2. L' AMORE
2 - 8 gennaio
sabato 2 gennaio
Letture: Deuteronomio 6:5; Matteo 5:43-48; 7:12; 22:39; Luca 10:25-37; 1 Corinzi 13:4-7
«Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore» 1 Corinzi 13:13
Non è casuale che l'elenco fatto da Paolo sui tratti caratteriali che identificano il frutto dello Spirito cominci con l'amore. L'amore è la virtù suprema per i cristiani perché è l'elemento distintivo che più caratterizza Dio. È l'amore che lo ha motivato a crearci, a sostenerci, a farsi conoscere da noi e a donarci suo Figlio perché ci riscattasse. Giovanni lo dice in maniera chiara e diretta, «Dio è amore» (1 Gv 4:16); poiché l'amore è così centrale rispetto alla sua persona, lo deve essere anche per noi. «Chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (v. 16).
Purtroppo, questa parola oggi viene usata con troppa scioltezza; capita spesso di dire che amiamo il tempo (atmosferico), il nostro cibo preferito o il nostro cane. Ma sono espressioni che non superano la prova del vero amore a immagine di Dio (vedi 1 Corinzi 13), che è un qualcosa di completamente diverso, che condiziona l'intera nostra esistenza, il nostro modo di vivere e di relazionarci con gli altri. Gli ingredienti dell'amore fanno parte di un pacchetto completo, non di un elenco dal quale selezionare quelli che più ci aggradano trascurando gli altri. Come vedremo questa settimana, non è quello il vero amore.
domenica 3 gennaio
L'AMORE HA MOLTE DIMENSIONI
Deuteronomio 6:5
«Gesù gli disse: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso" (Mt 22:37-39; cfr. Dt 6:5). Le varie traduzioni della Bibbia, come accade per tutte le opere scritte, differiscono nella scelta dei vocaboli. Per esempio: «Il vaso era piccolo», si può leggere in una versione, o «il vaso era minuscolo», in un'altra o «piccino» in un'altra ancora; e si tratta di descrizioni tutte corrette. Per studiare il frutto dello Spirito, è dunque utile definire i significati risalendo al linguaggio originale della parola.
In Deuteronomio 6:5, il termine ebraico usato per «amore» è ahabta, che fa riferimento all'amore manifestato dalla volontà, dalla mente e dai gesti e non a quello che si rivela nei sentimenti o nelle emozioni. È il genere di amore più elevato, poiché motiva la persona a fare ciò che è giusto e nobile, indipendentemente dal suo stato d'animo. L'amore di cui parla Gesù, a proposito del più grande comandamento, è la forma di abnegazione più nobile e pura ed è quello che a ogni persona viene raccomandato di avere nei riguardi di Dio. Il popolo ebraico sapeva già che il più grande comandamento era amare Dio con tutto il cuore, l'anima, la mente e, come aggiunge Marco (Mc 12:30), la forza.
Nel sottolineare tutti e quattro gli aspetti dell'essere umano, Gesù mette semplicemente insieme gli elementi che fanno la persona; egli dice: «Dovete amare Dio con l'intero vostro essere». Il suo intento non è quello di mettere in ordine il significato originale di ogni termine, ma è vero che lo studio di questi quattro aspetti avrebbe potuto essere estremamente positivo.
Leggere Matteo 7:12 e 22:39. Quali importanti aspetti individuano questi passi? In che modo sono essenziali ai fini del concetto complessivo di amore?
Amare il tuo prossimo come te stesso significa amare ogni persona con tutto il cuore; l'amore di cui si parla in questo «secondo comandamento» è lo stesso del «primo comandamento». È l'amore in azione, che coinvolge volontà e intenzionalità. Amare il nostro prossimo come noi stessi vuol dire prendersi cura di un'altra persona come faresti con te stesso.
È facile parlare di amare gli altri; più difficile è riuscire a farlo. Come giudichi la tua posizione a questo proposito? In che modo puoi imparare il difficile insegnamento della morte del tuo io a vantaggio del servizio reso alle necessità altrui?
lunedì 4 gennaio
COSA FA L'AMORE
«L'amore è paziente, è benevolo… non addebita il male… ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non verrà mai meno» 1 Corinzi 13:4-8
La definizione di amore è il primo passo; la sua applicazione, quello successivo. Occorre prudenza per non dire con troppa leggerezza che amiamo; piuttosto, dobbiamo analizzare con molta cura il nostro modo di vivere, e capire se applichiamo positivamente i principi dell'amore come vengono espressi nella Bibbia.
Leggere 1 Corinzi 13:4-8. Considera ogni singola caratteristica dell'amore e chiediti: come posso applicare questi principi nella mia casa?
