando invece si riferisce al castigo dei malvagi,
che non ottengono l'immortalità, significa un periodo di tempo limitato.

Dai predicatori popolari passando ai film più famosi, il mondo è invaso dallo spiritismo
(l'idea secondo cui i morti vivono oggi in un'altra esistenza). Perché la consapevolezza
del vero stato dei defunti è per noi uno strumento formidabile di protezione
da questo terribile inganno?


giovedì 5 marzo
LA SECONDA VENUTA

Preghiamo per: Lippolis Lidia (E) Meditazione del mattino: 1 Tessalonicesi 4:15-17

Dall'inizio degli anni '70 a oggi, il best seller Addio terra, ultimo pianeta di Hal
Lindsey ha venduto oltre 15 milioni di copie. In tempi più recenti, la serie
ideata da Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins, intitolata Left Behind, ha anch'essa
sbancato il mercato con milioni di vendite.

Questi dati indicano che esiste la consapevolezza diffusa, tra molti cristiani,
che stiamo vivendo i tempi della fine. La parola avventista presente nel nome
della nostra chiesa significa che crediamo nella seconda venuta di Cristo a tal
punto che essa è parte della nostra identità. Eppure, la nostra comprensione
di quell'evento è lontana anni luce da quella configurata nella serie Left Behind

o nel libro di Hal Lindsey.
Cosa dice la Bibbia a proposito delle circostanze del ritorno di Cristo e perché è di
vitale importanza per noi? Da quale inganno ci mette al riparo Gesù a proposito di
queste circostanze? Matteo 24:5; 24-31; Apocalisse 1:7

Introdotto per primo da John N. Darby nel XIX secolo, l'idea che il ritorno
di Cristo consisterà di due fasi ha attratto l'interesse di molti protestanti moderni.
La prima presunta fase prevede un rapimento segreto, in seguito al
quale tutti i veri credenti saranno ricongiunti con Cristo; nella seconda fase,
dopo sette anni egli apparirà sulla terra e vi regnerà per altri mille.

Gli avventisti non hanno trovato alcun riscontro biblico che supporti la divisione
in due fasi, rapimento e apparizione, del secondo avvento. Secondo il
Nuovo Testamento, il ritorno di Gesù sarà un avvenimento indivisibile, singolo,
letterale, udibile e visibile (1 Ts 4:16,17; Ap 19:11-21). E, altrettanto importante,
Gesù ci ha allertato contro le false interpretazioni sulle circostanze
del suo ritorno; egli sapeva ovviamente che la menzogna sarebbe stata dilagante
(Mt 24:24) ed è per questo che la Parola di Dio si esprime con estrema
chiarezza sul modo in cui tornerà.

Sebbene lo scorrere di ogni giorno segni un avvicinamento al ritorno di Cristo, allo
stesso tempo lo fa sembrare sempre più ritardato. In che modo troviamo il giusto
equilibrio tra una vita spesa attendendo il ritorno di Cristo e che comunque richiede
il nostro coinvolgimento nella routine quotidiana?


APPROFONDIMENTO

venerdì 6 marzo
Preghiamo per: La Mantia Daniele (P) Meditazione del mattino: Matteo 19:28

Tramonto del sole: ore 18,08

«Lo spiritismo», pp. 551-562 [431-439]; «La liberazione del popolo di Dio», pp.
635-652 [497-510], in Il gran conflitto.

All'inizio, molti nostri pionieri diventarono sbilanciati nella predicazione della
legge. Per questo Ellen G. White scriveva nel 1890: «Come popolo, abbiamo
predicato la legge finché ci siamo inariditi come le colline di Gilboa che non
avevano né rugiada né acqua. Dobbiamo predicare Cristo nella legge» -
Review and Herald, 11 marzo 1890.

Durante i lavori della Conferenza Generale di Minneapolis, nel 1888, E.J.
Waggoner e A.T. Jones fecero proprio quello. Il ritornello del loro messaggio
fu «affermare la verità che l'unica strada per ottenere la giustizia è attraverso
una fede vivente nell'Agnello di Dio, il cui sangue è stato versato alla croce
presso il Calvario come propiziazione per i peccati del mondo. Nessuno può
entrare nel regno di Dio senza essere rivestito dall'abito senza macchia della
giustizia di Cristo. Questo non può né essere acquistato con oro e argento né
guadagnarselo con buone opere. Questo messaggio fu un fervido appello a fare
di Cristo e della sua giustizia il centro di tutta la nostra vita e della nostra
predicazione.
Pose una particolare enfasi sulla giustizia per fede vissuta come
esperienza personale reale e non tanto come semplice teoria» -A.V. Olson,
Through Crisis to Victory 1888-1901, Review and Herald Publ.
Assoc.,
Washington, D.C., 1966, p. 35.

Domande per la discussione

1. Nessuna dottrina avventista è basata su affermazioni di Ellen G. White. Perché è
importante che il principio della sola Scriptura sia sempre riaffermato? Quali problemi
sorgerebbero se ci appoggiassimo sui suoi scritti per creare le nostre dottrine?
2. L'osservanza del sabato è espressione del riposo che abbiamo in Cristo, nel senso
che la nostra salvezza si fonda sull'opera da lui svolta e non sulla nostra. Come possiamo
ricordare a coloro che accusano gli avventisti di osservare il sabato e rinnegare
il messaggio della grazia?
3. Persino i suoi critici ammettono che Ellen G. White abbia avuto un ruolo determinante
nell'allontanare la chiesa avventista dal legalismo per dirigerla verso una visione
della salvezza più centrata sulla croce, una cosa piuttosto strana per un falso
profeta (è così che la considerano molti tra loro), vero? In che modo l'inconsistenza
di questi personaggi viene svelata dalla loro interpretazione secondo cui, nonostante
fosse un falso profeta, Ellen G. White avrebbe salvato la chiesa dal legalismo?
 

FONTE: http://avventisti.it/sito/bibbia_dettagli.asp?id=421