Pensa per un momento a come sarebbero i nostri focolari se, per merito della grazia divina, mettessimo coerentemente in pratica le qualità del vero amore. Immagina la benedizione di vivere in un ambiente nel quale i componenti della famiglia sono positivi e si valorizzano reciprocamente. Forse non puoi convincere gli altri a farlo, ma se dovessi applicare questi principi riusciresti a vedere l'efficacia del loro impatto sul prossimo.
Non si può argomentare contro l'amore, che è la forza più potente dell'intera creazione. Le persone potranno obiettare contro la tua teologia, il tuo stile di vita, le tue convinzioni e la tua fede; ma quale argomento potranno utilizzare contro l'amore incondizionato rivelato al mondo grazie a Gesù, quel tipo di amore che, per mezzo della sua grazia, noi possiamo manifestare agli altri?
Quali caratteristiche dell'amore biblico trovi più difficile attivare nella tua vita? Sei in grado di fare uno sforzo sorretto dalla grazia di Dio per coltivare maggiormente questo aspetto dell'amore? Perché è importante?
martedì 5 gennaio
QUELLO CHE L'AMORE NON FA
Torniamo a 1 Corinzi 13:4-8, questa volta per valutarlo da una prospettiva differente e vedere quello che l'amore non fa. Anche se espresse in forma negativa, in realtà sono ulteriori caratteristiche positive dell'amore.
Analizza singolarmente ciascuna di queste caratteristiche e scrivi le qualità positive che esprimono. Mentre lo fai, rifletti anche se il tuo modo di manifestare questi aspetti è soddisfacente o meno.
Non invidia: ________________________________________________________
Non si vanta: ________________________________________________________
Non si gonfia: _______________________________________________________
Non è rude: _________________________________________________________
Non cerca il proprio interesse: __________________________________________
Non s'inasprisce: ____________________________________________________ Non addebita il male: _________________________________________________
Non gode dell'ingiustizia: ______________________________________________
Meditando sul dettagliato significato dell'amore descritto dal capitolo a esso dedicato
(1 Corinzi 13), riusciremo ad apprezzare il carattere del nostro Padre in cielo, che è l'impersonificazione di un simile amore. E riusciremo anche a capire che il termine amore, così come viene usato nella cultura popolare, è decisamente insufficiente a far comprendere correttamente quello divino.
mercoledì 6 gennaio
L'ESAME DELL'AMORE
Matteo 5:43-48
Parafrasa con parole tue quello che ha detto Gesù. Qual è la questione principale riguardante l'amore che ci vuole trasmettere?
Se siamo chiamati ad amare i nostri nemici, occorre scoprire bene chi siano esattamente. Se il nemico è solo colui che minaccia la tua vita potresti pensare che questo brano non ti riguarda, tanto più che, con ogni probabilità, non ci sarà stata nessuna minaccia recente o remota per la tua incolumità. Ma, per definizione, un nemico è un antagonista, un rivale, un avversario, uno sfidante, un contendente. Un nemico è una persona che odia, maltratta il prossimo e può anche materializzarsi in un coniuge o in un familiare; possono esserci situazione nelle quali un membro della famiglia non è affatto amabile, anzi, cerca addirittura i modi per farti irritare o peggio. Quando accade, è facile cadere nella trappola della ritorsione e della meschinità.
Può succedere che tu debba vivere situazioni conflittuali sul lavoro, e chi ha lavorato al tuo fianco per anni può iniziare a considerarti un rivale. Nemica, potrebbe rivelarsi anche una persona per la quale hai fatto tanto, o anche qualcuno nella tua chiesa. Dobbiamo comprendere che il nemico di cui parla Gesù non è solo chi ci minaccia, ma chiunque provochi in noi sufficiente costernazione da indurci a una rappresaglia.
Leggere Proverbi 15:1; 25:21 e 1 Pietro 3:9. Perché questi versetti ci aiutano a comprendere nella maniera giusta un importante principio che riguarda l'amore?
Amare i nostri nemici? Molte persone hanno difficoltà a manifestare affetto per i propri amici, figuriamoci per i nemici! Come possiamo imparare a seguire l'esempio di Gesù? Come cambiare i nostri cuori per riuscire ad amare i nemici? Perché pregare per loro può essere decisivo per farci raggiungere questo ideale cristiano?
giovedì 7 gennaio
AMORE IN AZIONE
Luca 10:25-37
Il professore di un seminario organizzò la sua classe di omiletica in maniera inconsueta. Fece un programma e ogni studente doveva preparare un sermone sulla storia del buon samaritano. Uno per uno sarebbero dovuti andare da una classe all'altra per predicare amore e compassione per il prossimo. C'era solo un breve intervallo tra le classi, che costringeva i futuri predicatori a correre per rispettare i tempi programmati. Ogni studente doveva percorrere un determinato corridoio e passare accanto a un mendicante che era stato intenzionalmente collocato in quella posizione dal professore. Ciò che accadde fu una lezione esemplare! I futuri predicatori che si fermarono per aiutare quell'uomo furono pochissimi, in particolare tirarono dritto quelli pressati dal tempo. Per la fretta di predicare il loro sermone sul buon samaritano, quasi tutti oltrepassarono il mendicante senza fermarsi, vero fulcro della parabola!
Nella lezione di ieri abbiamo discusso sull'identità del nemico. Oggi la domanda è la seguente: chi è il mio prossimo? Come risponde Gesù in Luca 10:25-37? Perché questa parabola si collega alla questione del vero amore? Perché Gesù affibbiò a persone religiose, anche responsabili, il ruolo di «cattivi ragazzi»?
Valuta queste parole: «Avevo fame e hai formato un'organizzazione umanitaria per discuterne. Ero imprigionato, ma hai contestato se la pena fosse adeguata al crimine commesso. Ero nudo, ma hai considerato la moralità della mia immagine. Ero malato e hai ringraziato Dio perché tu eri in salute. Ero senza casa e mi hai predicato sul rifugio offerto dall'amore di Dio. Sembri tanto devoto e vicino al Signore, ma io ho ancora fame, sono ancora solo, ho freddo e soffro. Ti importa?».
Sii onesto. Come devi cambiare il tuo stile di vita per diventare un buon samaritano?
Conosci qualcuno che in questo preciso momento si trova dall'altro lato della strada in una condizione di sofferenza? Quanto ancora devi far morire il tuo io prima di trattare questa persona come tuo «prossimo»?
venerdì 8 gennaio
APPROFONDIMENTO
Lo scienziato Arthur Zajonc riempì di luce una scatola. Ma lo fece in maniera tale che la luce non riverberasse su alcuna superficie interna. All'interno della scatola, e solo in essa, c'era luce. Se riuscissimo a guardare dentro la luce che cosa vedremmo? A cosa somiglia, in sé, la luce? Buio assoluto, le tenebre di un luogo vuoto, ecco che cosa si vedrebbe. La luce, a meno che non sia il riflesso di qualcosa o che la si fissi direttamente, è invisibile. Poi Zajonc prese un bastone e lo agitò all'interno della scatola. Il bastone, dal lato in cui entrava la luce, era illuminato; era come se una luce fioca illuminasse solo il bastone e nient'altro, anche se la luce era ovunque dentro quella scatola (come se fosse stata riempita d'acqua). Solo quando è stata riflessa da qualcos'altro (dal bastone) è diventata visibile, altrimenti la luce sarebbe simile al buio.
Sulla terra, la luce del sole che si riverbera nell'atmosfera colora il cielo e lo fa diventare ora blu, ora grigio o rosso, a seconda del clima e del momento del giorno. Guardando la luna, indipendentemente dalla quantità di luce solare che riceve, si vede quello che si vedrebbe nella scatola di Zajonc: il buio assoluto, le tenebre dello spazio vuoto. Per questo la luna non ha atmosfera, ossigeno, umidità e nessun gas o vapore che, riflettendo la luce solare, si trasforma nella sinfonia di colori che regna sulle nostre teste. La morale? La luce, se non viene riflessa da qualcosa, ha lo stesso aspetto delle tenebre.
Domande per la discussione
1. Quali insegnamenti spirituali riguardanti l'amore possiamo trarre da ciò che è stato appena scritto sulla natura della luce? (cfr. 1 Gv 1:5; 2:9-11: 4:8; Lc 11:35). 2. In Luca 23:34 si legge: «Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Preghi per i tuoi nemici? È difficile amare chi ci odia, ci maltratta o ci perseguita. Ma pregare per i nostri nemici offre la possibilità di una trasformazione del nostro cuore e della nostre disposizione nei loro riguardi. Quando pregheremo per i nostri persecutori e per quelli che ci odiano, inizieremo a considerarli persone bisognose della grazia divina, così come lo siamo noi. E tale consapevolezza ci darà la forza e il desiderio di chiedere la loro benedizione quando ci maledicono, e di far loro del bene quando ci disprezzano. Come possiamo coltivare la propensione a pregare in favore di chi ci vuole davvero male?
3. Una persona vide un veicolo in panne; accostò per offrire il suo aiuto e per tutta ricompensa venne percossa e derubata. «È andata così», disse. «Non devierò mai più dalla mia strada per rifare il buon samaritano». Che cosa gli risponderesti?
4. Hai mai conosciuto individui che sembrano la personificazione dell'amore? A chi somigliavano e cosa facevano? In che modo manifestavano il loro amore?